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Caos Forza Italia: quante grane per i manifesti dei candidati

Lo sapete, su Forza Italia e Silvio B. qualche dubbio lo nutrivamo, ad occhio e croce, dal 1994, ma che quel partito movimento diventasse una barzelletta proprio non l'avevamo previsto. Tanto che ci eravamo stancati di prenderli in giro

Lo sapete, su Forza Italia e Silvio B. qualche dubbio lo nutrivamo, ad occhio e croce, dal 1994, ma che quel partito movimento diventasse una barzelletta proprio non l’avevamo previsto. Tanto che ci eravamo stancati di prenderli in giro, visto che riescono a farlo tranquillamente da soli giorno dopo giorno. Ora però stanno esagerando e iniziamo a preoccuparci per la tenuta psicologica dei sostenitori del centrodestra, sottoposti a continui stress e cambi di direzione che potrebbero convincerli a votare gente come Salvini. Come dire: non c’è mai limite al peggio.

I MANIFESTI DI SCIANARO. Preso dalla foga di bruciare tutti sul tempo, ha bruciato un bel po’ di carta. I suoi primi manifesti recavano la scritta “con Schittulli presidente”. Nella seconda ondata di poster il nome di Schittulli è sparito. Nella terza, prevista per lunedì prossimo, il candidato ha deciso di lasciare libertà di voto ai suoi elettori: “Schittulli? O Emiliano?”. Poi è arrivato il contrordine, Poli Bortone. Nell’ultimo manifesto, che sarà affisso dopo il voto, Scianaro ringrazierà chi lo avrà votato con una frase levantina: «Scusate, ma anche io non ci ho capito un cazzo!».

I DIKTAT DI EMILIANO.  «Nessun accordo con Mele a Carovigno», ha tuonato il presidente in pectore nei giorni scorsi, per allontanare dal PD un nome scomodo, come se Mele avesse l’Ebola, come se il sindaco Mele non fosse stato (e sarà) sostenuto dal PD. Ma evidentemente gli accordi con il carovignese si fanno ma non si dicono, i suoi voti servono ma in silenzio. Ecco allora una decisione politica definitiva sulla questione: ok agli accordi elettorali del tipo “io ti voto a sindaco, tu mi voti alle regionali”, però niente selfie sui social network.

IL PROSSIMO RITORNO DI FERRARESE. Dopo averne sbagliate quattro di fila (le dimissioni da presidente della Provincia, le dimissioni dal basket, l’ingresso nel Nuovo Centrodestra, l’ingresso nel mondo della musica) l’indimenticato patròn ha finalmente capito due cose: 1) non vale la pena gettare soldi per dei post sponsorizzati su Facebook se poi il risultato sono centinaia di insulti; 2) a questo giro meglio non candidarsi. Nella speranza di un nuovo caso Lupi e conseguente chiamata nell’olimpo della Politica che conta, SuperMax ha deciso di occuparsi di problemi nazionali e internazionali, come la lotta alla Xylella fastidiosa, la guerra al Salvini fastidioso, la battaglia all’Isis e via discorrendo. L’incarico di governo, o chissà all’Onu, sono opzionati. Per la risoluzione dei problemini locali può bastare Ciro Argese.  O forse no.

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