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A cura di Blog Collettivo

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Disastro Enel Basket, adesso bisogna salvare almeno un patrimonio sportivo della città

Ora non si potrà più nascondere l’immondizia sotto il tappeto. L’inadeguatezza del gruppo dirigente della New Basket Brindisi, sponsorizzata Enel, è talmente chiaro che si identifica non solo e non tanto con l’ultimo posto in classifica dopo una decina di giornate di campionato, ma soprattutto con il clima pesante, lo stato confusionale che da qualche settimana, regnano dentro la società. Anzi, a questo punto, dando retta alle tante indiscrezioni che circolano liberamente in città, presumere che il giocattolino si sia rotto, o quanto meno sia già gravemente lesionato, non è un azzardo. Nonostante le dichiarazioni ufficiali, l’intervento del “patron” Ferrarese, la ritrattazione di Perdichizzi, il ritrovato silenzio di Corlianò, il gruppo dirigente è dilaniato al suo interno.

Ora non si potrà più nascondere l’immondizia sotto il tappeto. L’inadeguatezza del gruppo dirigente della New Basket Brindisi, sponsorizzata Enel, è talmente chiaro che si identifica non solo e non tanto con l’ultimo posto in classifica dopo una decina di giornate di campionato, ma soprattutto con il clima pesante, lo stato confusionale che da qualche settimana, regnano dentro la società. Anzi, a questo punto, dando retta alle tante indiscrezioni che circolano liberamente in città, presumere che il giocattolino si sia rotto, o quanto meno sia già gravemente lesionato, non è un azzardo. Nonostante le dichiarazioni ufficiali, l’intervento del “patron” Ferrarese, la ritrattazione di Perdichizzi, il ritrovato silenzio di Corlianò, il gruppo dirigente è dilaniato al suo interno.

Basti pensare che il presidente Antonio Corlianò si è sottratto polemicamente alla partecipazione alle ultime riunioni di vertice, rimproverando la mancata reazione della società alle dichiarazioni rese dal tecnico alla stampa nelle quali, dissociandosi implicitamente dalla campagna acquisti estiva e dai successivi rattoppi, accusava la dirigenza di dilettantismo e di presenza parziale nella normale attività di un club professionistico di serie A. Era o l’anticamera delle dimissioni, oppure l’apertura di un chiarimento che non avrebbe che potuto portare ad un solo risultato, quello di rottamare –espressione ormai di moda- un gruppo dirigente che si è dimostrato così macroscopicamente inadeguato ad un appuntamento così rilevante per le sorti della squadra e per quello che rappresenta nella città.

Invece l’impressione è che la matassa si sia ulteriormente ingarbugliata dopo la sconfitta di Teramo. Tutti hanno capito, nonostante le retromarce, che Perdichizzi vuole andarsene ma vuole farlo in danno della società, quest’ultima vuole mandarlo via ma preferirebbe che sia il coach a dare le dimissioni per risparmiare un anno e mezzo di stipendi, con gli annessi e connessi. Al punto in cui sono giunte le cose, forse è anche inutile togliersi la soddisfazione di sapere a chi addebitare la non riconferma di Thomas, Cardinali, Crispin, Pinton e Bryan che, rispetto a quello che abbiamo visto quest’anno, avrebbero meritato di gran lunga la riconferma.

Così come forse è inutile che qualcuno ci venga a dire perché prendemmo Williams di cui erano note certe sue caratteristiche, o perché Monroe è un oggetto misterioso che percepisce da cinque mesi lo stipendio e doveva essere il primo della classe. No signori, al punto in cui è degradata la situazione, non vogliamo più sapere di chi sono le responsabilità di questo disastro, chi è che ha deluso e ingannato un pubblico che non ha eguali in Italia, diteci solo cosa intendete fare per tentare di conservare un patrimonio sportivo, che è anche patrimonio morale, che nominalmente sarà pure di Ferrarese ma che è anche di una intera città, della sua storia e della identità di intere generazioni.

E l’Enel che dice? La sua immagine in fondo alla classifica la baratta soltanto con qualche tonnellata di carbone in più bruciata nella centrale di Cerano? Ne valeva proprio la pena dopo decenni di ben altre compensazioni?

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