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Oltre mille persone scendono in piazza: "L'ospedale di Ceglie non deve essere chiuso"

CEGLIE - Oltre mille persone in piazza, una folla di quelle che in un paese come Ceglie Messapica si vedono in occasioni rare, feste patronali a parte. La causa dell’ospedale risveglia la coscienza civile, un senso di partecipazione che pareva sopito. La gente ha risposto in massa all’appello del comitato cittadino capeggiato da Cataldo Rodio, che ha raccolto oltre undicimila firme per il no allo smantellamento del nosocomio.

CEGLIE MESSAPICA - Oltre mille persone in piazza, una folla di quelle che in un paese come Ceglie Messapica si vedono in occasioni rare, feste patronali a parte. La causa dell’ospedale risveglia la coscienza civile, un senso di partecipazione che pareva sopito. La gente ha risposto in massa all’appello del comitato cittadino capeggiato da Cataldo Rodio, che ha raccolto oltre undicimila firme per il no allo smantellamento del nosocomio.

Il sindaco Luigi Caroli, in fascia tricolore, ha dato voce ad un sentimento comune, di tutti. Appello bipartisan come poche volte accade: “L’ospedale non deve essere chiuso. Mi rivolgo a voi, ai cittadini, in nome della salute pubblica. Non lasciateci soli”. Caroli ha parlato dritto al cuore della gente, toccando un nervo scoperto, mettendo da un canto le diatribe di parte. Perché il piano di rientro ospedaliero del governatore Nichi Vendola fa il paio, lo dicono in tanti, con il piano di riordino dell’ex governatore Raffaele Fitto, a danno dei piccoli distretti come questo. Non è un caso che accanto al sindaco di centrodestra, che ha chiamato a raccolta l’onorevole Luigi Vitali, il senatore Michele Saccomanno, il consigliere regionale Maurizio Friolo, il sindaco di San Michele Salentino Alessandro Torroni, ci fossero anche l’assessore provinciale Pietro Mita, il consigliere regionale Giovanni Epifani, il senatore Salvatore Tomaselli e il vicesindaco di Cisternino Lorenzo Perrini, città quest’ultima che combatte una battaglia gemella a questa. C’era anche l’ex sindaco di Ceglie Messapica Pietro Federico, stessa marcia, stesso obiettivo. La battaglia è una, per tutti, combattuta sotto le insegne dello stesso gonfalone cittadino.

Partecipare ai lavori della commissione Sanità e Servizi Sociali del consiglio regionale, per discutere del regolamento di riordino della rete ospedaliera, non è servito a ottenere il dietrofront richiesto: “Non sono riuscito a incontrare il governatore Vendola nemmeno questa volta”, ha detto rammaricato Caroli, invitando a non mollare la presa. Ma il primo cittadino ha consegnato lo stesso la voce della città alla Regione, le undicimila firme raccolte tra i cittadini tutti, oltre all’emendamento, concordato con i medici della struttura sanitaria cittadina, che verte sull’integrazione funzionale tra l’ospedale civile di Ceglie Messapica con il presidio San Raffaele di Ceglie Messapica proponendo la riconversione dei due ospedali in un unica struttura pubblica o pubblico-privata. La proposta prevede che la struttura sia dotata dei reparti di ortopedia, del reparto di medicina generale, del reparto di lungo degenza fisiatrica riabilitativa oltre che dal “centro risveglio ripetutamente promesso negl’ultimi anni da tutti i direttori sanitari e da tutti gli assessori regionali alla sanità che si sono succeduti”.

Condivisione su tutta la linea da parte del centrosinistra, come hanno scritto nei giorni scorsi i consiglieri comunali, che hanno elaborato una loro articolata proposta: “Si chiede la presenza, nel Comune di Ceglie Messapica, di una struttura sanitaria in modo da far fronte a tutte le attività correlate con la emergenza-urgenza. Una struttura sanitaria prevalentemente con indirizzo riabilitativo da collegare con il centro per motulesi già operativo da anni nel nostro comune presso una struttura di proprietà dell'Asl data in concessione”. Proposta che fa sostanzialmente il paio con quella degli avversari, che non sono tali in questo frangente, in questa battaglia, con la firma in calce dei consiglieri comunali Rocco Argentiero, Tommaso Argentiera, Donato Gianfreda, Nicola Trinchera, Antonio Piccoli, Domenico Convertino, Francesco Locorotondo ma anche del consigliere provinciale Ciro Argese.

Il sindaco ha infine rinnovato l’appello: “Fra un mese saremo nuovamente tutti qui, vi prego di non mancare all’appuntamento, non lasciateci soli”. Un ultimo richiamo, in nome della salute e della solidarietà: “Domattina (domenica 23 gennaio, ndr) l’Avis sarà qui, nei locali dell’ospedale, a raccogliere del sangue per un mio amico, per un nostro amico e concittadino che ne ha bisogno. Vi prego, chi può dia il suo contributo”.

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