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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Carovigno

"Dammi i soldi o vediamo roghi": richieste estorsive a tre imprenditori

Minacce e intimidazioni per ottenere somme di denaro, per l'acquisto di un cellulare o per dei lavori da fare in casa

CAROVIGNO – Anche tre tentativi di estorsione vengono contestati a quattro fra le 20 persone arrestate stamattina (giovedì 30 gennaio) dai carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni al comando del capitano Antonio Corvino e del tenente Alberto Bruno, comandante del Norm, nell’ambito dell’operazione Bronx. 

L’inchiesta trae origine proprio da una denuncia sporta, nel settembre 2018, dal commerciante Jacopo Russo, candidato al consiglio comunale di Carovigno in occasione delle elezioni amministrative del maggio 2018. Il candidato, nel corso della campagna elettorale, sarebbe stato “più volte minacciato e picchiato -  si legge nell’ordinanza - da Armando Caccetta”, il quale rivendicava un credito pari a 500 euro riferito all’utilizzo, da parte di Russo, di un locale commerciale. Fra le intimidazioni subite, vi è stato anche il ritrovamento di una testa di gatto davanti all’ingresso della sua abitazione. 

Ma in realtà, come emerso dai contenuti delle conversazioni telefoniche intercettate dagli inquirenti, l’indagato “non vantava alcuna pretesa legittima nei confronti della vittima”, sprofondata in una situazione di grande preoccupazione a causa dei messaggi minatori ricevuti, fra cui: “Vedi di darmi i soldi altrimenti qua vediamo roghi”. 

Secondo gli investigatori, dunque, non vi sono dubbi sul fatto che Caccetta abbia posto in essere un tentativo di estorsione nei confronto di Russo. Quest’ultimo, fra l’altro, ha subito un’ulteriore atto intimidatorio pochi giorni fa, la notte del 22 gennaio, quando la parte antistante all’ingresso della sua abitazione è stata cosparsa di gasolio. Su questo episodio stanno indagando i carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni. Al momento non vi sono ancora elementi per stabilire un collegamento con la tentata estorsione del 2018. 

Non sempre le minacce e le intimidazioni erano finalizzate all’ottenimento di una somma di denaro. Un piccolo imprenditore di Carovigno, infatti, da quanto emerso nell’inchiesta, nel gennaio 2019 avrebbe subito forti pressioni da parte di Giovanni Saponaro, affinché “effettuasse riparazioni nell’abitazione del predetto (Saponaro, ndr) e dei suoi familiari senza ottenere alcun corrispettivo”. Lo stesso commerciante, inoltre, è stato minacciato di morte “qualora non si fosse adoperato, immediatamente, nell’acquistare un telefono cellulare di pregevole fattura per la moglie”. 

Un terzo, presunto, tentativo di estorsione sarebbe stato perpetrato da parte di Cosimo Saponaro e Francesco Leo nei confronti di un imprenditore edile di Carovigno. Questi, nel maggio 2018, avrebbe ricevuto una richiesta di una percentuale di due euro a metro quadro sulle opere realizzate dall’azienda di sua proprietà. Tale richiesta sarebbe stata reiterata almeno altre due volte nei mesi successivi. Nell’aprile 2019, la vittima trovò nella sua cassetta delle lettera una busta priva di francobollo e di destinatario contenente un foglio recante la seguente scritta stampata al computer: “Ti ho già avvertito una volta ma non vuoi capire, prepara 30.000 euro entro due giorni a partire da oggi”. 

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