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Giovedì, 28 Marzo 2024
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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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Noi, vittime quotidiane di una violenza sottovalutata

Il commento del direttore Marcello Orlandini, aggredito nelle campagne di Ostuni dopo essersi qualificato come giornalista, sui quotidiani episodi di violenza ai danni di persone prese di mira mentre svolgono il proprio lavoro

Buongiorno, sono un giornalista che all’1 del mattino è uscito per raccontare un’altra storia dopo aver appena terminato una lunga giornata di lavoro. Buongiorno, sono un medico di pronto soccorso, un operatore del 118 di una Asl napoletana. Buongiorno, sono il conducente di un autobus dell’ultimo turno, che circola nelle periferie di Milano e Roma. Buongiorno, sono un agente di polizia locale, un controllore sui treni, un taxista, un qualsiasi incaricato di pubblico servizio di una qualsiasi città del nostro Paese. 

Di noi dicono che siamo sciacalli, bugiardi, ruba stipendi, incompetenti, responsabili di tutti i mali che possono capitare a una persona: siamo tutti uguali e colpevoli, per chi si alimenta – e alimenta - di ignoranza e violenza. Colpirci è praticamente gratis, anche perché sempre secondo alcuni siamo noi a metterci nei guai, a provocare, a suscitare la rabbia altrui. 

Aggressione al direttore Orlandini: tanti attestati di solidarietà

Loro meritano comprensione perché hanno agito in preda al dolore e alla paura, oppure all’esasperazione, noi invece le percosse e anche peggio dobbiamo tenercele, e aspettarcele ancora. Buongiorno: pensate che questa sia civiltà, democrazia, convivenza civile? Pensate che centinaia di aggressioni nelle strutture sanitarie, nelle città, sui mezzi pubblici, sui mezzi di trasporto siano un dato statistico e fisiologico della nostra epoca? Che mille morti sul lavoro all’anno siano una conseguenza accettabile in una società industriale?

Io so che chi in queste ore ha espresso solidarietà e condanna per ciò che è accaduto a me, e chiedo scusa se non sono riuscito a rispondere ad ognuno, è convinto che tutto questo non sia giusto e giustificabile in alcun modo. Li ringrazio, ringrazio l’Ordine dei Giornalisti e l’Assostampa per la loro, ennesima ferma condanna e vicinanza al collega: non so in quanti siamo, ormai, a leccarci le ferite e a convivere con minacce costanti e gravissime, a subire insulti, e a fare i conti con iniziative giudiziarie temerarie, continuando a fare il nostro mestiere. Tanti.

Ringrazio il medico e il personale paramedico che mi hanno curato con attenzione e competenza al Pronto soccorso dell’ospedale di Ostuni, il poliziotto che è riuscito a sottrarmi al linciaggio, il mio editore, i miei colleghi, i carabinieri, gli agenti, i finanzieri, i rappresentanti delle istituzioni nazionali e regionali, delle associazioni, degli enti, i magistrati, i miei amici che mi hanno scritto o telefonato. Io faccio solo il mio lavoro. 

Mi è andata bene, tutto sommato: non sempre è questo l’esito per tutti coloro che vengono colpiti in una giornata che dovrebbe essere di impegno ordinario. Sono indignato perché ieri una collega di Telenorba, Anna De Feo, e l’operatore Orazio Corbascio hanno rischiato di essere le vittime di turno per mano delle stesse persone che hanno aggredito me. Io ho sporto denuncia, e mi attendo che i responsabili di questi episodi vengano identificati e perseguiti. 

Non bisogna stancarsi di pretendere giustizia, e bisogna respingere ogni sottovalutazione, ogni colpevolizzazione delle vittime: ammesso che ci sia stato un errore reale o presunto a fare da miccia alle aggressioni, l’aggressione stessa – diventano sempre più improntate alla furia cieca – non devono trovare la minima giustificazione non solo da parte dell’opinione pubblica, ma soprattutto da parte di chi deve garantire l’incolumità dei cittadini.

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