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Intervento/ "L'Authority, Grimaldi e gli altri"

Un altro intervento, che volentieri pubblichiamo, sull'ipotesi di concessione ventennale delle rampe e dell'area traghetti i Punta delle Terrare, nel porto medio di Brindisi, al solo gruppo Grimaldi. A prendere virtualmente la parola, ancora un agente marittimo, Franco Aversa.

Un altro intervento, che volentieri pubblichiamo, sull'ipotesi di concessione ventennale delle rampe e dell'area traghetti i Punta delle Terrare, nel porto medio di Brindisi, al solo gruppo Grimaldi. A prendere virtualmente la parola, ancora un agente marittimo, Franco Aversa, il quale giudica tale possibilità uno sbarramento, di fatto, per altri potenziali armatori e quindi un'autolimitazione inaccettabile. BrindisiReport.it ovviamente è aperto ad altre opinioni sul merito della questione.

Caro direttore, ti ringrazio per dare sempre la possibilità, a chi ancora è interessato al porto di Brindisi, di parlarne liberamente. La notizia che voglio commentare con te e con tutti i tuoi lettori è quella che riguarda la richiesta del Gruppo Grimaldi, operante nel nostro porto da circa due anni, di ottenere in concessione, sembrerebbe, l’area dedicata all’ormeggio dei traghetti. La notizia in questione, a dire il vero, non mi sorprende affatto. Questa richiesta non è altro che la più logica delle conclusioni per un armatore che ha dimostrato una decisa competitività in lungo e largo per l’Europa.

I presupposti per questa decisione c’erano tutti, sin da prima dell’ inaugurale ormeggio della compagnia a Punta Terrare. Non saranno sfuggite, a chi lavora nel mondo portuale e anche ai brindisini più attenti, le agevolazioni - solo in parte palesi - riservate all’armatore appena approdato: sconti di un terzo delle tariffe portuali, uffici nuovi di zecca nella temporanea struttura adibita a sala d’attesa (box cui la compagnia ha garbatamente rinunciato), taglio delle bitte a Costa Morena su richiesta , con conseguente riduzione del numero degli ormeggi , creazione di aree per sosta rimorchi in attesa di imbarco con servizio di sicurezza 24 ore su 24, utilizzo gratuito dei distanziatori fra le due navi e ancora tante altre concessioni gratuite di mezzi e servizi che per anni sono stati forniti solo a caro prezzo ai precedenti armatori. A ciò si aggiungano gli “imbarazzanti” sconti ottenuti da parte dei servizi portuali, mai accordate ai precedenti armatori.

Mentre la notizia in sé, dunque, non mi pare eccezionale, è l’“annunciazione” da parte dell’ente Autorità Portuale che mi lascia meravigliato e molto perplesso. La richiesta del gruppo partenopeo sembra essere caduta dal cielo, una vera e propria “manna”, inaspettata e imprevedibile, senza precedenti. Cosi pare sia stata accolta la richiesta negli uffici dell’Autorità Portuale, come se tutte le agevolazioni o per lo meno quelle di cui io sono a conoscenza, non dovessero alla fine sfociare in una “formale” richiesta di concessione degli ormeggi fino ad oggi pubblici.

Le esclusive agevolazionidi cui sopra hanno reso il nostro porto appetibile, sì, ma per un solo vettore! Prova ne è che la compagnia Grimaldi è giunta alla logica conclusione di richiedere la concessione in questione che costituisce una formalizzazione dell’ affidamento del nostro porto a un vettore unico. Cosa sarebbe accaduto se simili - non oso immaginare identiche - condizioni di favore fossero state predisposte anche a beneficio degli altri vettori che si sono avvicendati nel nostro porto?

Giova rammentare che il Gruppo Grimaldi, seppur intento a sviluppare un lodevole progetto economico qui a Brindisi, ha anche un ovvio interesse a bloccare preventivamente ogni possibile concorrente altrimenti non si spiega la richiesta di una concessione in esclusiva. Mi chiedo, quindi, quale spazio possa trovare un eventuale compagnia armatoriale qualora volesse approcciarsi al nostro porto; penso che, scoraggiata dalla realtà monopolistica e dalle oggettive difficoltà operative, non le resterà che optare per altri porti, gli stessi che negli anni hanno conosciuto un importante incremento dei propri traffici direttamente proporzionale ai nostri vertiginosi cali.

