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Scuole, in agitazione il "Palumbo"

BRINDISI – L’agitazione negli istituti secondari della provincia di Brindisi non frena. Da questa mattina si è fermato anche il Liceo delle Scienze Umane e Linguistico “Ettore Palumbo” di Brindisi. Gli studenti dopo aver fatto richiesta per un’assemblea permanente al dirigente scolastico Vincenzo Antonio Micia e che l’ha respinta, hanno organizzato un sit-in all’esterno della scuola. La situazione si è sbloccata solo intorno le ore 12 quando gli è stato concesso l’atrio della palestra. Gli studenti rimarranno sino alle 20 di questa sera e riprenderanno l’assemblea domattina. Agitazione anche al Liceo scientifico Fermi di piazza Sapri.

BRINDISI L’agitazione negli istituti secondari della provincia di Brindisi non frena. Da questa mattina si è fermato anche il Liceo delle Scienze Umane e Linguistico “Ettore Palumbo” di Brindisi. Gli studenti dopo aver fatto richiesta per un’assemblea permanente al dirigente scolastico Vincenzo Antonio Micia e che l’ha respinta, hanno organizzato un sit-in all’esterno della scuola. La situazione si è sbloccata solo intorno le ore 12 quando gli è stato concesso l’atrio della palestra. Gli studenti rimarranno sino alle 20 di questa sera e riprenderanno l’assemblea domattina. Agitazione anche al Liceo scientifico Fermi di piazza Sapri.

La lotta studentesca brindisina è lo specchio di quella italiana. Non basta manifestare un giorno per essere soddisfatti. Gli studenti di Brindisi vogliono riavere tra le mani una situazione scolastica decente, rispettosa e con i diritti che gli spettano. Questa mattina è iniziata l’agitazione anche nel Liceo Palumbo di Brindisi dove gli studenti hanno chiesto al preside uno spazio all’interno della scuola per riunirsi e discutere di alcuni punti all’ordine del giorno in un’assemblea permanente. Il dirigente scolastico Vincenzo Micia però non ha concesso loro nessun locale della scuola e così, i ragazzi sono rimasti all’esterno dell’istituto sotto la pioggia organizzando un sit-in. Anche i docenti – così come confermano gli stessi studenti – erano d’accordo con la scelta del dirigente, costringendo anche i collaboratori scolastici a non aprire la porta d’entrata ai giovani.

“La situazione si è sbloccata solo intorno alle ore 12 – racconta Alessia Sciarra, rappresentante del movimento che è iniziato stamane, a BrindisiReport.it – quando ci è stato concesso l’atrio della palestra. Noi abbiamo comunque discusso all’esterno della scuola prima che ci facessero entrare. Non vogliamo la guerra, ma solamente che ci facciano studiare in modo umano. Perché noi la prima cosa che rivendichiamo, oltre al ddl Aprea, al diritto allo studio, è l’edilizia scolastica. Nella nostra scuola ci sono tantissimi problemi che si scontrano con la nostra incolumità e salute. Possiamo iniziare dall’esistenza dei topi nell’istituto, per poi passare a fori nelle pareti e fili della corrente elettrica non coperti”.

Una situazione di precarietà quella raccontata dalla studentessa brindisina. La scuola pubblica che cade a pezzi a Brindisi così come in tutta Italia. Un diritto allo studio sulla via della privatizzazione. Ciò che sta succedendo a Brindisi è ciò che sta accadendo in tantissime altre città italiane dove studenti, giovani e universitari, continuano a chiedere semplicemente la possibilità di studiare in modo dignitoso. Aule che cadono a pezzi, finestre rotte, istituti privi di laboratori, prese elettriche non conformi, palestre senza attrezzi né sicurezza. Libri di testo sempre più cari. Tasse universitarie raddoppiate. Insomma una realtà precaria è la realtà della scuola italiana.

“Continueremo in assemblea fino a questa sera alle ore 20 – conclude Alessia Sciarra – poi ritorneremo domattina alle 8, con la speranza che il preside e i professori ci facciano entrare a scuola. La realtà della nostra scuola non è diversa da quella di altri istituti a Brindisi. Non ci arrenderemo. Noi abbiamo solo iniziato la nostra battaglia. Vogliamo una scuola decente” conclude la studentessa.

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