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Deposito di benzina e gasolio a Costa Morena: procedure di valutazione al via

Potrebbe aumentare il numero degli impianti a rischio di incidente rilevante nella zona industriale di Brindisi, se il progetto presentato il 7 settembre dalla società Brundisium Spa, appositamente costituita, otterrà un parere favorevole dal Commissione Via del Ministero dell'Ambiente e il successivo decreto autorizzativo ministeriale. Si tratta di un deposito costiero di gasolio e benzina "con annesso terminale di carico sito in un lotto di terreno ubicato in area Asi prospiciente la banchina del Porto di Brindisi"

BRINDISI - Potrebbe aumentare il numero degli impianti a rischio di incidente rilevante nella zona industriale di Brindisi, se il progetto presentato il 7 settembre dalla società Brundisium Spa, appositamente costituita, otterrà un parere favorevole dal Commissione Via del Ministero dell’Ambiente e il successivo decreto autorizzativo ministeriale. Si tratta di un deposito costiero di gasolio e benzina “con annesso terminale di carico sito in un lotto di terreno ubicato in area Asi prospiciente la banchina del Porto di Brindisi”, l’area dell’ex stabilimento vinicolo Brundisium che alcuni anni fa fu acquistata dalla società Ecologica con l’obiettivo, poi accantonato, di farne un deposito per oli vegetali ed una mini-centrale termoelettrica alimentata a biomasse.

Il rendering del deposito-2La banchina da utilizzare per le operazioni di scarico degli idrocarburi è quella di Costa Morena – Riva, dove già attraccano le zuccheriere e le navi che trasportano l’olio di palma per la raffineria Sfir, accanto al molo carbone Enel e vicino al punto di attracco delle gasiere di Costiero Adriatico che trasportano gas propano e propilene, che una condotta sotterranea convoglia al deposito ai confini dell’area industriale, nel più grande deposito italiano di Gpl. I nuclei abitati di Brindisi più vicini all’area sono quelli del quartiere Perrino e dei villaggi S. Pietro e S. Paolo. Ma è vicinissima anche l’area di imbarco e sbarco passeggeri e ro-ro di Costa Morena-Punta delle Terrare

Brundisium SpA prevede di realizzare 8 serbatoi in bacino di contenimento “per complessivi 40.000 metri cubi di capacità di prodotto. Il terminal costiero Brundisium è concepito per il ricevimento, lo stoccaggio e il successivo carico e spedizione di prodotti petroliferi e petrolchimici e di liquidi alla rinfusa”, illustro lo studio di impatto ambientale (Sia) presentato al ministero dalla società proponente.  “Il Deposito in oggetto tratterà benzina e gasolio, tali sostanze figurano tra quelle riportate in Allegato I – Parte 1 e 2 del D. Lgs. 334/99 e successive modifiche ed integrazioni (D. Lgs. 238/05), cioè tra gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante”.

La planimetria del progetto di Brundisium Spa-2Sempre nello studio allegato con gli altri elaborati alla richiesta di sottomissione del progetto a Valutazione di impatto ambientale – e alle procedure di sicurezza per i pericoli legati alla possibilità di incidenti rilevanti -  i tecnici incaricati dalla Brundisium Spa aggiungono: “Secondo la normativa vigente, il decreto ministeriale  31 luglio 1934, così come modificato ed integrato dal decreto ministeriale 17 giugno 1987 n.280 ‘Modificazioni al decreto ministeriale 31 luglio 1934 recante norme di sicurezza per la lavorazione, l'immagazzinamento, l'impiego e la vendita di oli minerali e per il trasporto degli oli stessi’, nonché alla circolare del Ministero degli Interni del 19 marzo 2009, prot. 756, la categoria dei liquidi stoccati è: Benzina: Categoria A – Liquidi i cui vapori possono dare luogo a scoppio; Gasolio: Categoria B – Liquidi infiammabili in riferimento alla definizione di liquido infiammabile introdotta dall’European Regulation (EC) No. 1272/2008;

