BRINDISI - Un debito di 500 mila euro per interventi di messa in sicurezza di una discarica di rifiuti pericolosi, una sorta di bomba ecologica nella zona industriale di Brindisi che rischiava ad un certo punto di restare a cielo aperto e che, a quanto pare, ha già provocato l'inquinamento del sottosuolo. E come se non bastasse, il sospetto, opportunamente girato alla magistratura, che l'azienda debitrice, la francese Veolia che è responsabile degli adempimenti post-chiusura dell’impianto, secondo il contratto pubblico d’appalto stipulato con il Consorzio Asi, sapesse perfettamente di versare in stato di crisi prima di subappaltare ulteriori lavori di "capping" a due ditte brindisine che hanno costituito un'Ati e che attendono ancora di essere pagate.
BRINDISI - Via i sigilli. Il pubblico ministero Giuseppe De Nozza ha disposto il dissequestro della piattaforma polifunzionale per il trattamento dei rifiuti speciali pericolosi (ospedalieri e industriali) di proprietà del consorzio Asi di Brindisi. L’impianto di contrada Pandi, nella zona industriale del capoluogo, passato da Termomeccanica a Veolia, è sotto sequestro disposto dalla procura dal 3 marzo 2009, quasi due anni. Lo sanno i trenta dipendenti che tornano a chiedere quale futuro li attende anche a fronte del fatto che, nelle more del procedimento giudiziario, la gestione della piattaforma è stata assegnata alla Cisa di Massafra con una gara condotta dall’Asi. Tanto quanto i sei indagati finiti nel registro del pm per ipotesi di reato di natura ambientale, attendono di sapere quale sarà la decisione del pm sul procedimento, a fronte della perizia depositata il 10 ottobre scorso che ha pressoché azzerato ogni sospetto sulla legittimità dei rifiuti contenuti negli oltre mille fusti accatastati presso l’impianto.
BRINDISI - Nessun rifiuto non autorizzato, nessuna manomissione ai dati della centralina per il rilevamento di carbonio e dei fumi emessi dall’impianto di termodistruzione di rifiuti ospedalieri e industriali in via Pandi, zona Sisri, leggi impianto Veolia, ex Termomeccanica. Solo una l’incognita, che potrebbe fare la differenza nelle decisioni del pm Giuseppe De Nozza: la provenienza assolutamente anonima dei fusti e del loro contenuto, almeno fino a un attimo prima della perizia disposta dalla procura.
BRINDISI – Con l’acqua alla gola i trenta dipendenti della piattaforma per il trattamento dei rifiuti speciali pericolosi di proprietà del Consorzio Asi di Brindisi. Oggi è scaduta la proroga di sei mesi della cassa integrazione, e la multinazionale francese Veolia, che aveva preso in carico impianti e personale da Termomeccanica, ha avviato le procedure di licenziamento.