CEGLIE MESSAPICA - Ha atteso le prime ore del nuovo anno, per lasciare questo mondo. Tommaso Mita, 22 anni, di Ceglie Messapica, ha trascorso con gli amici in piazza la notte di S.Silvestro, ballando e scherzando. Le ultime boccate profonde, intense, di vita e di aria frizzante. Quella della sua città. Poi i saluti. E invece di rientrare a casa è andato in campagna, alla villetta dei genitori, e si è impiccato.
LATIANO – “Come il buio che venne durante la morte di Gesù crocefisso, come la spugna che asciugò il suo sangue durante il martirio” dal Vangelo di Marco, le parole di don Angelo Altavilla, parroco della Chiesa Madre di Latiano, dove nel pomeriggio di oggi, alle ore 15 si sono tenuti i funerali di Candido Filomena, il 31enne che giovedì 1 dicembre si è tolto la vita sparandosi alla tempia destra. Dolore silenzioso, come il buio di una morte così estrema. La salma del giovane è arrivata a Latiano alle ore 11 di questa mattina nella chiesa matrice.
LATIANO – Sono tante e diverse le reazioni che si percepiscono a Latiano, dopo il suicidio di Candido Filomena, 31anni che giovedì 1 dicembre si è tolto la vita sparandosi alla tempia, si presume per problemi economici. Un gesto estremo che ha lasciato tutti senza parole. Candido era conosciuto da tutti a Latiano. Il dolore e la rabbia degli amici si sente in città e si sono riversati su Facebook. I messaggi di solidarietà e quelli dove si cerca una spiegazione per il gesto estremo. Erano le ore 6.45 quando Candido Filomena, gestore di una sala giochi, ha preso la pistola in mano, una semiautomatica 7.65, ed ha premuto il grilletto. Non ce la faceva più il giovane 31enne, a sopportare il peso dei debiti, i problemi finanziari che ha cercato di risolvere forse, con le persone sbagliate.
LATIANO – Un colpo alla tempia destra, secco come l’intenzione di farla finita. Candido Filomena, 31 anni di Latiano, si è sparato stamane, intorno le 6,35, nel suo deposito di videogiochi in contrada Smargiasso, nei pressi di via Torre. “Scusatemi, perdonate il mio gesto”. Questi i messaggi che ha lasciato scritti su un block notes la vittima, rivolti al suo socio Cosimo Baldari, alla mamma e alla fidanzata, prima di premere il grilletto. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 di Latiano, avvisati sia dal socio che dai vicini che sono stati svegliati dalla detonazione. Successivamente sono arrivati i carabinieri della stazione di Latiano e della compagnia di San Vito dei Normanni. Trasportato a sirene spiegate presso l’ospedale Perrino di Brindisi, Candido Filomena è spirato poche ore dopo. Le indagini sono ancora in corso.
LATIANO – Un colpo di pistola esploso da brevissima distanza alla tempia. Una ferita che non ha lasciato scampo a Candido Filomena, 31 anni, gestore di una sala giochi in via Roma, apperentemente suicida. Ma i carabinieri della stazione di Latiano e della compagnia di S.Vito dei Normanni, che conducono le indagini, hanno deciso assieme al pm di turno di effettuare il test Stub per essere certi che sia stata la vittima a sparare. Filomena, agonizzante, è stato trovato dal suo socio al quale aveva inviato un sms prima di uccidersi. Ma anche le persone che vivono nei pressi del deposito dove è avvenuto il fatto, su via Torre, erano stati messi in allarme dalla detonazione. Il fatto è avvenuto attorno alle 6,40.
MESAGNE – Nella sua solitudine, a 91 anni, non ce l’ha fatta più e si è tolto la vita sparandosi al capo. Non aveva nessuno, l’uomo che nel pomeriggio di oggi l’ha fatta finita in via Granafei a Mesagne. Erano le 17 circa di oggi pomeriggio quando la badante che lo accudiva, si è accorta che F.C. non stava bene e preoccupata ha chiamato il 118.
BRINDISI – Come un fulmine a ciel sereno, così è avvenuto il suicidio del 79enne Vito Passante, in pieno centro a Brindisi, sotto gli occhi di un testimone, suo malgrado spettatore della tragedia. Sembrava una mattina come le altre nell’abitazione di via Cavour, nei pressi del noto Hotel Barsotti. L’anziano affetto dal morbo di Alzheimer, non aveva mai dato cenni di particolare insofferenza, a parte uno stato depressivo comune a molti malati. Tutto è stato portato a termine nell’arco di pochissimi istanti.