Il punto di scarico del carburante e la condotta sino al progettato deposito-2La classe del deposito invece è: Classe 1ª - Depositi con serbatoi fuori terra (o interrati), capacità totale superiore a 3.500 m3. Secondo la normativa vigente, valgono, inoltre, le seguenti assunzioni di base: Tipologia deposito: Costiero; Misto. Capacità equivalente1: Benzina: 12.000 m3; Gasolio: 24.000 m3; Sicurezza deposito: Grado 2°. Per rispondere ai requisiti costruttivi dettati dalle sopraindicate normative, i serbatoi saranno allocati all'interno di un bacino di contenimento (capace di contenere 1/3 del volume complessivo stoccato per i gasoli e 1/1 del volume per le benzine) e provvisto di sistema di drenaggio verso un pozzetto interno e a tenuta per la raccolta delle acque piovane e degli eventuali ed accidentali sversamenti. Le acque piovane saranno opportunamente filtrate in impianto dedicato, e dopo la separazione le acque oleose saranno temporaneamente stoccate nel serbatoio slop, mentre le acque pulite saranno riutilizzate per i servizi dell'impianto. Le pompe asservite ai serbatoi di stoccaggio saranno ubicate in appositi locali tecnici impermeabilizzati al fine di contenere eventuali spandimenti. I serbatoi, i percorsi di carico e scarico e l'area pompe, saranno servite da impianto antincendio autonomo, con alimentazione idrica da vasca accumulo”.

Lo stato attuale dei luoghi - Banchina Costa Morena ed ex stabilimento Brundisium-2Per quanto riguarda il collegamento banchina-deposito, il Sia parla di “una condotta di adduzione alla banchina di riva del porto di Brindisi ove potranno attraccare le navi cisterna da circa 20.000 tonnellate di prodotto, di cui il 70% gasolio (14.000 tonnellate annue) e 30% benzine (6.000 tonnellate annue). Tale condotta, realizzata con tubi a doppia parete, e monitoraggio in continuo delle eventuali perdite, si svilupperà per circa 540 metri di cui 232 all'interno dell'area portuale. In corrispondenza del punto di attracco della nave, e solo durante le operazioni di scarico, sarà allestita una piazzuola con new jersey in Pvc, per alloggio terminali di carico/scarico, con pompa per drenaggio acque piovane ed eventuali sversamenti da inviare al serbatoio slop ubicato nell'area stoccaggio (retro porto)”.

Sempre a proposito dell’impianto e sue pertinenze, lo studio di impatto ambientale della Brundisium Spa spiega che la tubazione “verrà posata all'interno di uno scavo, in modo da non confinare con gli altri impianti e cavidotti di banchina, ed opportunamente ricoperta a regola d'arte. L'integrità delle condotte sarà controllata mediante pozzetti intermedi impermeabilizzati. La capacità di immissione sul mercato della ditta Brundisium SpA è di circa 875 tonnellate di carburanti/giorno, a mezzo di circa 35-40 mezzi tra autocisterne, articolati, ecc. Pertanto, la movimentazione dei prodotti in stoccaggio prevede, orientativamente, una rotazione dei serbatoi fino a un transito teorico di 270.000-300.000 t di prodotti”, stima che indica l’entità del traffico di gasolio e benzine che la società prevede di gestire a regime.

La planimetria della situazione attuale-2A proposito delle operazioni di scarico e della tipologia delle motocisterne che dovrebbero portare a Brindisi gli idrocarburi, nel Sia si dichiara che “la taglia delle navi in arrivo è prevista fino a 30.000 Dwt, con lotti tipici di 20.000-25.000 tonnellate di portata lorda. Il movimento del traffico di navi in arrivo/partenza dal terminal può quindi stimarsi su circa 12-14 navi/anno”.

Nel capitolo impatti e rischi, si spiega che per controllare le emissioni “tutti i serbatoi saranno dotati di filtri a carboni attivi per garantire la qualità dell’aria nel sito d’intervento e nelle zone circostanti. Nel piano di gestione e monitoraggio che si concerterà con Arpa Puglia – Brindisi, si valuteranno mediante periodiche prove e campionamenti sperimentali di campo l’effettiva presenza, qualità e quantità dei composti organici volatili presenti nell’aria e se necessario si procederà al potenziamento del sistema di captazione e abbattimento di tali composti”.

