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Venerdì, 26 Aprile 2024
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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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Porto e zona industriale, punti sensibili. Ma la notte no

I due ultimi episodi di cronaca che riguardano il porto commerciale e la zona industriale di Brindisi sono l’ennesima spia di allarme sullo stato della sicurezza nel cuore delle attività economiche della città. Ciò che il presidente di Confindustria Brindisi ha scelto di dire con parole pacate, è che da anni le aziende reclamano maggiore tutela dalle attività criminose, le quali non sono un fenomeno solo o “particolarmente” brindisino. Ma questa non è Bergamo e neppure Brescia dove nessuno si permetterebbe di mettere in discussione un investimento anche se ci sono rapine o furti. Questa è Brindisi dove investire è già difficile perché ci sono i costi delle bonifiche, e dove i meccanismi autorizzativi sono ancora tutt’altro che spediti.

I due ultimi episodi di cronaca che riguardano il porto commerciale e la zona industriale di Brindisi sono l’ennesima spia di allarme sullo stato della sicurezza nel cuore delle attività economiche della città. Ciò che il presidente di Confindustria Brindisi ha scelto di dire con parole pacate, è che da anni le aziende reclamano maggiore tutela dalle attività criminose, le quali non sono un fenomeno solo o “particolarmente” brindisino. Ma questa non è Bergamo e neppure Brescia dove nessuno si permetterebbe di mettere in discussione un investimento anche se ci sono rapine o furti. Questa è Brindisi dove investire è già difficile perché ci sono i costi delle bonifiche, e dove i meccanismi autorizzativi sono ancora tutt’altro che spediti.

Se uno ci aggiunge la piaga dei furti, il problema si appesantisce. Bisognerebbe parlare con le aziende del settore fotovoltaico per capire quante centinaia di migliaia di euro costano le incursioni dei ladri di rame, che espiantano l’intera rete dei cablaggi mettendo fuori uso un impianto e un costoso investimento. La nuova rete di videosorveglianza sembra non abbia ridotto il problema ai minimi termini, e bisogna dire a tutti coloro che in passato, pur di difendere a oltranza la propria parrocchia politica e il proprio ministero affermavano il contrario, che a Brindisi e forse soprattutto a Brindisi gli organici delle forze dell’ordine sono alla frutta e che spesso questa realtà è stata deliberatamente nascosta ai cittadini.

Brindisi in teoria, con i suoi 90mila abitanti, dovrebbe essere una piccola città facilmente gestibile con tre o quattro volanti e radiomobili. In realtà Brindisi è solo l’area urbana di una entità territoriale molto, ma molto più vasta che comprende una zona industriale e un’area portuale di grande estensione con investimenti di miliardi di euro. Dove i paradossi sono all’ordine del giorno: ci sono più poliziotti e carabinieri alle partire di basket e di calcio che di notte alla zona industriale.

L’esempio non è assurdo per il fatto che le partite si giocano una volta alla settimana e la sorveglianza in strada è un problema di tutti i giorni: l’esempio è calzante perché alle partite il servizio di ordine pubblico “va fatto obbligatoriamente”, la sorveglianza degli insediamenti produttivi invece per quanto permettono le risorse di uomini e mezzi. Ciò che qualcuno dovrebbe spiegare, convincendolo, a un cittadino, ad un  imprenditore, a un commerciante, è come mai non si riescono ad ottimizzare tutte le risorse presenti in città visto che comunque di questi tempi non si può aspettare che un giorno mandino 50 carabinieri o agenti di polizia in più.

Perché non si affida il controllo della zona industriale alla Guardia di Finanza, lasciando zona urbana e campagne limitrofe a Carabinieri e Polizia di Stato? E’ possibile trovare nel porto una sinergia tra Guardia Costiera, Finanza e Polmare per i controlli notturni, al di là di ogni convenzione attuale, data la situazione? Detto ciò, non bisogna dimenticare i ritardi e le eventuali omissioni degli enti pubblici che amministrano questi punti strategici della vita economica.

L’Isps Code (la convenzione internazionale nata per prevenire le azioni terroristiche negli scali marittimi ed aerei) è entrato in vigore nel 2004 ma nel porto di Brindisi le telecamere non funzionano e basta essere solo un po’ audaci per entrare con una motrice, agganciare un trailer carico di merce e portarselo via, oppure penetrare all’interno di un’area recintata come Costa Morena Est e portarsi via un cavo e lasciare la banchina al buio per settimane. Il problema perciò non è solo quello dei furti, ma anche quello di chi entra e per fare cosa (inutile aggiungere altro, data la delicatezza dell’argomento).

In zona Asi invece le telecamere funzionano, ma c’è qualcuno che fa il monitoraggio ed è in grado di capire che un Tir è stato rubato, o che una certa auto è sospetta? Tante volte la stampa tace su queste cose per carità di patria, ma forse non rendendo un buon servizio alla città. Beninteso, senza dimenticare ciò che fanno comunque e con grande sacrificio gli uomini e le donne delle forze dell’ordine.

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