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Lunedì, 29 Aprile 2024
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A cura di Blog Collettivo

La violenza di Pinocchio: tanti Lucignolo ma pochi grilli parlanti

Le riflessioni dello psicologo e psicoterapeuta Vito Brugnola, alla luce del recente episodio di violenza che si è verificato a Brindisi

Le cronache locali sono nuovamente segnate da episodi di violenza che sfociano puntualmente di notte nei luoghi che dovrebbero essere di svago e all’insegna della felicità civile. In questo ambito, le dinamiche cittadine seguono fedelmente i processi nazionali dove, a macchia di leopardo, si segnalano violenze analoghe.
Sparatorie, risse tra ragazzini, sguardi di sfida, litigi che sfociano in ricoveri ospedalieri: ci si chiede se la “movida” sia un arco temporale o un documentario in salsa sudamericana sulla violenza e la devianza di una parte della società.

Ed eccoci qui, pronti al classico e ben navigato canovaccio ciclico di stupore, indignazione e insabbiamento, D’altronde tra qualche giorno è di nuovo weekend, ci si affiderà alle pattuglie estemporanee, al senso d’allarme momentaneo e alla fortuna. L’impressione è che si provi a raccogliere l’acqua con le mani davanti un allarme sociale su cui abbiamo fatto l’abitudine a convivere, pervasi da un senso d’impotenza.

Gli operatori del settore da tempo segnalano enormi vulnerabilità nel linguaggio adolescenziale, troppo incline ad utilizzare la violenza come strumento utile di risoluzione per i casi in cui la forza deve prevalere, e il rispetto è un valore da incentivare col danno fisico. Gli istituti scolastici intervengono dove possono, seppur limitati da un ridimensionamento del proprio riconoscimento educativo come elemento fondante di una società civile, le famiglie non sempre sembrano capaci di contenere ed insegnare ai propri figli, bombardati da una dilagante cultura del ghetto e le forze di polizia, in costate ridimensionamento, intervengono ma non in maniera risolutiva. 

Serve un intervento complesso, deciso e che comprenda tutti gli attori di questo deprecabile teatro: l’abuso di sostanze alcoliche e psicotrope non può sostituirsi al desiderio sano della socializzazione, eppure sembra essere il riempitivo di relazioni sempre più vuote di valori e scopi costruttivi. D’altronde, cosa sarebbe un locale senza alcol e senza fumo? 

Eppure queste sostanze anziché essere malviste e poco tollerate, diventano l’immancabile innesco di azioni impulsive, davanti una società che preferisce voltare lo sguardo per comodità o per mero ritorno economico. 

Dalla prevenzione capillare e decisa, sino all’attuazione esemplare del controllo e del pagamento delle conseguenze dei propri comportamenti, passa la sfida della correzione delle abitudini di tanti ragazzi.  Che sia morale, civile e utile è fuori discussione, ma non ci impegniamo fino in fondo. 

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