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Il ministero chiede le terne per il nuovo presidente dell'Autorità Portuale

Sono arrivate da qualche giorno al Comune, alla Provincia e alla Camera di Commercio le lettere del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture con la richiesta dell'invio delle terne di nomi per la selezione del nuovo presidente dell'Autorità Portuale di Brindisi. Il senatore Tomaselli spara a zero contro le passate gestioni del porto e i poteri che lo condizionano

BRINDISI - Sono arrrivate da qualche giorno al Comune, alla Provincia e alla Camera di Commercio le lettere del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture con la richiesta dell'invio delle terne di nomi per la selezione del nuovo presidente dell'Autorità Portuale di Brindisi. In ritardo, secondo il presidente della Camera di Commercio, Alfredo Malcarne, che indica come termine di scadenza per inviare la risposta la giornata di lunedì prossima, e per per la stessa mattinata ha fissato la riunione di giunta camerale per individuare la proposta da inviare a Roma. Ci sarà senza dubbio una concertazione con il sindaco Mimmo Consales e con il presidente della Provincia, Maurizio Bruno. Su una c osa Bruno e Malcarne già concordano: la candidatura da inviare al ministero deve essere quella di un brindisino.

La notifica delle terne sta anche a significare che a giugno, che giunga prima o meno la sentenza del Consiglio di Stato sulla legittimità della sua nomina, Iraklis Haralambidis concluderà il suo mandato e dovrà fare i bagagli. E se nel frattempo sarà varata la riforma della portualità cui il ministero sta lavorando, che prevede una serie di accorpamenti tra porti da sottoporre ad una nuova governance con vaste competenza sulla logistica, saranno probabilmente inutili anche le terne perchè il ministero dovrà nominare per la transizione dei commissari ad acta. Intanto, però, si procederà per la designazione di un nuovo presidente.

Da sinistra, l'ammiraglio Giuffré, il presidente Haralambidis e l'ingegnere Di LeveranoAlla luce di tutto questo, il Comitato portuale dovrebbe astenersi dall'assumere in questi ultimi mesi decisioni che possono condizionare le future scelte di strategia commerciale del porto. E la politica, impegnata ora sulle terne, dovrebbe vigilare anche su ciò. Va sostanzialmente in questa direzione una presa di posizione resa nota oggi dal senatore Salvatore Tomaselli del Partito democratico sulle questioni del porto di Brindisi e sul suo futuro. (Nella foto, al centro, Iraklis Haralambidis)

"Torna periodicamente una discussione pubblica sul destino del porto di Brindisi. E, contestualmente, torna la convinzione che ho maturato negli ultimi anni, per come ho conosciuto quella realtà: venti anni di gestione dell’Autorità portuale che non solo hanno prodotto un bilancio fallimentare, ma hanno rappresentato, grazie alle conduzioni inette o maldestre che si sono susseguite nel tempo, una trama unica che ha espropriato i brindisini - a cominciare da chi nel porto ci vive e ci lavora - del loro principale patrimonio naturale oltre che economico e ne ha sostanzialmente mutato l'identità, indebolendola", è il giudizio di Tomaselli sulle gestioni che si sono succedute negli uffici della ex stazione marittima.

Il segretario generale dell'AUthority Giuffrè insieme al senatore Tomaselli-2Ma l'analisi del senatore del Pd è anche molto netta sui rapporti tra Autorità Portuale e operatori, e certa politica: "Pressoché tutte le gestioni del porto da quando vi è l'Ente portuale, salvo rare parentesi, hanno vissuto di rapporti conflittuali con la città e con gli operatori economici, spesso accompagnati da arroganza e supponenza. Gestioni che, ciclicamente, si sono chiuse in attività amministrative autoreferenziali e a volte funzionali ad interessi economici e professionali estranei al territorio, alimentando clientele e rapporti privilegiati con settori della politica locale o nazionale e con l'utilizzo, a volte ‘allegro’, di procedure opache e poco trasparenti per incarichi, assunzioni, affidamenti di opere. Tutto ciò con spreco evidente di risorse pubbliche e con una mortificazione e penalizzazione delle professionalità e delle competenze interne", accusa Tomaselli. (Nella foto, Tomaselli al centro, con il segretario generale dell'Autorità Portuale, Salvatore Giuffrè a sinistra)

E il senatore giunge anche ai gravii fatti di due settimane fa circa: "La stessa vicenda di Lino Giurgola, con il suo drammatico gesto nei confronti di amministratori e dipendenti dell'Autorità portuale di Brindisi, ha lasciato tutti sgomenti per la degenerazione di momenti di tensione da parte di una persona a tutti nota per la sua caparbietà e passione verso il proprio lavoro e verso lo stesso porto e da cui non ci si sarebbe mai atteso un gesto così inconsulto. A nessuno, ovviamente, può essere consentito ricorrere a gesti violenti; ed alle persone offese va la totale solidarietà umana. Ne parlo anch'io, come altri, a distanza di giorni, interrogandomi sul senso di un gesto così grave".

Una gasiera a Costa Morena OvestTomaselli condivide la necessità di riflettere sulle radici di quella vicenda, così come ha fatto la Cgil: "Riflettere oltre la cronaca di un tale atto, così come ha inteso fare nei giorni scorsi la segretaria della Cgil, Michela Almiento, credo sia davvero doveroso per tutti. E cercare di comprendere quanto sia profonda, a me pare, la frattura culturale oltre che amministrativa e gestionale, tra ente portuale e comunità locale è l'unica strada - dice Tomaselli - per rimettere al centro del futuro della città il porto e le sue potenzialità, ben oltre i timidi segnali di ripresa dei traffici degli ultimi mesi, alcuni dei quali ottenuti, però, sacrificando i princìpi (e le opportunità) della concorrenza a favore del monopolista di turno, magari attratto da convenienze economiche e da corsie privilegiate più uniche che rare".

Rimettere al centro del futuro della città il porto, dunque: "Con la consapevolezza, altresì, che Brindisi in tutta questa storia è apparsa, fin troppo spesso, ai margini nei suoi interessi generali: l'integrazione porto-città, l'ampliamento e l'ammodernamento delle infrastrutture, la valorizzazione della polifunzionalità, politiche di attrazione adeguate, e così via. Una città incapace di produrre una autonoma visione del porto, con una rappresentanza istituzionale, politica e sociale litigiosa e divisa, con i soliti pronti alle scorciatoie relazionali con il gestore di turno, alla ricerca di reciproche convenienze", riconosce il senatore democratico.

L'arrivo di una nave ro-ro di Grimaldi nel porto di Brindisi-2Non è questo il momento di ripetere gli errori del passato, allora: "Ecco perché nel dibattito di questi mesi sul futuro delle Autorità portuali e sulla ipotesi di un loro accorpamento - temi che nelle prossime settimane entreranno nel vivo - io ho scelto con trasparenza di privilegiare e sostenere le iniziative che potranno produrre una idea concreta di valorizzazione del porto di Brindisi all'interno di una moderna strategia nazionale, anziché una anacronistica difesa di poltrone ben retribuite e che sono state finora occupate, in gran parte, pensando più agli interessi degli occupanti e sacrificando quelli del porto e della città!".

Ora, dunque, tocca nuovamente alla politica. la coerenza si vedrà in sede di Comitato portuale ma anche di designazioni. Quindi a partire dalla terne richieste dal ministero. Un solo nome che unisca i tre enti chiamati ad esprimere le indicazioni, e soprattutto la qualità della proposta, potrebbero segnare davvero lo spartiacque tra passato e futuro. Staremo a vedere.

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