BRINDISI - Tragedia stamani alle 9,15 nel centro di Brindisi, dove una persona anziana si è tolta la vita lanciandosi dalla finestra di un'abitazione nei pressi dell'Hotel Barsotti, in via Cavour. Sul posto una equipe del 118 che purtroppo nulla ha potuto, carabinieri e polizia. la vittima si chiamava Vito Passante, di 79 anni.
BRINDISI – “Vado ad uccidermi”… e scompare per ore gettando nel panico una scuola e la famiglia. Ore di apprensione stamattina al Liceo scientifico Enrico Fermi di Brindisi, dove uno studente del quinto anno, prima chiede al professore di andare in bagno, e strada facendo si dilegua nel nulla facendo piombare l’istituto in ore interminabili di angoscia. Giornata da incubo al liceo scientifico dove già prima dell’ingresso a scuola il giovane aveva avuto modo di mettere in agitazione i suoi compagni di classe con allusioni all’intenzione di volerla fare finita.
BRINDISI – Momento di grande apprensione e tensione in un condominio del rione Cappuccini a Brindisi, sgomberato in via precauzionale dai vigili del fuoco attorno alle 16,30 odierne a causa di un tentativo di suicidio attuato con il gas da una anziana donna colta da un crisi di sconforto. Gran parte di via Monte San Michele è stata chiusa al traffico per l’intera durata delle operazioni, con l’impiego di alcune pattuglie di carabinieri.
BRINDISI – Con una telefonata al 112 salva la compagna che a Fano si stava suicidando. E’ accaduto a Brindisi, dove la sala operativa dell’Arma ha ricevuto una segnalazione da un cittadino che aveva appena concluso una conversazione telefonica con la fidanzata, che risiede nella nota città costiera al confine tra Marche e Romagna. La donna aveva comunicato che aveva deciso di togliersi la vita.
LECCE - Si suicida in carcere impiccandosi con i lacci delle scarpe. È' stato ritrovato senza vita in mattinata dagli agenti della polizia penitenziaria nella sua cella del carcere di Borgo San Nicola, Antonio Padula, 48enne di Francavilla Fontana, in prigione per l'omicidio di Antonio Donato Andrisani, soffocato e dato alle fiamme nella sua abitazione a Francavilla Fontana.Un delitto che Padula aveva confessato.
CEGLIE MESSAPICA – Rabbia e sconcerto, per la prematura scomparsa di Pier Paolo Faggiano, giornalista pubblicista e corrispondente da Ceglie Messapica de La Gazzetta del Mezzogiorno, suicidatosi ieri sera, impiccandosi a un albero nel giardino della sua abitazione, in cui viveva con la madre e un fratello.
CEGLIE MESSAPICA – Non aveva problemi economici, ma il precariato a 41 anno può diventare un tarlo che ti consuma lentamente la voglia di vivere. Pierpaolo Faggiano, giornalista pubblicista e corrispondente da Ceglie Messapica de La Gazzetta del Mezzogiorno da molti anni, aveva un animo troppo sensibile per dominare lo stress di questa condizione, e ieri sera si è tolo la vita impiccandosi.
S. MICHELE SALENTINO - Colpo di scena nel processo a carico dei tre carabinieri imputati per cooperazione in omicidio colposo, a fronte della presunta omissione dell’obbligo giuridico di impedire che il 22enne marocchino Abdelhafid Es-Saady, morto suicida nella caserma di San Michele Salentino il 18 giugno dello scorso anno, commettesse atti di autolesionismo o comunque si facesse del male. La sentenza a carico del comandante Vito Chimienti, il vice Giuseppe Marrazzo e l’appuntato Vincenzo Marrazzo, che hanno scelto di essere processati con rito abbreviato, sarebbe dovuta arrivare oggi. Il giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Licci, con una ordinanza doc, ha disposto invece una integrazione probatoria a partire dall’audizione del comandante provinciale dell’Arma di Brindisi, colonnello Ugo Sica e del vigile urbano Adriano Vitale in qualità di testimoni.
CEGLIE MESSAPICA – E’ stato un conoscente del cittadino statunitense di 49 anni a far scattare l’allarme alle 20 della vigilia di Natale che ha portato al rinvenimento del cadavere dello straniero. Un suicidio, anche se per come era legato il cadavere, in un primo momento ha fatto pensare a qualcosa di diverso. Invece, no. Il medico legale ha accertato che la morte è avvenuta per soffocamento provocato dalla busta di plastica nella quale l’uomo aveva infilato la testa. Ai soccorritori sulle prime era sembrato tutt’altro.
