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Greenpeace accusa, Enel querela

BRINDISI – Finirà ancora una volta a denunce e querele lo scontro tra Greenpeace ed Enel sulle emissioni delle centrali a carbone del maggiore gruppo energetico italiano ed uno dei maggiori d’Europa, e ancora una volta l’epicentro è Cerano. Stamani gli attivisti di Greenpeace hanno agito in un area non Enel nei pressi della termoelettrica “Federico II”, quindi fuori portata da denunce legate all’intrusione in aree private Enel, e hanno tratteggiato una grande sagoma raffigurante un cadavere al suolo (come le tracce di gesso lasciate dalla polizia scientifica sulle scene del delitto) con l’accompagnamento di striscioni con la scritta “Enel Killer”.

BRINDISI – Finirà ancora una volta a denunce e querele lo scontro tra Greenpeace ed Enel sulle emissioni delle centrali a carbone del maggiore gruppo energetico italiano ed uno dei maggiori d’Europa, e ancora una volta l’epicentro è Cerano. Stamani gli attivisti di Greenpeace hanno agito in un area non Enel nei pressi della termoelettrica “Federico II”, quindi fuori portata da denunce legate all’intrusione in aree private Enel,   e hanno tratteggiato una grande sagoma raffigurante un cadavere al suolo (come le tracce di gesso lasciate dalla polizia scientifica sulle scene del delitto) con l’accompagnamento di striscioni con la scritta “Enel Killer”.

L’operazione è stata filmata sia a terra che da un elicottero noleggiato appositamente sempre da Greenpeace (vedi il video in questa stessa home page). L’azione è avvenuta prima dell'assemblea degli azionisti dell'Enel, che si riunisce a Roma oggi pomeriggio, e per pubblicizzare i contenuti di uno studio freso noto da Greenpeace in cui si attribuisce all’uso del carbone nelle centrali un morto al giorno solo in Italia. Va detto che tuttavia il carbone è utilizzato nel nostro Paese anche da acciaierie e altri gruppi produttori di energia elettrica (a Brindisi, Edipower).

Enel, dal canto proprio, ha annunciato sempre oggi e in seguito all’ennesimo blitz ambientalista, di aver avviato un'azione giudiziaria contro Greenpeace con una richiesta di riconoscimento di danni provocati alla propria immagine “dalla campagna diffamatoria che l'associazione sta da tempo conducendo contro l'azienda sulla base di argomentazioni false e pretestuose”. Enel ritiene che la campagna di Greenpeace sia “una campagna gravemente denigratoria e priva di fondamento”.

Le attività dell'azienda - sottolinea la società – “sono sottoposte alle norme e ai controlli delle istituzioni locali, nazionali e internazionali e si svolgono nel pieno rispetto delle leggi che tutelano l'ambiente e la salute”. Contro l'attività di Enel oltre al blitz condotto oggi a Brindisi, anche un presidio a Roma, dove è in corso l'assemblea degli azionisti. Enel sottolinea che “circa metà della energia elettrica che il Gruppo produce è priva di qualunque tipo di emissione, compresa l'anidride carbonica: una percentuale tra le più alte rispetto a tutte le altre grandi utilities del mondo”.

Inoltre, attraverso la controllata Enel Green Power, Enel - si spiega - ha in programma investimenti nelle fonti rinnovabili per oltre sei miliardi di euro nei prossimi cinque anni, “un impegno che ha ben pochi paragoni a livello globale”. Infine Enel ricorda che “solo il 12% dell'energia elettrica italiana è prodotta con il carbone contro una media europea di circa il doppio”.

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