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Amati: "Rischio idrogeologico: in Puglia siamo in guerra"

BARI - “Dai rapporti pubblicati sul rischio idrogeologico in Puglia emergono dati che ci dicono che siamo in guerra anche se un primo piccolo spiraglio sembra aprirsi: stiamo per firmare un Accordo di programma quadro con il Ministero dell’Ambiente che prevede un piano condiviso di mitigazione del rischio idrogeologico e stiamo per questo lavorando ad un dettagliato programma di investimenti sui singoli comuni, non perdendo mai di vista la tutela delle vite umane”.

BARI - “Dai rapporti pubblicati sul rischio idrogeologico in Puglia emergono dati che ci dicono che siamo in guerra anche se un primo piccolo spiraglio sembra aprirsi: stiamo per firmare un Accordo di programma quadro con il Ministero dell’Ambiente che prevede un piano condiviso di mitigazione del rischio idrogeologico e stiamo per questo lavorando ad un dettagliato programma di investimenti sui singoli comuni, non perdendo mai di vista la tutela delle vite umane”.

E’ quanto ha detto questa mattina a Bari l’assessore regionale alle Opere pubbliche e Protezione civile Fabiano Amati nel corso della presentazione dell’ottava edizione di “Operazione Fiumi 2010”, la campagna itinerante di sensibilizzazione e informazione sul rischio idrogeologico, promossa da Legambiente e dalla Protezione civile, che si svolgerà in Puglia il 29 e 30 ottobre prossimi sul fiume Fortore.

Nel corso dell’incontro sono stati resi noti anche i dati relativi alla Puglia di “Ecosistema Rischio 2010”, il dossier sul monitoraggio delle attività dei Comuni per la mitigazione del rischio idrogeologico, che ha evidenziato come ben  il 75% dei comuni intervistati (25 comuni che hanno risposto al questionario su 48 contattati) ha nel proprio territorio abitazioni in aree golenali, in prossimità degli alvei e in aree a rischio frana e nel 46% dei casi sono presenti, in tali aree, interi quartieri. In poco meno della metà dei comuni campione dell’indagine, sono presenti strutture e fabbricati industriali in aree a rischio.

I dati raccolti hanno evidenziato come lo sviluppo urbanistico non abbia tenuto conto del rischio idrogeologico. “In una situazione come quella che caratterizza la nostra regione – ha dichiarato Amati -  dobbiamo pretendere che nasca un forte stato di indignazione, inteso come motore dell’agire e non solo come semplice protesta, che induca sia il mondo politico che quello amministrativo a mettere in campo azioni e finanziamenti utili alla realizzazione delle opere di mitigazione del rischio. Il problema consiste nel riuscire a mettersi d’accordo su quali siano le reali priorità e comportarsi di conseguenza. Purtroppo ancora oggi la politica e le amministrazioni non mi sembra che abbiano eletto l’argomento a priorità. Dobbiamo prendere atto – ha concluso l’assessore - del fatto che siamo un paese che possiede uno straordinario sistema di reazione che si attiva però solo di fronte a disgrazie”.

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