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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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L'italiano, l'inglese e Haralambides

Trovo sorprendente che nella società della globalizzazione si faccia una questione di vita o di morte del livello di dimestichezza del presidente dell’Autorità Portuale di Brindisi, Hercules Haralambides, con la lingua italiana. Un professore di Economia marittima dell’università Erasmus di Rotterdam non troverà certo difficoltà insuperabili a migliorare il proprio italiano, peraltro la moglie lo parla benissimo. Ciò, fermo restando il pieno diritto ad impugnare il decreto di nomina del presidente dell’Authority nelle parti relative alla corrispondenza con le leggi italiane e con le direttive dell’Unione europea.

Trovo sorprendente che nella società della globalizzazione si faccia una questione di vita o di morte del livello di dimestichezza del presidente dell’Autorità Portuale di Brindisi, Hercules Haralambides, con la lingua italiana. Un professore di Economia marittima dell’università Erasmus di Rotterdam non troverà certo difficoltà insuperabili a migliorare il proprio italiano, peraltro la moglie lo parla benissimo. Ciò, fermo restando il pieno diritto ad impugnare il decreto di nomina del presidente dell’Authority nelle parti relative alla corrispondenza con le leggi italiane e con le direttive dell’Unione europea.

Bisognerebbe invece scandalizzarsi – è il termine appropriato – per la mancata conoscenza di almeno una lingua estera, e in questo caso l’indispensabile inglese, da parte di un manager pubblico o privato. Bisognerebbe fare una breve indagine giornalistica, mettendo da parte i rapporti che talvolta legano le mani ai cronisti più disinvolti, su quanti presidenti, vicepresidenti e direttori vari di questa città, del settore della pubblica amministrazione e del privato, degli enti locali e di quelli economici, di vecchia o recente nomina, parlano bene l’inglese o il francese. Altro che l’italiano di Haralambides.

Sono tra coloro che non padroneggiano la lingua anglosassone come vorrebbero, lo dico subito, me la cavo come tanti, per fortuna. Vedo a Brindisi, soprattutto al porto, operatori che parlano anche il greco, e in Cittadella della Ricerca i giovani ingegneri aerospaziali che possono permettersi di andare a lavorare subito all’estero grazie alla padronanza di un inglese, quello della tecnica e dell’economia, più complesso di quello bastevole per il turismo. Sarebbe una tragedia, in ultima analisi, se il presidente dell’Autorità Portuale brindisina non conoscesse l’inglese, non l’italiano. Vogliamo porre nel giusto ordine le priorità, please?

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