La strategia economica dell’ Autorità Portuale che ormai si basa sul sostentamento attraverso traffici obbligati (esempio: carbone alle centrali elettriche), e vede da tempo il traffico passeggeri come un impiccio più che come una valente risorsa, adesso può finalmente liberarsi anche del “problema traghetti” (dopo aver già dato in concessione vaste aree della zona industriale del porto ad Enel Produzione, Versalis SpA Coperoil Srl, Edipower ed ai terminalisti del futuro Terminal Croceristico, quello sotto accertamento della magistratura).

Forse ora il presidente, il segretario e i premiatissimi dirigenti, impiegati e consulenti dell’Autorità Portuale di Brindisi potranno trovare il tempo didedicarsi allo sviluppo del porto interno, che tra dragaggi mai realizzati, strutture mai utilizzate e inutilizzabili, opere dispendiose e insensate, spazi male organizzati e gestiti ancor peggio,può ancora ambire diventare un ottimo ampliamento del parcheggio in via Del Mare.

Riguardo all’intervento del collega Luca Scagliarini, vorrei informarlo e con lui anche il presidente Haralambides e il neo eletto segretario, che, pochi anni fa fu avanzata, da un gruppo di imprenditori locali, una richiesta di concessione delle medesime aree che si presume abbia richiesto il gruppo Grimaldi, ma questa istanza non ha mai avuto riscontro dagli allora presidenti dell’ente.

Colgo anche l’occasione per ricordare che il porto di Costa Morena dispone soltanto di cinque ormeggi, di cui due ‘’precari’’ e utilizzati per il traffico extra Schengen e dei restanti tre solo uno di questi è considerabile “in sicurezza” e quindi sempre utilizzabile. Perdendo la disponibilità di anche uno solo di questi ormeggi, mancandone altri (il Seno di Levante è inagibile e Sant’Apollinare rimane una sterile distesa di cemento dopo la perdita dei finanziamenti per realizzare degli accosti) il porto di Brindisi si precluderebbe, di fatto, la possibilità di attrarre nuove compagnie.

In un immaginario biglietto da visita del porto, il marchio della prestigiosa società marittima partenopea apparirebbe troppo grande e appariscente da lasciar spazio ad altri loghi e forse coprendo persino il nome del porto stesso.Un porto sofferente, il nostro, che non può chiudersi a un mercato che seppure sia in crisi sta già tentando la rimonta. Ancor più tragico risulta quindi prospettare un futuro per il nostro porto, che dovrebbe costituire una risorsa anche occupazionale per i giovani brindisini, ora che ciò che offriamo ai vettori è un formale invito a emigrare verso altri porti, proprio noi che, nella storia, di portualità e di commercio abbiamo dato lezioni al mondo intero.

La fortuna della nostra città, negli anni passati, si è basata proprio sulla presenza di più vettori in concorrenza tra loro, che hanno sempre lasciato molto in termini economici e occupazionali al territorio. Sistema di libera concorrenza che fa ancora la fortuna di altre città portuali dove coesistono tante compagnie (vedi Bari e Ancona, i nostri più diretti concorrenti), le quali, creando un clima concorrenziale portano inevitabilmente a un miglioramento dei servizi offerti. Questione curiosa anche questa: dopo le pesanti critiche (smentite poi dalla realtà dei fatti) riguardo alla presunta inadeguatezza dei servizi offerti dagli armatori greci, il lodevole progetto di sondaggio di gradimento tra i passeggeri promosso dall’Autorità Portuale non ha più prodotto risultati, sarebbe interessante conoscere il livello di soddisfazione degli utenti durante l’ultimo anno di gestione esclusiva della Grimaldi sulla linea per la Grecia.

Tuttavia, ciò che deve interessare soprattutto la città, le istituzioni e ogni uomo di buona fede è domandarsi: quali ricadute economiche e occupazionali avrebbe questa concessione ventennale? Chi vigilerà e soprattutto garantirà che saranno rispettate tutte le norme sulla libera concorrenza negli anni a venire? Chi realizzerà tutte le opere che si renderanno necessarie? E soprattutto chi ne coprirà i costi? Mi auguro che i rappresentanti del territorio intervengano su questa vicenda che indipendentemente dal risvolto che potrebbe avere nell’immediato, segnerà il destino del nostro porto.

Termino con una citazione, a mio avviso, estremamente pertinente: “Le posizioni dominanti e i privilegi che ne derivano vanno combattuti perché danneggiano la concorrenza e fanno perdere posti di lavoro”. Così si è espresso Manuel Grimaldi, presidente degli Armatori e ad della compagnia Grimaldi, su Shippingonline del 18 maggio 2013. (Franco Aversa)

 

 

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