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Il Tar dà torto all'Asi: "Area insicura: no al secondo lotto per realizzare una discarica"

BRINDISI – Il Tar di Lecce dà ragione alla Regione Puglia: va bene realizzare un altro scavo per la discarica, ma l’Asi deve individuare un sito distante dal primo, perché il terreno sul quale la discarica andrebbe a sorgere non rispetta le normative di sicurezza nel frattempo introdotte a livello regionale.

BRINDISI – Il Tar di Lecce dà ragione alla Regione Puglia: va bene realizzare un altro scavo per la discarica, ma l’Asi deve individuare un sito distante dal primo, perché il terreno sul quale la discarica andrebbe a sorgere non rispetta le normative di sicurezza nel frattempo introdotte a livello regionale.

I giudici chiudono così una vicenda che durava da circa tre anni, da quando cioè l’Amministrazione provinciale fu chiamata a prendere una decisione alla luce della saturazione della discarica della piattaforma Asi. Il Consorzio chiese le autorizzazioni per un sopralzo. La Provincia – allora presieduta da Michele Errico - negò le autorizzazioni, imponendo la chiusura e la messa in sicurezza della discarica. Operazione, questa, tutt’altro che semplice, visto che fu imposto il versamento di una cauzione da sei milioni di euro.

La Regione Puglia, dal canto suo, autorizzò la realizzazione di un secondo scavo, purchè in un altro sito, visto che quello finora utilizzato non è argilloso e non rispetta le nuove normative in fatto di sicurezza. L’Asi si è così rivolta al Tar, presentando ricorso e chiedendo l’annullamento della delibera della giunta regionale del 28 dicembre 2009, con la quale è stato approvato “l’aggiornamento del Piano di gestione dei rifiuti speciali nella Regione Puglia”, pubblicata sul Burp del 16 gennaio 2010. Il Consorzio Asi è infatti titolare di un progetto di ampliamento della discarica di rifiuti pericolosi della piattaforma polifunzionale per lo smaltimento di rifiuti industriali nell’agglomerato industriale di Brindisi per il quale è in corso di rilascio l’autorizzazione integrata ambientale. Con la delibera del 2009, la Giunta regionale approvò l’aggiornamento del Piano di gestione dei rifiuti speciali, in cui all’articolo 15 veniva disposto che per le discariche di nuova realizzazione, le autorizzazioni vanno concesse solo per “siti caratterizzati da litologia argillosa”.

Secondo il tribunale, “il riferimento alla natura argillosa del terreno appare finalizzato ad assicurare maggiori garanzie di sicurezza, con riferimento a problematiche di eventuale permeabilità della barriera geologica e quindi alla possibile dispersione ed al passaggio nelle falde idriche di componenti nocivi per la salute”. Il ricorso è stato perciò respinto.

Di fatto, però, il territorio si ritrova ancora senza la discarica di rifiuti speciali pericolosi. Problema, questo, che al di là delle autorizzazioni e delle sentenze dei tribunali, dovrà comunque essere risolto.

Tar su discarica rifiuti speciali

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