BRINDISI - Requisitoria a due voci per le ultime battute del processo a carico del clan capeggiato dai fratelli Brandi, secondo l’accusa dei pm Alberto Santacatterina e Milto De Nozza legato a filo doppio all’ex capogruppo del consiglio comunale brindisino Massimiliano Oggiano, accusato di concorso esterno e connivenza con la frangia brindisina della Scu. I magistrati inquirenti hanno chiesto 180 anni di carcere in totale carico di undici su dodici imputati, di cui 6 anni e sei mesi a carico di Oggiano.
BRINDISI - Poco meno di due secoli di carcere, 197 anni in totale per undici imputati, più una assoluzione. E' il bilancio presentato dal pubblico ministero Milto De Nozza nella requisitoria finale del processo a carico del presunto clan torrese capeggiato dalla famiglia Bruno. Associazione a delinquere di stampo mafioso e traffico di stupefacenti, intorno alle due principali ipotesi di reato a carico del clan decimato il 31 marzo 2008 dai carabinieri del comando provinciale di Brindisi, in uno con la stazione dell’Arma di Torre, si è dipanata la lunga discettazione del magistrato inquirente, in punta di diritto. Ma anche e soprattutto di fatti, di sentenze già passate in giudicato, di pronunciamenti del Riesame, di sequestri di armi e droga, e solo in ultimo di rivelazioni concesse da due collaboratori di giustizia, che non hanno fatto altro che confermare un quadro accusatorio già solidamente delineato, gravido di una mole impressionante di intercettazioni, molte delle quali considerate dal pm “di una evidenza schiacciante”.