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Navi da crociera tra banchine incompiute e la servitù del cono d'atterraggio

L'Autorità portuale ha indicato come punto di approdo per la sosta delle navi della Msc e della Tui la banchina di Costa Morena Est. Ma Costa Morena Est non è neppure illuminata e non ha ancora una pavimentazione

BRINDISI – L’Autorità portuale di Brindisi, sia che passi la riforma Lupi versione “distretti”, sia che passi quella versione “accorpamenti”, sarà sciolta. Come e con quali tempi probabilmente lo sapremo a metà maggio quando sarà pronta l’ultima bozza del nuovo assetto logistico e amministrativo dei porti italiani. Da quanto appare ormai ineluttabile, Brindisi farà rete, in un modo o nell’altro, con Taranto e Bari, e la sede del nuovo ente di gestione (con presidente dai poteri accresciuti e con un direttivo snello e operativo al posto del Comitato portuale, mentre le categorie saranno rappresentate in un’assemblea consultiva) sarà nel capoluogo di regione.

Una perdita di ruolo? No, l’unico modo oggi per entrare nuovamente nel giro del nuovo assetto dei traffici marittimi, visto che il porto di Brindisi è già stato tagliato fuori dal novero di quelli di interesse europeo, cosa che gli costerà comunque l’esclusione dai grandi finanziamenti. Ma nella logica della rete si può recuperare terreno e si possono recuperare investitori, purchè si faccia funzionare subito al meglio quello che c’è. Per quello che non c’è si dovrà aspettare il nuovo Piano regolatore del porto.

La pista principale dell'aeroporto di Brindisi dal lato del porto medio-2E questo è uno dei primi grandi problemi sui quali si gioca il futuro, assieme a quello delle bonifiche (il porto ricade quasi interamente nell’area del Sin) che rallentano ogni intervento, assieme a quello del cono di atterraggio dell’aeroporto su cui è aperta una trattativa con Enac ed Enav: forse si potrà fare in modo di spostare di tre o quattrocento metri il punto di attacco della pista dal lato del porto medio, allungandola di altrettanto dalla parte opposta, e quindi aumentando l’altezza del cono di atterraggio. Ma sono ipotesi in discussione e non è detto che vada a finire così.

Ciò limita il passaggio di grandi navi ro-ro e da crociera verso Costa Morena Ovest, tanto che l’attuale presidente dell’authority, Iraklis Haralambidis (che potrebbe lasciare Brindisi anche prima dell’attuazione della riforma se il suo ricorso contro l’annullamento della nomina da parte del Tar dovesse essere respinto dal Consiglio di Stato), ha indicato come punto di approdo per la sosta delle navi della Msc e della Tui la banchina di Costa Morena Est, pur senza l’ombra in quel sito del terminal bloccato dopo l’avvio delle indagini della procura. Ma Costa Morena Est non è neppure illuminata salvo gli impianti autonomi alla banchina utilizzata da Edipower, e non ha ancora una pavimentazione.

Mein Schiff-3Nelle foto a corredo di questo articolo la situazione al 24 aprile. E’ quella che si troveranno davanti i passeggeri della compagnia Tui già quest’anno, e – se nel frattempo nulla cambierà - quelli della Msc Magnifica dal 2015, quando scenderanno per salire sui pullman che li porteranno in città o in giro per Salento e Valle d’Itria, scegliendo uno dei numerosi tour predisposti dalle agenzie marittime. Si troveranno, una volta in banchina, tra la quinta del castello alfonsino sul lato opposto del porto, quella della centrale A2A  su quello di sbarco, le carboniere Enel poco più in là.

Sia la Msc Magnifica che la Mein Schiff di Tui sono ben oltre i limiti dell’attuale cono di atterraggio, e si dovranno fermare su quella che è una banchina industriale, lontano dalla città. Le distanze saranno poi artificialmente ridotte dai pullman, ma non è la soluzione ottimale, come un ormeggio molto più a ridosso di Brindisi. Si è cominciato a lavorare molto tardi, sulla questione del cono di atterraggio, e ci ha messo mano recentemente un commissario ministeriale (Ferdinando Lolli).

La Msc Magnifica-2Si sono in compenso perse oltre che tempo anche occasioni, come quella di ubicare nei luoghi previsti una nuova stazione marittima, dragare i fondali per aumentarne il pescaggio almeno di due metri, portare a compimento il progetto dei nuovi accosti di S.Apollinare invece di perderle i soldi del finanziamento, poco meno di 50 milioni di euro. Queste secondo Haralambidis sarebbero note denigratorie. Ma l’Autorità portuale non spiega cosa ha realizzato invece sul piano infrastrutturale in questi anni. La stessa, incompiuta Costa Morena Est è un progetto finanziato dall’ex Consorzio del Porto.

Essere costretti a tenere le navi da crociera di grande stazza a una banchina industriale ancora invasa dai cantieri non è il segno di una buona performance gestionale dell’ente. Dire – come è stato fatto – che si deve aiutare Brindisi insediandovi la futura authority di distretto sostenendo il porto che rispetto a Bari e Taranto ha i maggiori problemi di sviluppo, va anche oltre i confini della realtà.  (Le foto delle banchine sono di Gianni Di Campi)

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