rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Comitato portuale deserto: protesta a segno

BRINDISI – Ha tirato troppo la corda, il presidente dell’Autorità portuale Iraklis Haralambidis, nel tentativo di stiracchiare anche le regole del gioco. E stamani, la seduta del Comitato portuale che doveva essere assolutamente d'urgenza è andata deserta: erano solo in sei.

BRINDISI – Ha tirato troppo la corda, il presidente dell’Autorità portuale Iraklis Haralambidis, nel tentativo di stiracchiare anche le regole del gioco. Glielo avevano fatto notare formalmente con lettera, il fatto che il Comitato portuale andava convocato con sette giorni di preavviso, ma ha aggirato l’ostacolo dei soli cinque giorni applicati per la seduta del 21 e 24 marzo, trasformandola in seduta straordinaria per la sola giornata del 24 marzo.

Poi è arrivata una seconda lettera di un altro componente dell’organismo deliberante per sottolineare che anche per le sedute fissate in via straordinaria è prevista comunque una seconda convocazione. Ma niente. La data aveva da essere assolutamente quella del 24. Ed è andato a finire che stamani si sono ritrovati, nella sala riunioni dell’authority, solo in sei, compreso il presidente Haralambidis e il consigliere regionale Giovanni Brigante. Seduta non valida.

Il segnale è chiaro: il senso di responsabilità applicato da una parte del Comitato portuale per votare il bilancio di previsione 2014 pur in presenza della mancata pubblicazione due mesi prima del piano delle opere, e di una nuova cospicua assegnazione di premialità al personale (600mila euro) senza preventiva approvazione dell’accordo sindacale aziendale in comitato, è stato scambiato forse per una delega in bianco illimitata.

Le conseguenze sono quelle appena descritte. Ma dov’era tutta questa urgenza che ha fatto saltare i termini previsti dal regolamento? Il presidente l’aveva motivata con la difficoltà di due imprese portuali, la D’Oriano Maria Edelma (diretta da un amministratore giudiziale) e la Ecologica (che movimenta il carbone Enel) a poter pagare il personale visto che le loro licenze erano scadute il 31 dicembre scorso e perciò andavano rinnovate a tamburo battente.

Inoltre c’era in ballo la richiesta avanzata per la prima volta dalla Nubile Srl la scorsa estate di rilascio della licenza di impresa portuale, per poter operare in banchina nella movimentazione del Cdr e Css da rifiuti (35mila tonnellate destinate ad una società portoghese). La Nubile, lo abbiamo già raccontato in un precedente servizio, voleva una licenza valida 15 anni, ma la commissione di valutazione aveva emesso infine parere favorevole solo per un anno, e dopo ripetute richieste di integrazione del piano di impresa. In sostanza, visto che per due delle tre imprese le licenza già possedute erano scadute a dicembre, e che anche l’iter per la Nubile era finito prima di Natale, c’erano tre mesi di tempo per portare in Comitato portuale le proposte, senza ricorrere alle procedure contestate in questi giorni.

Va anche detto che per D’Oriano Maria Edelma ed Ecologica è in corso una proroga sino al 31 marzo, quindi perché – ancora una volta – la prova di forza con il Comitato portuale? Così vanno le cose alla ex stazione marittima. Intanto sembra che il presidente Iraklis Haralambidis stia per ripartire domani, probabilmente per raggiungere il Lussemburgo dove dopodomani, 26 marzo, è fissata l’udienza della Corte di giustizia dell’Unione europea che dovrà fornire al Consiglio di Stato italiano un parere sulla nomina dello stesso Haralambidis a presidente dell’Autorità portuale di Brindisi, già giudicata illegittima dal Tar di Lecce. Qual era la vera urgenza di questi giorni?

 

 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Comitato portuale deserto: protesta a segno

BrindisiReport è in caricamento