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Giungla urbana in via Cappuccini tra aste e attese di verde pubblico

BRINDISI - Nel 2016 la questione finì in consiglio comunale, con l'impegno della allora giunta Carluccio a bonificare il sito e a farne un'area a verde attrezzato a disposizione del rione. Ma quella esperienza amministrativa, come è noto, ebbe vita breve. In realtà la bonifica e la destinazione a verde pubblico del complesso di case popolari comunali al civico 24 di via Cappuccini risale, come ricordò sempre nel 2016 l'allora consigliere comunale Mauro D'Attis, al progetto di rigenerazione urbana del rione omonimo approvato anni prima dall'amministrazione Mennitti, poi passato a quella Consales nel 2013.

Ma nulla è stato fatto, proprio perchè a Brindisi è molto difficile dare continuità amministrativa ai percorsi intrapresi da amministrazioni precedenti. Insomma, è raro che si ricominci da tre, o che si stia sul pezzo anche se l'operazione può essere ampiamente condivisa. Infatti tutto è cambiato con l'ultima gestione commissariale, quando l'esigenza del Comune di fare cassa ha avuto la prevalenza sul resto, e l'area delle ex case comunali di via Cappuccini è stata inserita tra i beni alienabili da parte della municipalità di Brindisi. Come è noto, l'asta in questione è andata deserta e si sta passando alla replica, ovviamente abbassando i prezzi di partenza.

A chi potrebbero interessare quelle case popolari da abbattere, operazione dal costo stimato nel 2016, secondo il proponente Mauro D'Attis, in circa 400mila euro? A qualche impresa edile che ovviamente dovrebbe acquistare a prezzi di assoluta convenienza, per poi costruire un nuovo complesso residenziale, magari con spazi commerciali. Ammesso che il mercato locale delle vendite immobiiliari sia considerato favorevole e la cosa sia fattibile dal punto di vista urbanistico sia con gli strumenti vigenti che con il futuro Pug. Insomma, discorso complesso.

Ma non bisogna dimenticare che alle spalle delle case comunali c'è anche un lotto in abbandono di proprietà della Provincia a complicare la situazione. ma ora che il sindaco Riccardo Rossi è diventato anche presidente dell'amministrazione provinciale, una strada si potrebbe trovare. E quella più utile per il rione Cappuccini sarebbe poter disporre un giorno non lontano di un pezzo di verde attrezzato, essendo la parte del quartiere Commenda più soffocata dal traffico e priva di spazi di condivisione sociale. Ma il Comune dove andrebbe a pescare i soldi per la costosa operazione? Da qualche bando regionale, non ci sono altre possibilità

D'Attis nel 2016 parlò di una possibile permuta tra il Comune di Brindisi e privati, basata sul do ut des: il Comune avrebbe ceduto un'area di sua proprietà ad una impresa, l'impresa avrebbe in cambio proceduto al risanamento del complesso abbandonato di via Cappuccini. Ma anche per questo percorso vale il discorso fatto per le convenienze proposte dall'asta dei beni comunali in fase di replica. Per puntare decisamente sul verde attrezzato bisogna fare una scelta politica ed amministrativa netta.

Intanto il sito è diventato un luogo infestato dalla vegetazione spontanea, devastato, ricettacolo di rifiuti, pericoloso perchè a rischio cedimenti, ma penetrabile da parte anche dei bambini oltre che da senza casa di passaggio, nel pieno della strada principale del rione e a due passi dall'ex ospedale Di Summa. Un piccolo pezzo di giungla urbana, a poco meno di dieci anni dall'abbandono da parte delle famiglie che lo abitavano, trasferite alle case parcheggio del rione Sant'Angelo. Già, parcheggio, provvisorietà, attese, cambi nei progetti originari. Ma per non fare poi nulla. Almeno sino a questo momento.

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