BRINDISI – I 29 dipendenti di Biomateriali avevano ragione: dopo aver sfruttato e clonato know-how e produzione dell’unica azienda italiana che produce protesi vascolari, la multinazionale americana LeMaitre vuole liquidarla entro il 31 dicembre prossimo e mettere in mobilità i lavoratori. L’annuncio è stato fatto nel tardo pomeriggio di oggi nel corso di un incontro presso l’assessorato provinciale al Mercato del lavoro da un procuratore della stessa LeMaitre Vascular di Boston. Con una concessione: se il personale interromperà lo sciopero a oltranza, il gruppo Usa chiederà il ricorso agli ammortizzazioni sociali per un anno, posponendo la chiusura e la mobilità. Il rappresentante di Le Maitre ha incassato un no netto.
BRINDISI – L’unica azienda biomedica italiana specializzata nella produzione di protesi vascolari, la Biomateriali che ha sede produttiva in Cittadella della Ricerca, a Brindisi, potrebbe essere smantellata con trasferimento di know-how in un’altra delle sedi della corporate americana che l’aveva acquisita nel 2007, la LeMaitre Vascular di Boston. O almeno questo temono i 29 dipendenti di Biomateriali, tutti tecnici e ricercatori altamente qualificati, e tutti salentini, che oggi hanno cominciato uno sciopero ad oltranza che ha un obiettivo preciso: obbligare il gruppo statunitense a rivelare i propri progetti circa la controllata italiana. Particolare non trascurabile, la Biomateriali è nata nel 1989 con i finanziamenti della legge 64, e la formazione dell’intero personale, come pure la ricerca, sono stati sostenuti con il concorso di fondi pubblici.