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Babbo Natale, Super Mario e le angosce dell'Autoeletto

Lo aveva chiesto esplicitamente a Babbo Natale: “Ti prego, rinuncio a tutti i regali compresa la solita cassa di lacca per capelli, ma Monti no”. Max l’Autoeletto – detto anche l’elettauto – non aveva alcuna intenzione di rovinarsi le vacanze di fine anno per riscrivere daccapo il suo programma, con tutto il contrario di ciò che aveva detto dalle dimissioni in poi, e cioè che il colpevole della fine prematura del suo mandato era proprio Super Mario. Invece il grande vecchio del Nord (non il sindaco di Cisternino, ma lui, Santa Klaus) fu spietato, e tirando fuori il taccuino vergò una rapida risposta. Negativa.

Lo aveva chiesto esplicitamente a Babbo Natale: “Ti prego, rinuncio a tutti i regali compresa la solita cassa di lacca per capelli, ma Monti no”. Max l’Autoeletto – detto anche l’elettauto – non aveva alcuna intenzione di rovinarsi le vacanze di fine anno per riscrivere daccapo il suo programma, con tutto il contrario di ciò che aveva detto dalle dimissioni in poi, e cioè che il colpevole della fine prematura del suo mandato era proprio Super Mario. Invece il grande vecchio del Nord (non il sindaco di Cisternino, ma lui, Santa Klaus) fu spietato, e tirando fuori il taccuino vergò una rapida risposta. Negativa.

“Dunque, caro Max, hai già ricevuto negli anni scorsi la nomina a presidente di Confindustria, poi ti ho fatto trovare sotto l’albero anche quella di presidente della Provincia, e adesso cosa vuoi, anche la mia slitta con tutte le renne?”. L’Autoeletto cadde in deliquio, pensando che dal giorno dopo avrebbe dovuto fare la campagna elettorale dicendo che Monti era il migliore di tutti, pure di lui, e che non era più colpa dell’agenda di Super Mario se era stato costretto a dimettersi.

Ma non era l’unico a preoccuparsi: avevano già i dolori di panza i coordinatori provinciali di Noi Centro perché avevano in realtà sbagliato completamente mira sparandosi nelle palle, e dell’Udc brindisina, ma più di tutti tremava lo Scriba supremo, vale a dire “Colui che scrive sotto dettatura”, cioè l’entità misteriosa che comunicava per tutta la compagnia cambiando solo sigla. A lui avrebbero chiesto di risolvere il problema. Egli avrebbe ricevuto la Grande Supposta di Capodanno.

Intanto la fabbrica dei gadget dell’Autoeletto – il quale continuava irritato a ricevere per errore richieste di batterie e lampadine per fari, fusibili e centraline – che da tempo aveva smontato le matrici di Filia Solis, aveva ricevuto ordine di mettere all’opera i creativi, tutti seguaci della Filosofia Situazionista. Le prime bozze arrivarono subito sul tavolo del Grande Max: “Mario, stavo scherzando, non lo avevi capito?”, e anche “SM&SM, ma chi ci ammazza” (cioè, SuperMax e SuperMario insieme imbattibili), e anche “Io presidente della Provincia di Brindisi? E chi l’ha mai conosciuta”.

Gli elettori brindisini, già stremati al pensiero di dover votare a piè di lista un menù senza neppure i paternostri alla sciabicota, decisero di andarsene a mare il giorno delle elezioni, il 24 febbraio. E pur di farlo, ordinarono tonnellate di mute da sub al Decathlon per fare lo stesso il bagno, giacche a vento da spedizione al polo e sdraio termiche. E le uniche cabine gettonate quel giorno furono quelle di Lido S. Anna e del Granchio Rosso.

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