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A cura di Blog Collettivo

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Parità e talenti sprecati: cominciare dal sostegno alla donna - educatrice

Ogni giorno ormai una statistica ci dice che la condizione della donna è peggiorata, in particolare in quelle zone, come il sud Italia, in cui più lento e arretrato è il cosiddetto sviluppo economico. Ogni giorno qualcuno ci ricorda che alla difficoltà (ormai quasi impossibilità) delle donne di accedere al mercato del lavoro e di permanervi con dignità, si accompagna non solo un impoverimento dello status sociale della donna stessa e una sua regressione verso una condizione di “casalinghità” forzata, ma anche e soprattutto un impoverimento delle famiglie in generale. Non solo in termini strettamente economici ma anche e soprattutto culturali (meno lavoro delle donne equivale minor investimento in salute e cultura delle nuove generazioni).

Ogni giorno ormai una statistica ci dice che la condizione della donna è peggiorata,  in particolare in quelle zone, come il sud Italia, in cui più lento e arretrato è il cosiddetto sviluppo economico. Ogni giorno qualcuno ci ricorda che alla difficoltà (ormai quasi impossibilità) delle donne di accedere al mercato del lavoro e di permanervi con dignità, si accompagna non solo un impoverimento dello status sociale della donna stessa e una sua regressione verso una condizione di “casalinghità” forzata, ma anche e soprattutto un impoverimento delle famiglie in generale. Non solo in termini strettamente economici ma anche e soprattutto culturali (meno lavoro delle donne equivale minor investimento in salute e cultura delle nuove generazioni).

Più voci autorevoli sostengono che permettere questo spreco di talenti femminili non è più possibile e che qualunque società oggi voglia rideterminare il proprio sviluppo e di conseguenza il proprio futuro deve necessariamente passare da un nuovo modo di concepire il ruolo del genere femminile e il contributo determinante dello stesso ad una crescita della società. Tutto vero. Assolutamente vero.

Quello però su cui poco si indaga sono le cause che non solo hanno portato nel tempo a definire questo quadro della condizione femminile nella nostra società,  ma soprattutto ne sostengono attualmente la permanenza,  nonostante  un contesto legislativo tra i più attenti alla salvaguardia della parità di genere. Troppo poco si riflette a mio parere sul ruolo stesso delle donne.

Le donne madri prima di tutto, ma anche le donne mogli compagne e sorelle, le donne maestre. Le donne a cui, per estensione convenzionale della specifica funzione riproduttiva, è affidata, ancora oggi, gran parte della responsabilità di crescere ed educare gli uomini. Le donne risultano infatti, in un intreccio paradossale, nello stesso tempo agenti e subenti la loro condizione, in particolare attraverso l’educazione dei figli,  maschi. I maschi sono figli di mamme femmine. Allora si dovrebbe indagare con maggiore intensità sul modello femminile che le donne propongono quotidianamente con i loro comportamenti. Ci si dovrebbe chiedere quale idea di rispetto per tutto ciò che è altro da noi trasmettiamo ai nostri figli e condividiamo con i nostri compagni, ogni giorno.

La parità di genere altro non è che la possibilità di scegliere in totale assenza di condizionamenti legati al sesso. Di fatto è frutto di rispetto della diversità, di integrazione di differenze, e perciò, in concreto, di capacità di mettere in piedi (nelle case, nelle scuola, nei luoghi di lavoro) un modello di convivenza basato sulla relazione, sullo scambio, sulla comunicazione.

E oggi come oggi questa capacità educativa e di conseguenza la reale possibilità di trasmissione di modelli positivi e non aggressivi di convivenza, soprattutto verso i più deboli, sta soprattutto sulle spalle delle donne. Che pertanto non andrebbero lasciate sole in questo compito ma piuttosto sostenute con scelte lungimiranti da parte di tutti gli amministratori, come si fa in quelle nazioni in cui le politiche di sostegno alla genitorialità e al lavoro delle donne sono considerate prioritarie e strategiche rispetto a qualunque modello di sviluppo. Per la qualità stessa del futuro della nostra società.

*Consigliera di Parità della Provincia di Brindisi

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