TARANTO – Elisir San Marzano: non c’è l’ufficialità. Dai dirigenti Telcom nessuna conferma: “Aspettiamo notizie”. Un silenzio che lascia presagire, quanto già si vociferava alla vigilia della scadenza dei termini (venerdì scorso) per il pronunciamento dei creditori sulla proposta di acquisto del Gruppo Casale. Ovvero: l’assemblea avrebbe respinto il concordato. Queste le prime voci, di fatto indiscrezioni in attesa che le fonti ufficiali rendano pubblico il verdetto. Se così fosse, sarebbe tutto da ridisegnare il futuro della Borsci. E tra non poche incognite.
TARANTO - Elisir San Marzano: l’ora del gong. Chiusi i termini per il pronunciamento dei creditori sulla proposta di acquisto del Gruppo Casale, cresce la suspance sul verdetto. Ancora 48 ore e sarà chiaro il futuro della Borsci. L’assemblea dei creditori, sovrana sul destino del marchio, il 12 novembre scorso decise sostanzialmente di guadagnare tempo, decidendo di affidare una risposta definitiva nelle mani del postino. Venti giorni per riflettere e comunicare, singolarmente e via posta, la decisione.
TARANTO – Cadono le ipoteche: congelati così i debiti verso i due maggiori creditori. La cessione della Borsci ora è davvero a un passo. Due le ipoteche destinate ad essere rimosse: la prima conseguenza dei debiti maturati nei confronti dell’Agenzia delle Dogane (che vanta circa 1,7 milioni di arretrato dall’azienda in liquidazione) e la seconda derivante dalle insolvenze in piedi con la Banca Carime (per oltre 600mila euro). Per evitare che il concordato (strumento che consentirebbe di evitare la dichiarazione di fallimento) possa saltare a causa delle ipoteche sospese, l’Ufficio legale delle Dogane di Taranto aveva proposto che, fermo restando i crediti vantati da Dogane e banca, le ipoteche stesse fossero rimosse per favorire l’operazione di cessione e la ripresa produttiva della Borsci.
TARANTO - Congelati i debiti verso i due maggiori creditori: la cessione della Borsci è sempre più vicina. Due le ipoteche destinate ad essere rimosse: la prima conseguenza dei debiti maturati nei confronti dell'Agenzia delle Dogane (che vanta circa 1,7 milioni di arretrato dall'azienda in liquidazione) e la seconda derivante dalle insolvenze in piedi con la Banca Carime (per oltre 600mila euro). Per evitare che il concordato (strumento che consentirebbe di evitare la dichiarazione di fallimento) possa saltare a causa delle ipoteche sospese, l’Ufficio legale delle Dogane di Taranto ha proposto che fermo restando i crediti vantati da Dogane e banca, le ipoteche stesse vengano rimosse per favorire l'operazione di cessione e ripresa produttiva della Borsci.
TARANTO - San Marzano Borsci: primi calici amari, dopo la rinascita. Ci sono voluti mesi di trattative, di lavoro, di mediazioni, per giungere alla proposta di concordato da 5 milioni e 200 mila euro che ha consentito al gruppo societario guidato dall’imprenditore ostunese Raffaele Casale di assumere le redini dello stabilimento e di riavviare la produzione e la commercializzazione dello storico “elisir”. E’ stata, viceversa, sufficiente una “velina” diffusa alla vigilia dell’assemblea dei creditori per creare lo scompiglio, agitare le acque e rimettere in gioco il destino dell’azienda e dei 26 lavoratori, facendo vacillare gli impegni assunti dal gruppo Telcom e ratificati dal Tribunale fallimentare.