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Giovedì, 25 Aprile 2024

Carcere di Brindisi sovraffollato: "Impossibile la rieducazione del detenuto"

Oggi la visita di una delegazione del Partito Radicale e di Nessuno tocchi Caino nella casa circondariale in via Appia. "Attualmente 183 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 114. Solo 30 hanno la possibilità di svolgere un lavoro"

Complicata la situazione nel carcere di Brindisi, in linea con quanto avviene in gran parte delle case circondariali italiane. Fra sovraffollamento, spazi angusti, presenza di persone affette da tossicodipendenza e soggetti psichiatrici, diviene impossibile ottemperare alla funzione rieducativa della detenzione. Lo ha spiegato a BrindisiReport l’onorevole Rita Bernardini, al termine di una visita presso l’istituto di pena di Via Appia effettuata stamattina (giovedì 26 agosto) da una delegazione del partito Radicale e di Nessuno Tocchi Caino, cui hanno partecipato anche gli onorevoli Sergio D’Elia, Elisabetta Zamparutti insieme a Giovanni Zezza, Anna Briganti, Cosimo Lodeserto, Fabio Di Bello, Silvia Camon, Barbara Mennitti e Stefano Caliciuri. L’iniziativa è scaturita da una serie di aggressioni ai danni di agenti della Polizia Penitenziaria che si sono svolte nelle scorse settimane. 

Su 183 persone attualmente detenute (a fronte di una capieza regolamentare di 114), sono 111 quelle con sentenza definitiva. Solo 30 hanno la possibilità di svolgere un lavoro. Quarantasette persone sottoposte a trattamento metadonico per problemi di tossicodipendenza. Sono 17, invece, i casi psichiatrici. A tal proposito la delegazione ha incontrato lo psichiatra responsabile di questo e di altri istituti pugliesi, il quale, come spiegato da Rita Bernardini, ha raffigurato una “situazione drammatica”, figlia anche di una chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari “fatta male”. “Nelle carceri - spiega la Bernardini - ci sono persone che non dovrebbero starci, con disagi psichiatrici importanti”.

Riguardo alle aggressioni, sono tre i casi singoli di persone con problematiche psichiche riscontrati nell’ultimo periodo. Le celle sono aperte per otto ore al giorno, divise fra i cosiddetti passeggi di cemento, in cui il caldo è asfissiante, e le salette della socialità, che però non bastano per tutti. La Bernardini elogia la direttrice e il comandante del carcere per la professionalità con cui gestiscono la struttura, affrontando notevoli problematiche. La situazione, come detto, è critica a livello nazionale. Una delle proposte avanzate al ministro della Giustizia, Marta Cartabia, dai Radicali e da Nessuno tocchi Caino consiste nella richiesta di riduzione della popolazione detenuta, tramite l’istituto della liberazione anticipata speciale. Basti pensare che in carcere entrano anche persone che devono scontare appena un mese di pena. 

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