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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Brindisi, il porto, la storia. "Ecco perchè i più vicini alla Grecia siamo noi"

BRINDISI - Brindisi ha una storia privilegiata con la dirimpettaia Grecia ed allora, ecco che la nostra città oltre che avvalersi di fonti geologiche, bibliche (dopo il Diluvio Universale, Brindisi fu riedificata da Gomer, figlio di Jafet e nipote diretto di Noè) e storiche, si avvale anche delle fonti mitologiche. La mitologia c'informa che i delfini portarono a Brindisi in età eroica Brento, figlio di Ercole, che appena toccò terra si mise a compiere imprese degne del suo celebre padre, fondando colonie su colonie che interessarono una vasta fetta di territorio che da Brindisi si espansero fino a Taranto e da Taranto a Reggio.

BRINDISI - Brindisi ha una storia privilegiata con la dirimpettaia Grecia ed allora, ecco che la nostra città oltre che avvalersi di fonti geologiche, bibliche (dopo il Diluvio Universale, Brindisi fu riedificata da Gomer, figlio di Jafet e nipote diretto di Noè) e storiche, si avvale anche delle fonti mitologiche. La mitologia c'informa che i delfini portarono a Brindisi in età eroica Brento, figlio di Ercole, che appena toccò terra si mise a compiere imprese degne del suo celebre padre, fondando colonie su colonie che interessarono una vasta fetta di territorio che da Brindisi si espansero fino a Taranto e da Taranto a Reggio.

Ma non basta, perché secondo le ricche fonti mitologiche, da Butrinto, città sulla costa albanese, Elèno indica "a dito" all'amico Enea, mitico eroe della Troade che combatterà i greci fino alla presa della sua città, la vicina sponda brindisina con queste parole: "Ecco la terra d'Italia, raggiungila con una rapida navigazione". Dopo qualche giorno di mare, scorgendo più da vicino la costa brindisina, Enea e i suoi compagni esultarono al grido di: "Italia, Italia!". E qui sbarcando,  Enea che aveva combattuto al fianco di Ettore e contro i mitici greci Achille, Agamennone e Menelao, toccò per la prima volta il vaticinato suolo d'Italia.

Da Brindisi, Virgilio, poeta latino proclamato "Patrimonio dell'Umanità", scrivendo l'Eneide, mirando e rimirando le calme acque del porto che quasi lambivano la sua casa, rese Enea, reduce dalle pesanti fatiche greche, personaggio principale del suo immortale poema. Storie di eroi, di scambi culturali, commerciali, turistici, di epici poeti e cantori e qui, subito, s'impongono i miti del passato di Brindisi: un passato così glorioso e così splendente da lasciare appena distinguere le immagini della Grecia moderna.

A Brindisi, il motivo dominante è dato dal carattere di orientalismo della città, antica e moderna "testa di ponte" tra due mondi: l'Occidente e l'Oriente che s'incontrarono e s'incontrano attraverso "segni" comuni. La luce della Grecia arcaica è ancora viva in questo lembo brindisino di terra pugliese che rispetta e si rifulge nell'immortale civiltà dell'Ellade da cui ha tratto esempi e modelli che non sono andati sperduti.

Il logorio del tempo non ha lenito le testimonianze dell'arte, così, come non ha distrutto quelle della "lingua", del "carattere" e dell'appassionato amore per la vita. Si dice che il clima favorevole faccia prosperare buoni ingegni, ma favorisce anche le colture dell'ulivo e delle viti che rigogliose crescono assieme ai cereali e frutti tipici di stagione nelle campagne delle due coste. Quanti ulivi! Si può asserire che non c'è un solo tratto degli approdi adriatici, ionici ed egei che non facciano sfoggio di un argenteo manto di uliveti.

Si può credere che ci sia un filo conduttore che nella cultura, in senso lato, unisca Brindisi alla Grecia e viceversa, rendendo i due popoli tra loro simili. Gli approdi della costa brindisina furono toccati da "naviganti viaggiatori omerici [greci]", poi Brindisi, con l'evolversi della storia, fu inserita nella struttura imperiale romana che conferì un nuovo ruolo al nostro porto che divenne uno degli snodi principali nelle relazioni internazionali. Collegato a Roma attraverso quella "Regina delle Strade", l'Appia, cui si aggiungerà la Traiana, divenne lo scalo adriatico di maggiore rilevanza, nel quadro dell'espansione verso l'Oriente.

Oggi, il turismo di massa, per imbarcarsi per la Grecia, non passa più solo da Brindisi; da altri porti i naviganti raggiungono la splendente civiltà ellenica, dove tutto è storia, ospitalità, luce e colore. Bisogna alimentare la fiamma, perché è necessario ripristinare al meglio i contatti tra Brindisi e la Grecia. Brindisi e i greci, già, anticamente, animavano col confronto i loro banchetti, le loro conversazioni che poi venivano rese più piacevoli dal "Nettare di Bacco"; i discorsi, al fresco della brezza marina, generosamente tenuta mite e governata dal dio Eolo, s'intrecciavano tra tavolo e tavolo fino a riunire tutti i commensali in quei festosi raduni chiamati "simposi" e "conviti", parole che significano "stare bene insieme" e che fanno capire che più che il bere o il mangiare ha davvero importanza quello scambio d'informazioni che se ne ricava.

Il porto di Brindisi era ed è tuttora capiente, per l'attracco delle nostre e delle loro navi. E' da apprezzare quanto gli stranieri di ieri celebrassero il porto di Brindisi (a tal proposito esiste una vasta letteratura); il brindisino, memore di un passato non ancora dissolto, è sempre pronto all'accoglienza e alla convivialità ed è altrettanto pronto a ospitare il popolo greco e in sintonia con questo è certamente disponibile a vivere, in nome di un'antica storia comune, scritta sul mare dai solchi di mille e mille prue, i lunghi, lunghissimi anni che verranno.

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