S. MICHELE SALENTINO - Si suicidò nella cella di sicurezza di San Michele Salentino, dove era stato rinchiuso per aver rubato una bicicletta ad una suora. Moto di ribellione dei tre carabinieri imputati per cooperazione in omicidio colposo, a fronte della presunta omissione dell’obbligo giuridico di impedire che il ragazzo, un cittadino marocchino, si facesse del male: dicono che quella cella era tutt’altro che a norma, e spiegano perché, trasmettendo la memoria difensiva dell’avvocato Vito Epifani alla procura della Repubblica di Brindisi e alla Procura militare di Napoli, in cui si chiamano in causa il Ministero della Difesa e il Comando generale dell’Arma.
OSTUNI – Si svolgeranno nel pomeriggio di oggi (ore 15.30), presso la Cattederale di Ostuni, i funerali di Mino Andriola: il trentottenne ostunese che nella mattinata di ieri (attorno alle 10.20) si è tolto la vita, lanciandosi dal finestrino del treno in corso, alle porte della Stazione della Città bianca. Sgombrato ogni dubbio, ormai, sulla dinamica della disgrazia: Cosimo Damiano Nardelli, laureato in economia e commercio e da anni alla ricerca di un impiego stabile, sopraffatto dallo sconforto e dalla depressione, si sarebbe gettato dal treno sul quale viaggiava, nonostante il disperato tentativo di un passeggero di trattenerlo per la cintola dei pantaloni. La tragedia, maturata all’interno del vagone numero 9 dell’Espresso Bolzano-Lecce si è consumata lungo rete ferrata che attraversa la Città bianca, nel tratto compreso tra la vecchia la “fermata” dismessa di Fontevecchia e la stazione ferroviaria di Ostuni.
OSTUNI - Non ha ancora un nome l'uomo che all'alba di oggi si è lanciato sotto l'intercity Lecce-Torino, in corsa lungo il primo binario che attraversa la Stazione ferroviaria di Ostuni. Stando ad una testimonianza raccolta sul posto dagli inquirenti, il poveretto poco prima di togliersi la vita avrebbe chiesto informazioni in merito all'apertura del bar della Stazione, palesando un aspetto trasandato e un accento marcatamente salentino. Terribile lo scenario che si sono trovati di fronte gli investigatori ed i primi testimoni della disgrazia. Il corpo ridotto a brandelli, irriconoscibile. Pochi ma sostanziali gli elementi che da qui a breve potrebbero consentire il riconoscimento del cadavere:a partire da almeno tre tatuaggi sul corpo (una croce sul pollice della mano sinistra, la scritta "Pina" sul polso del medesimo arto ed un asso di bastoni inciso sulla spalla). Nei pressi della tragedia gli inquirenti hanno rinvenuto anche un braccialetto e un mazzo di chiavi, che presumibilmente potrebbero appartenere alla vittima.
VILLA CASTELLI – Sarà effettuato l’esame del Dna per accertare l’identità dei resti carbonizzati rinvenuti nella Fiat 600 rossa intestata a Paolo Altavilla, il 66enne di Villa Castelli che ha fatto perdere le tracce da lunedì dell’altra settimana. Il perito settore Antonio Carusi ha detto che non si può nemmeno parlare di cadavere tanti sono i danni provocati dal fuoco. Peraltro sui resti non è stato trovato nulla che possa far affernare con certezza che siano quelli dello scomparso.
VILLA CASTELLI - Deciderà lunedì, o comunque nei primi giorni della prossima settimana, il sostituto procuratore Raffaele Casto quando far effettuare l’autopsia sui resti carbonizzati di Paolo Altavilla, 66enne, di Villa Castelli, scomparso da lunedì mattina e della cui scomparsa si era pure interessata la trasmissione della Rai “Chi l’ha visto?”. Il magistrato inquirente per decidere attenderà l’esito degli interrogatori che stanno effettuando i carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana. Anche perché si tratterà di accertare senza ombra di dubbio che i resti carbonizzati appartengano allo scomparso.
SAN MICHELE SALENTINO – Tre carabinieri della locale stazione sono stati iscritti nel registro degli indagati perché ritenuti responsabili di non avere vigilato per impedire che Abdelhafid Es-Saady, 22 anni, fermato per il furto di una bicicletta, si impiccasse mentre era rinchiuso nella camera di sicurezza della caserma.