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A cura di Blog Collettivo

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"Convenzioni e Aia per le nostre centrali, un bel pesce d'aprile"

L’art.5 della Legge Regionale n.7 del 22 gennaio 1999, relativa anche alla disciplina delle emissioni nelle aree a elevato rischio ambientale, in vigore ed efficace, recita che “…qualsiasi impianto ivi ubicato che procuri emissioni in atmosfera è tenuto a far rientrare le stesse in limiti più bassi del 20 per cento di quelli autorizzati o previsti in normativa”. Credo che questo debba essere il “minimo sindacale” da cui partire per rimettersi in linea con le compatibilità ambientali e produttive, faticosamente raggiunte tra comunità locali, l’ente di Stato Enel e Governo nel ’96 –con la significativa aggiunta che allora il Governo pretese da Enel che passasse dai 2 milioni e mezzo di carbone, convenzionalmente previsti, a soli 2 milioni!

L’art.5 della Legge Regionale n.7 del 22 gennaio 1999, relativa anche alla disciplina delle emissioni nelle aree a elevato rischio ambientale, in vigore ed efficace, recita che “…qualsiasi impianto ivi ubicato che procuri emissioni in atmosfera è tenuto a far rientrare le stesse in limiti più bassi del 20 per cento di quelli autorizzati o previsti in normativa”. Credo che questo debba essere il “minimo sindacale” da cui partire per rimettersi in linea con le compatibilità ambientali e produttive, faticosamente raggiunte tra comunità locali, l’ente di Stato Enel e Governo nel ’96 –con la significativa aggiunta che allora il Governo pretese da Enel che passasse dai 2 milioni e mezzo di carbone, convenzionalmente previsti, a soli 2 milioni!

Che poi il processo di liberalizzazione alla “cieca”, con lo spezzettamento dell’Ente di Stato Enel in tante società private, abbia fatto perdere all’area a rischio di crisi ambientale di Brindisi la indivisibilità dell’enorme pressione ambientale e sanitaria esercitata dall’intero apparato industriale e da circa 8 milioni di carbone attuali, è l’amara beffa che subisce il territorio da allora! Sorprende pertanto che a livello regionale, ma non solo, si ignori o si dimentichi tale legge, visto che essa è stata utilizzata dalla Commissione ministeriale istruttoria dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per le sue osservazioni e prescrizioni, e che è aspramente contestata da Enel…Altro che minimo sindacale!

Peraltro, nel’Autorizzazione Integrata Ambientale non si possono riporre aspettative che non può esaudire, visto che l’art.3 di essa fissa in modo rigoroso ciò che deve contenere e le autorizzazioni che include e può dare. Tra esse, non rientrano purtroppo i tetti produttivi e le emissioni di CO2, che sono regolati da specifici decreti ministeriali e interministeriali. In particolare, il non rispetto del rientro nelle quote di CO2, assegnate dal Governo il 18 dicembre 2006 ad ogni impianto, sta già costando ai contribuenti una multa salata per infrazione europea!

Il Salento sta bruciando di energia, fossile e rinnovabile, con le devastazioni ambientali e paesaggistiche che conosciamo! Pertanto, anche se non operano più nelle istituzioni quei “ragazzi del 96” che imposero, con l’ausilio del Governo, limiti produttivi ed emissivi globali compatibili con l’area a rischio reale (dalla quale non è escludibile cospicua parte dell’area a nord di Lecce), vanno recuperati lo “spirito” di allora e quel concerto istituzionale e politico, con relativi interpreti della classe politica, che non abbiamo mai più visto. Le cose impossibili, se sono storicamente giuste, sono e saranno sempre possibili…anche dopo quel pesciolino d’aprile che sta arrivando!

*un ragazzo del ‘96, coautore della Convenzione

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