“Per quanto riguarda la salute pubblica del numero limitato di persone costituenti i due gruppi a rischio individuati, si ritiene che sia i criteri costruttivi esposti nel quadro di riferimento progettuale, sia i criteri gestionali di cui ai piani di gestione operativa e di monitoraggio e controllo, consentiranno di espletare le proposte attività di gestione degli idrocarburi mantenendo entro livelli pienamente accettabili per l’incolumità della salute pubblica eventuali alterazioni dei fattori igienico-ambientali, con questi ultimi che saranno adeguatamente monitorati mediante le campagne previste dal succitato piano di monitoraggio. Inoltre, il gruppo a rischio potenzialmente più esposto, rappresentato dal personale che sarà impiegato negli impianti in progetto, sarà ulteriormente tutelato dagli accorgimenti tecnici, organizzativi e procedurali previsti dalla vigente normativa per la tutela della salute e per la sicurezza dei lavoratori.

Costa Morena, solo carbone e zuccheroMa la classificazione dell’impianto, a rischio di incidente rilevante, prevede una serie di obblighi rigorosi per il gestore, riepilogati nello studio presentato il 7 settembre al Ministero dell’Ambiente: “Ai sensi dell’art. 6 della norma sopra citata (direttiva Seveso, ndr) il gestore di un nuovo parco serbatoi in cui sono presenti sostanze pericolose in quantità uguali o superiori a 2.500 tonnellate di prodotti petroliferi è obbligato a trasmettere al Mattm, alla Regione, alla Provincia, al Comune, al Prefetto, al Comando Provinciale dei VVF competente per territorio e al Comitato una notifica entro centottanta giorni prima dell'inizio della costruzione unitamente alle informazioni di cui all’allegato V della D.Lgs 334/99 e successive modifiche ed integrazioni. Ai sensi dell’art. 8, nel caso in cui siano presenti sostanze pericolose in quantità uguali o superiori a 25.000 tonnellate, il gestore è, inoltre, tenuto a redigere un rapporto di sicurezza”.

Più nel dettaglio, “il Gestore sarà sottoposto ai seguenti adempimenti: 1. Piano di Emergenza Interno 2. Scheda di informazione alla popolazione 3. Notifica 4. Documento di Politica di Prevenzione Incidenti Rilevanti e Sistema di Gestione della Sicurezza 5. Rapporto di Sicurezza”. Ma “si applicherà anche la disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi”, con gli obblighi legati al rilascio del certificato previsto dalla legge.

Un cargo dello zuccheroProcedura quindi appena avviata per il progetto del deposito di benzine e gasolio che la Brundisium SpA vuole realizzare con interessamento della banchina di riva di Costa Morena e di un’area retroportuale. C’è la necessità dell’attenta valutazione di questo fattore aggiuntivo di rischio per la zona industriale la città, ma tra le cosiddette interferenze non viene però considerata l’ipotesi, su cui si sta lavorando, di sviluppo di una piastra intermodale per le merci proprio nella stessa area, elemento affatto secondario per esprimere pareri di compatibilità, oltre che con le esigenza di sicurezza generali e della popolazione, con il futuro del porto: condizionato solo dal traffico di combustibili e materie prime, o riorganizzato per portare nell'avamporto i traffici di gas, idrocaruri e carbone, al fine di garantire impieghi per le merci in container e trailer, e per i passeggeri delle altre aree? Saranno determinanti le posizioni che assumeranno Regione Puglia e Comune, oltre che la Provincia.

A sinistra, la nave che trasporta zucchero, a destra una carboniera EnelA partire dalla pubblicazione dell’avviso di deposito del progetto al presso Ministero dell’Ambiente, Ministero dei Beni Culturali, Regione Puglia, Provincia e Comune di Brindisi (chiamati ad esprimere i propri pareri ed a partecipare successivamente alle conferenze dei servizi a Roma assieme ad altri enti coinvolti per le rispettive competenze, tra i quali Capitaneria di Porto, Autorità Portuale, Asi, e probabilmente Aeronautica, Enac ed Enav, questi ultimi per la posizione prossima al cono di atterraggio), ci sono comunque 60 giorni per cittadini, soggetti economici ed associazioni per esprimere osservazioni, a far data dall’8 settembre quando l’avviso della richiesta della procedura di valutazione di impatto ambientale è stata pubblicata su un quotidiano nazionale e su uno locale.

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