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Sabato, 20 Aprile 2024

Il Giro d'Italia a Francavilla Fontana e Mesagne, tra ricordi ed entusiasmo

Le due città in festa per la tappa Matera-Brindisi si sono tinte di rosa: tanti i bambini che hanno assistito al passaggio dei ciclisti

Francavilla Fontana

“Sono a Grottaglie, fra poco arriveranno qui. Questa è la frase che è passata di bocca in bocca intorno alle tre di oggi pomeriggio (venerdì 9 ottobre). “Loro” – sottinteso – sono i ciclisti del giro d'Italia, “qui” è Francavilla Fontana. La città era in fermento da giorni, le strade sistemate in tempo per il passaggio della tappa Matera-Brindisi. Tanti, bambini e non, assiepati in via Di Vagno, via San Francesco e nelle altre strade che sarebbero state di lì a poco attraversate dai corridori. L'attesa è stata tutta un commentare, un ricordare – l'altro passaggio, il secondo in città, quello del 1998 –, un chiedere al vicino “dove stanno ora”? Bimbi con i palloncini, ragazze in maglia rosa. E anche spettatori che ricordano il 1998, “c'era Marco Pantani”. I bar, che solitamente chiudono alla “controra” (quella parte della giornata che va dall'immediato dopo-pranzo fino alle quattro del pomeriggio) sono rimasti aperti. Uno, due caffè in attesa dei ciclisti. In genere, le strade della città per queste ore restano deserte. Ma non oggi, oggi c'era il giro d'Italia. E chi se lo perde?

Poi, poco dopo le tre e un quarto, il boato nella città: stanno passando, sono arrivati “qui”. La festa è durata poco, erano molto rapidi. Ma l'emozione, quella no, soprattutto negli amatori e nei ciclisti dilettanti che hanno assistito all'evento. I boati, gli applausi, gli incoraggiamenti sono stati tanti quanti i gruppi che hanno attraversato Francavilla Fontana. Poi, le auto con le biciclette e le ambulanze d'ordinanza. I ciclisti del Giro hanno proseguito verso la via per Brindisi, destinazione Mesagne. Ma le strade di Francavilla non sono rimaste deserte, come sempre accade alla “controra”. Oggi no, oggi i francavillesi sono rimasti a commentare una giornata a suo modo storica.

Mesagne

Palloncini rosa, l’allegro vociare dei bimbi, le risate degli adulti e il continuo suono dei fischietti legati al polso come gadget: questo l’esuberante clima di festa che ha preceduto e accompagnato la carovana rosa del Giro d’Italia, tornata a Mesagne ben dopo quarantanove anni, da quel lontano 1971 in cui gli sprinter sfrecciarono per la prima volta in via Brindisi e via Marconi.

Come previsto, l’arrivo in città, è avvenuto intorno alle 16 ma un fiume di mesagnesi già alle 14 si era recato sul posto per guadagnarsi l’ambito posto in prima fila e riprendere coi cellulari e reflex un evento eccezionale che l’intera città ha voluto celebrare, perché simbolo della vita che continua, anche se il problema Covid-19 c’è.

Giro d'Italia a Mesagne

Dai piccoli e giovani atleti della scuola calcio “Santissima Annunziata”, a chi già aveva vissuto l’emozione rosa del Giro d’Italia 1971, passando per i gruppi sportivi, le scolaresche e intere famiglie. Tutti a bordo strada rigorosamente calzando la mascherina. “Volevamo enfatizzare l’occasione perché rimanga impressa nella nostra memoria di sportivi” dice Giovanni Guarini, presidente dell’associazione “Atletica Mesagne” che già alle 6.30 di questa mattina ha festeggiato con i suoi atleti il grande evento: stretching e poi allenamento, indossando le t-shirt realizzate proprio in occasione del Giro d’Italia.

Una settima tappa, quella di Matera- Brindisi di 143 chilometri che ha visto trionfare il francese Arnaud Dèmare (Groupama Fdj), assaporata dal signor Cosimo Serio di 86 anni che, per la giornata, ha sfilato a bordo di una bici da lui stesso costruita con pedalata al contrario, chi ha raccontato l’emozione rosa di Fausto Coppi, Gino Bartali e Francesco Moser del 1971 e chi, addirittura, come Alessandro Scialpi, è stato ispirato a vergare una poesia, “Le emozioni mesagnesi” e a distribuirla in giro, tra chi si apprestava a entrare nella storia sportiva italiana. Una città in festa, un tripudio di colori, la presenza di tanti giovanissimi, simbolo che lo sport, quello che ha fatto e che continua a fare la storia, batte nel cuore di intere generazioni.

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