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Il Pd: Enel riveda le proprie decisioni

BRINDISI - Il Partito Democratico di Brindisi registra con rammarico le ultime decisioni prese da Enel rispetto al territorio nazionale e soprattutto sulle ricadute che questo tipo di decisioni provocheranno sulla città di Brindisi. Lo si afferma in una nota diffusa oggi.

BRINDISI - Riceviamo dal comitato cittadino del Pd di Brindisi, e pubblichiamo, il seguente documento sulle ristrutturazioni annunciate da Enel, che interesseranno anche il nostro territorio, a partire dal ridimensionamento del Centro di ricerca di Cerano.

Il Partito Democratico di Brindisi registra con rammarico le ultime decisioni prese da Enel rispetto al territorio nazionale e soprattutto sulle ricadute che questo tipo di decisioni provocheranno sulla città di Brindisi.  Riteniamo ingiustificato che a fronte del pre-pensionamento di 3500 lavoratori in tutta Italia si prevedano sole 1500 presunte assunzioni rendendo teoricamente automatico il fatto che anche nella nostra città, così strategica nel panorama energetico nazionale, il numero degli assunti sarà in proporzione "un terzo" rispetto a quelli pensionabili.

A questo va aggiunta la decisione di prevedere consistenti tagli di personale e risorse tali da determinare l'inevitabile chiusura del Centro di Ricerche Enel di Brindisi che cancellerà contemporaneamente un pool di alta professionalità - Tecnici di Laboratorio e Tecnici di Ricerca Applicata - e 10 posti di lavoro, comportando la dismissione degli Impianti Pilota di Sperimentazione e del Laboratorio.

Nelle Convenzioni Energetiche del 1983, poi riconfermate nel 1996 (art.13) e fino ad arrivare alla Bozza di Protocollo Istituzionale sottoscritto da Regione, Provincia e Comune e da confermare nei vari Consigli Comunali, era noto, ed è noto, quali fossero gli impegni per Enel.

E' evidente, quindi, come queste ultime iniziative siano un inequivocabile segnale di disinteresse e abbandono delle politiche di tutela dell'Ambiente; vengono sospese infatti tutte quelle attività di ricerca e sviluppo che garantivano - così come questa Città pretende - valutazione e riduzione dell'Impatto Ambientale anche attraverso nuove produzioni da Fonti Rinnovabili e la creazione di nuove filiere produttive mediante la valorizzazione dei residui; preclude inoltre - con la chiusura di un "vero" impianto cattura CO2 - la possibilità di una riproduzione esponenziale di alghe utilizzabili per la produzione di energia con biomasse.

L'Europa, in questo senso, non ci aiuta quando - diversamente dalla "vecchia" legislazione che tassava i vari siti in base all'eccesso di produzione di CO2 – con una nuova legge, determina l'acquisto all'asta di una quota parte di CO2 tanto da rendere difficilmente praticabile, o inutile, qualsiasi impegno tecnico-scientifico per progetti di ambientalizzazione.

Con le decisioni annunciate dall'Enel che se non riviste rischiano di causare la chiusura del Centro Ricerche di Brindisi, si abbandoneranno infine anche tutti gli studi relativi alla valorizzazione dei residui prodotti dal carbon fossile - ceneri e gessi - scientificamente provato come riutilizzabili in ambito edilizio.

Il PD di Brindisi, invita con fermezza l'Enel, il cui azionista di maggioranza è il Tesoro con oltre il 30% del capitale, a rivedere le sue scelte e a contribuire concretamente allo sviluppo e all'occupazione anche attraverso il ruolo di volano che la ricerca, adeguatamente finanziata e indirizzata, può svolgere nel nostro territorio per l'intero Paese.

 

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