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Domenica, 28 Aprile 2024
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A cura di Blog Collettivo

Vendemmia 2023: "Annata tremenda, il governo intervenga a sostegno del settore"

Carmine Dipietrangelo di Tenute Lu Spada: "La Regione Puglia ha riconosciuto le eccezionali avversità atmosferiche e i danni arrecati, adesso spetta al governo nazionale intervenire"

La vendemmia 2023 in Italia come in Puglia e a Brindisi sarà ricordata da gran parte dei viticoltori come un’annata tremenda e dovrà rappresentare certamente un passaggio cruciale per il futuro del settore vitivinicolo chiamato ad una necessaria capacità di reazione e di innovazione. L’annata ha scontato soprattutto il cambiamento climatico che per i nostri vigneti, abituati a ben altro clima (quantità e periodo di pioggia, umidità, caldo) sta diventando un problema strutturale che richiede una adeguata consapevolezza nei trattamenti, nelle coltivazioni e nei prodotti.

Non vanno pertanto sottovalutate la quantità e le conseguenze strutturali dei danni sul nostro territorio provinciale la cui superficie agraria per circa 10.000 ettari è impegnata da vigneti da uva di vino e dei quali circa 3.500 ettari ricadano nel solo territorio di Brindisi e Mesagne che tra l’altro costituiscono l’areale della Brindisi Doc.

La peronospora la cui aggressività a memoria del settore non ha avuto precedenti è anche la conseguenza di questo mutamento. La peronospora ha colpito in gran parte delle regioni viticole italiane dalla Sicilia, alla Puglia per arrivare al Molise all’Abruzzo, alle Marche, all’Umbria. Ci sono zone dove addirittura si è rinunciato alla vendemmia.Non si tratta di mal comune mezzo gaudio, ma questa è stata la vendemmia per molte realtà e territori. L’Italia quest’anno perderà a favore della Francia il primato della maggiore produzione di vino.

Nonostante ciò, l’impegno e la professionalità di molti produttori ha mitigato parte degli effetti negativi e la qualità delle uve salvate. Ma se è diminuita notevolmente la produzione e la qualità delle uve rimaste e vendemmiate è stata buona, i prezzi delle uve e del vino in giacenza sono stati e sono ancora troppo bassi a tal punto da far pensare a qualche fenomeno speculativo. La qualità comunque va detto non compensa, per molti dei produttori, la quantità di prodotto perso. La nostra azienda, per esempio, ha subito un calo produttivo attorno al 60% ben oltre le previsioni negative fatte prima della vendemmia. Il caldo eccessivo e continuo, oltre ai danni della peronospora, ha ridotto il peso delle uve. Le difficoltà create dalla peronospora hanno richiesto grande impegno e maggiori costi per cercare di salvare l’annata. Costi e impegni notevolmente e ulteriormente aumentati per chi pratica, come noi, viticoltura biologica che risulta la più colpita. 

I danni rimangono pesanti e hanno avuto una ripercussione sull’economia dei territori, sui redditi delle famiglie impegnate nel settore e già compromessi per i prezzi bassi dalla scorsa annata, sull’occupazione e sull’indotto che anche nel territorio come il nostro hanno una certa importanza. Meno reddito e meno occupazione. Gli agricoltori ci mettono tutti i loro sacrifici, si accollano rischi crescenti, vanno avanti nonostante tutto e tutti, ma diventa sempre più difficile fare fronte senza conseguenze ad una annata come questa. 

Rimarrà la soddisfazione di fare degli ottimi vini che però non ripagheranno dei sacrifici e dei lavori fatti per portare a termine questa difficile annata. Ma se non bisogna abbattersi bisogna essere consapevoli che sono necessari interventi di sostegno pubblico e finanziario se non si vogliono pregiudicare le stesse prospettive del settore.

L’attenzione da parte delle istituzioni locali, del Governo nazionale e regionale anche dopo la delibera regionale del 25 settembre relativa alla “Proposta urgente al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste di declaratoria delle eccezionali avversità atmosferiche. Piogge persistenti Aprile-Giugno 2023. Territori di comuni delle province di Foggia, Bari/BAT, Taranto, Brindisi e Lecce: accesso al Fondo di Solidarietà”, non può esaurire il loro impegno. 

La regione Puglia ha quantificato nella provincia di Brindisi, per le uve da vino, una mancata produzione del 60% e un danno economico per i produttori di circa 30.000.000 di euro con queste motivazioni: “Per i vigneti di uva da vino si registra un notevole decremento produttivo a causa dei severi attacchi della peronospora favorita dall’andamento climatico piovoso. Le infezioni continue hanno provocato in molti areali la perdita dei grappolini già nella fase di fioritura, per proseguire poi con la forma “larvata” sui grappoli in accrescimento. In molti casi le foglie e i tralci risultano compromessi con ripercussioni sull’annata successiva. Diversi giovani impianti non ancora in produzione sono stati perduti. I vigneti condotti con il metodo di coltivazione “biologico”, sono i più danneggiati e in molti casi lo risultano totalmente.”

Ci vogliono allora misure conseguenti. Il governo nazionale deve attivare subito le procedure che riconoscano la calamità eccezionale richiesta dalla Regione e non semplici palliativi e dichiarazioni di solidarietà. Sono necessari interventi a sostegno dei redditi, dei crediti bancari e garantirli con tempestività. Le associazioni di categoria, i consorzi di tutela assieme ai produttori, dovrebbero vigilare e se necessario lottare perché ci siano le necessarie e adeguate risposte e risorse da parte del governo. E questo non solo per fronteggiare l’emergenza ma anche e soprattutto per dare forza e sostegno ad un settore ancora dalle grandi potenzialità territoriali.

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