Spaccio, un affare di famiglia: le intercettazioni inguaiano Sternatia e Zuccherofino
OSTUNI - Fiumi di droga nella villetta con vista sul mare. Oltre seicento grammi di hashish nascosti in una borsa. E in casa l’occorrente per pesarla, tagliarla e confezionarla. Un vero e proprio laboratorio artigianale per la produzione degli spinelli, quello rinvenuto nel marzo scorso a due passi dal porto di Villanova. A fare gli onori di casa, al momento dell’irruzione eseguita dagli agenti del commissariato di polizia di Ostuni, ci pensò Biagio Sternatia: 27 anni, pregiudicato del posto, già sottoposto al regime della sorveglianza speciale (con obbligo di soggiorno) e finito più volte nei guai per precedenti specifici legati allo spaccio di sostanze stupefacenti. Con le medesime accuse il giovane veniva così associato presso la casa circondariale di Brindisi. l’attività investigativa ha trovato ulteriore impulso, grazie ad una serie di intercettazioni ambientali che hanno coinvolto lo stesso Sternatia e alcuni suoi familiari, protagonisti di conversazioni all’interno della sala colloqui del carcere, ritenute dagli inquirenti inequivocabili circa il coinvolgimento nell’attività di spaccio di Silvio Zuccherofino: 33 anni, mesagnese, incensurato, di professione barman.