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Economia

Crisi aerospazio, Aresta: "Il governo rilanci il settore in Puglia e Campania"

Intertogazione del deputato pentastellato al ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti: "Nel brindisino si sono persi in sette anni 948 posti di lavoro"

“Nei giorni scorsi ho depositato una interrogazione parlamentare al Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti sulla crisi del settore dell’aeronautica civile nel Mezzogiorno e segnatamente nelle regioni a maggiore vocazione industriale in questo campo, Campania e Puglia.” Lo rende noto Giovanni Luca Aresta, deputato pugliese del Movimento 5 Stelle. 

“La particolare vulnerabilità del comparto – si legge nell’interrogazione - era già visibile ben prima dell’emergenza pandemica: diversi fattori strutturali, quali modelli di business delle aziende coinvolte, spesso basati su monocommittenze o monoprodotti, nonché la mancanza di una strategia di politica industriale equiparabile a quella definita per i settori spazio e difesa, ne hanno ridotto la resilienza di fronte agli eventi avversi.”

“Secondo i dati pre-covid - prosegue Aresta - nella sola Campania operavano  60 aziende con 8.000 addetti diretti con fatturato di 1,6 miliardi di euro, mentre in Puglia n40 aziende per 4.000 addetti diretti, con un fatturato di 800 milioni di euro. In Campania sarebbero a rischio 10mila occupati dopo che il settore ha subito perdite di fatturato nell’ordine dell’80% nel 2020 e del 60% nel 2021. Non va meglio nel brindisino dove si sono persi in sette anni 948 posti di lavoro con la chiusura o crisi di aziende dell’indotto (Tecnomessapia, Gse, Processi Speciali, CmC, DemA-Dcm, Tsm, ecc…). “

Per Aresta “non appare più differibile la definizione e la realizzazione di un Piano di politica industriale lungimirante a tutela delle migliaia di posti di lavoro della filiera aeronautica e per la sopravvivenza di un settore ad alta tecnologia e specializzazione”.

Per queste ragioni il parlamentare chiede al governo “quali iniziative intenda assumere per il sostegno e il rilancio del settore nel Sud Italia per superare l’annosa questione delle mono committenze e per favorire i processi di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, supportandole nella ricerca di nuovi mercati e di ulteriori player favorendone le aggregazioni” e “se non reputi utile operare per la formazione di ‘reti di imprese’, anche mediante specifici incentivi alla costituzione e strumenti di supporto tecnico alla gestione, allo scopo di rispondere alle esigenze dei grandi players internazionali, ottimizzando la capacità e l’organizzazione produttiva delle aziende”.

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