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Ecco le nuove regole per gli ipermercati

BARI - Le nuove grandi strutture di vendita pugliesi dovranno essere a impatto zero, avere lavoratori con regolare contratto e privilegiare la vendita di prodotti locali sia alimentari che d’altro tipo. Su questi tre punti si muove la rivoluzione della grande distribuzione targata Regione Puglia. A disegnarla il nuovo regolamento, varato oggi dalla giunta. Si tratta di un atto di programmazione del tutto innovativo che la Regione Puglia adotta per prima in Italia mettendo d’accordo liberalizzazioni, principi costituzionali, direttive comunitarie e soprattutto esigenze dei consumatori e dei lavoratori; un atto che tiene conto delle proposte emerse durante la concertazione, svolta con tutto il variegato mondo del partenariato che ha condiviso, in toto, le valutazioni alla base del provvedimento. Il regolamento è dedicato allo sviluppo sostenibile del commercio. Ma cosa significa in concreto?

BARI - Le nuove grandi strutture di vendita pugliesi dovranno essere a impatto zero, avere lavoratori con regolare contratto e privilegiare la vendita di prodotti locali sia alimentari che d’altro tipo. Su questi tre punti si muove la rivoluzione della grande distribuzione targata Regione Puglia. A disegnarla il nuovo regolamento, varato oggi dalla giunta. Si tratta di un atto di programmazione del tutto innovativo che la Regione Puglia adotta per prima in Italia mettendo d’accordo liberalizzazioni, principi costituzionali, direttive comunitarie e soprattutto esigenze dei consumatori e dei lavoratori; un atto che tiene conto delle proposte emerse durante la concertazione, svolta con tutto il variegato mondo del partenariato che ha  condiviso, in toto,  le valutazioni alla base del provvedimento. Il regolamento è dedicato allo sviluppo sostenibile del commercio. Ma cosa significa in concreto?

Vuol dire tener conto dell’impatto dei grandi ipermercati periferici che generano traffico ed eccessiva mobilità soprattutto se destinati ad una frequenza elevata, come avviene nel caso degli alimentari. Significa anche fare in modo che le strutture limitino il loro impatto sull’ambiente, dotandosi di adeguate infrastrutture (come i parcheggi) e introducendo misure di limitazione dei consumi (elettrici, di acqua ecc.). In virtù di questo saranno favorite le strutture commerciali che aiutino la riqualificazione del tessuto urbano; gli ipermercati raggiungibili anche a piedi o con mezzi pubblici; le strutture commerciali che non siano cattedrali nel deserto ma si integrino con altri servizi; saranno favoriti inoltre gli ipermercati già esistenti che intendano evolvere verso un minore impatto sul territorio.

In pratica il rilascio delle nuove autorizzazioni per le grandi strutture di vendita sarà basato sulla sostenibilità dell’insediamento commerciale da un punto di vista ambientale e urbanistico. La valutazione delle proposte sarà dunque basata su tre indicatori: la valutazione dell’impatto sul servizio all’utenza (ad esempio assicurare all’utente ogni tipo di esercizio di vendita); la valutazione dell’impatto sul territorio (quindi, per esempio, parcheggi interrati e multipiano, anzicchè a raso, raggiungibilità pedonale e con la bicicletta); la valutazione dell’impatto ambientale (quindi l’utilizzo delle energie rinnovabili, il recupero dei materiali di scarto ecc.).

Il nuovo regolamento comporta che nel momento in cui si presenta la domanda per la nuova struttura, questa  debba avere  i tre parametri innanzi esposti raggiunti almeno al minimo sostenibile, evitando banali manovre urbanistiche speculative. Chi, in regola con le nuove norme, riesce ad aggiudicarsi l’autorizzazione, dovrà dare alla Regione un contributo di circa 50 euro per ogni metro quadro della struttura. Queste somme saranno utilizzate per lo sviluppo dei distretti urbani del commercio. Una particolare premialità sarà destinata inoltre all’impatto occupazionale dell’ipermercato attraverso l’impegno del proponente ad assumere con regolare contratto di lavoro  personale da utilizzare nella grande struttura o ad impiegare manodopera a rischio del settore commercio. Un maggior numero di occupati comporterà dunque un maggior punteggio, di contro chi verrà meno all’impegno assunto subirà la revoca dell’autorizzazione.

Tra le premialità anche l’impegno a vendere prodotti locali sia alimentari che non. “Con questo regolamento – ha detto la vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone – stiamo creando l’ipermercato a impatto zero. È una rivoluzione che tutela l’ambiente, i consumatori, i lavoratori e l’intero territorio. Una vera rivoluzione che non costringerà più gli utenti  a recarsi in luoghi individuati  solo in base agli interessi di chi costruisce, ma che porterà le stesse grandi strutture lì dove più vicino è l’utente.  Teniamo conto della liberalizzazione che lo stesso Monti ci chiede, rispettando il principio costituzionale dell’utilità sociale dell’iniziativa commerciale e tenendo conto di tutte le norme comunitarie in materia”.

Il regolamento è urgente, quindi sarà adottato quanto prima dal Presidente. Entra in vigore con la pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Puglia. Le domande per gli ampliamenti e le trasformazioni potranno partire subito dopo la pubblicazione del regolamento sul Burp, mentre le richieste per le nuove strutture dovranno essere presentate dal I° al 30 aprile e dal 2 al 30 novembre. Il regolamento approvato dalla Giunta sarà inviato alla IV Commissione, se non ci saranno rilievi sarà considerato definitivo il testo uscito sul Burp.

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