Carbonella, il Pd in un vicolo cieco
(Strettamente personale). In tanti, amici e miei lettori abituali, mi hanno chiesto perché non ho scritto più niente su come i partiti, soprattutto a sinistra (ma si può ancora a Brindisi pronunciare questa parola?), stanno affrontando il problema delle candidature in vista delle amministrative della prossima primavera. Chi mi conosce sa quanto sia indifferente ad ogni tipo di potere (grazie a chi me l’ha proposto, ma non sono candidato a niente), e come la difesa strenua della mia autonomia spesso mette in imbarazzo gli stessi miei amici più cari, oltre, in qualche circostanza, a creare disagio alla mia famiglia. Il problema è che Brindisi è una piccola città, dove ci si conosce tutti, e io da qualche tempo ho scelto il piacere della passeggiata serale a Corso Garibaldi, il caffè la mattina all’Ausonia e, a metà mattinata, al Bar del Teatro e mi mette a disagio qualche sguardo torvo, commenti malevoli e sottovoce, accuse di collusione e anche peggio quando non si può replicare (a proposito, le querele prima si fanno e poi si annunciano).