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Malattie croniche dell'apparato gastrointestinale, il nemico poco conosciuto

Sempre più pazienti affetti da queste patologie. Il Perrino di Brindisi si è dotato da un anno di una unità operativa dipartimentale di Gastroenterologia ed Endoscopia, il cui responsabile è il dottor Paolo Tonti

BRINDISI - Aumentano le persone affette da patologie croniche che colpiscono l’apparato gastrointestinale, addirittura in Italia sono 200mila i casi stimati e, anche se a Brindisi la media è in linea con quella nazionale, è stato necessario, nel novembre 2020 attivare e potenziare il reparto di pertinenza. Circa un anno fa, infatti, l’ospedale Perrino di Brindisi si è dotato di una unità operativa dipartimentale di Gastroenterologia ed Endoscopia, il cui responsabile è il dottor Paolo Tonti.

Noi di Brindisireport siamo andati a intervistarlo. Il dottor Tonti ha subito tenuto a specificare che “solo grazie all’intuizione del direttore sanitario dell’Asl di Brindisi, il dottor Andrea Gigliobianco, e del direttore generale Giuseppe Pasqualone siamo riusciti a soddisfare la necessità di tanti pazienti brindisini, un tempo costretti a veri e propri esodi verso i nosocomi di Bari e Castellana, per potersi sottoporre ad esami e cure specifiche”. 

Sono soprattutto due le malattie in aumento nei paesi occidentali, la retto colite ulcerosa e il morbo di Crohn. Queste patologie colpiscono sempre più giovani e spesso vengono diagnosticate anche in età pediatrica. La frequenza dei casi è in aumento nelle zone urbanizzate e diminuisce nelle zone rurali. Sono malattie non trasmissibili e non è stata ancora individuata la causa specifica. Estrema importanza assumono i fattori genetici. Purtroppo, queste malattie in alcuni casi diventano fortemente invalidanti, in particolar modo nei periodi di fase acuta della malattia. Il problema è che spesso le persone affette da queste patologie sembrano apparentemente sane e non sono riconosciute come soggetti fragili, per questo motivo molti, anche grazie all’avvento dei social media, si sono associati in gruppi formali e informali, con l’obiettivo di non rimanere “invisibili”. Fortunatamente, la scienza muove i suoi passi e come dice il dottor Tonti “se prima il 50 per cento delle persone affette dal morbo di Crohn finiva in sala operatoria, oggi, grazie ai nuovi farmaci, questa percentuale è in diminuzione”. 

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