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Studenti di Ingegneria nelle tenebre, Cittadella abbandonata a se stessa

BRINDISI - Sia che usufruiscano della biblioteca per studiare, o che frequentino le lezioni pomeridiane, quando lasciano la palazzina delle aule, fuori li attendono le tenebre più fitte. Qualche centinaio di metri da percorrere illuminando il percorso con i faretti o la scarsa luce degli schermi degli smartphone, poi ecco il parcheggio all'ingresso del complesso, con la pensilina dove si ferma il bus che riporta a casa le ragazze e i ragazzi che non sono muniti di auto.

Sono gli studenti dei corsi di Ingegneria industriale o Aerospaziale del polo di Unisalento, ubicato nella Cittadella della Ricerca, di cui si parla di tanto in tanto per promettere il rilancio e nuova vita per quanto riguarda gli studi e le attività scientifiche pubbliche e private per poi spegnere, nel vero senso della parola, i riflettori. Cittadella è un luogo lasciato al buio e all'abbandono, e il problema riguarda anche i tanti ricercatori di Enea, Cetma, Cnr, Cedad e altre società che vi operano ancora, malgrado tutto.

E dire che da tempo, sul lato opposto, quello lungo la ferrovia Brindisi-Taranto, è operativa anche la fermata dei treni regionali. Anche lì un percorso da fare al buio. Si può essere investiti - perchè nel complesso le auto private all'ora di uscita sfrecciano lungo i viali privi di illuminazione -, aggrediti, rapinati, derubati. Esiste, come è evidente e comprensibile, anche un problema di sicurezza oltre al disagio.

A questo è ridotto il fiore all'occhiello della ricerca e della formazione della provincia di Brindisi, che ospita anche le sedi del Distretto tecnologico aerospaziale della Puglia e del Distretto nazionale dell'energia, e l'Istituto tecnico superiore per tecnici specializzati delle costruzioni aeronautiche e della cantieristica da diporto. Promesse e impegni tanti, fatti zero.

Un declino strutturale cominciato quanto una delle passate amministrazioni provinciali decise la liquidazione (ingiustificata) della società che amministrava il complesso, pilotandola verso il fallimento - presentandola come una operazione di efficientamento -  seguito poi dalla decisione assurda di non rinnovare il contratto con il gestore della grande foresteria.

Il risultato è stato: chiusura e mai più riapertura della foresteria, dove alloggiavano gli studenti dotati di borse di studio, licenziamento degli addetti ai servizi interni (guardiania, portierato, amministrazione, incluse le categorie protette), taglio del sostegno pubblico al polo universitario con abbandono di Cittadella da parte della Facoltà di Scienze sociali con 1200 studenti, spostata a Lecce, eliminazione del servizio di vigilanza, sino alla disattivazione della pubblica illuminazione.

Si può dire che tutto ciò è una vergogna? Con la massima comprensione per le difficoltà enormi in cui versano le finanze degli enti Provincia, in particolare di quella di Brindisi, proprietaria di tutte le strutture del complesso di Cittadella della Ricerca, ciò non può essere una giustificazione per l'immobilismo imperante. Una soluzione va trovata subito, assieme alla Regione e al Comune di Brindisi. Abbiamo visto di tutto, dalle passerelle elettorali al finto stupore della politica, ma i fatti stanno ancora a zero.

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