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Quel collettore infinito, vertice del centrosinistra con l'assessore regionale

CAROVIGNO - L’assessore alle Opere pubbliche e Protezione civile della Regione Puglia, Fabiano Amati, parteciperà questa sera, alle ore 17, presso il castello di Carovigno, ad un incontro operativo convocato dai partiti del centrosinistra dei comuni interessati, per affrontare le problematiche legate al completamento, dopo tre decenni, del collettore circondariale e del depuratore di Bufalaria.

CAROVIGNO - L’assessore alle Opere pubbliche e Protezione civile della Regione Puglia, Fabiano Amati,  parteciperà questa sera, alle ore 17, presso il castello di Carovigno, ad un incontro operativo convocato dai partiti del centrosinistra dei comuni interessati, per affrontare le problematiche legate al completamento, dopo tre decenni, del collettore circondariale e del depuratore di Bufalaria.

“Quattro mesi per completare i lavori”, aveva annunciato agli inizi di novembre Amati in occasione di un incontro presso la sede dell’assessorato indicando il mese di marzo 2011 come data orientativa. A quel vertice parteciparono il sindaco di Carovigno, Vittorio Zizza, il direttore generale di AqP, Massimiliano Bianco, il dirigente per la Pianificazione Aato, Vito Colucci, e il dirigente del servizio Tutela delle Acque, Mariantonietta Iannarelli.

I fondi ci dovrebbero essere, e dovrebbero arrivare dai 156 milioni di euro del Piano Operativo Triennale 2010-2012 che, in attuazione del Piano d’Ambito approvato il 27 ottobre 2009, individua gli interventi di natura prioritaria nel comparto idrico, fognario e depurativo.

Nello specifico, per esempio, gli interventi riguarderanno la realizzazione del collettore San Michele - San Vito e l’impianto di sollevamento a Carovigno (totale 4.407.109 euro), il collegamento di Specchiolla e Santa Sabina al collettore di Bufalaria (1.531.738 euro). Quella del collettore rappresenta una svolta per i comuni di Carovigno, San Michele e San Vito. L’opera venne finanziata dalla Cassa del Mezzogiorno alla fine degli anni Settanta, e la gestione era sempre rimasta nelle mani del Comune di Carovigno. Negli ultimi anni, è stata la Regione ad intervenire definitivamente per far sì che l’opera diventasse finalmente realtà.

Ma non bisogna mai dimenticare la storia di quest’opera senza fine. L’opera fu approvata dai rispettivi consigli comunali nella seconda metà degli anni Settanta, fu finanziata dalla Cassa per il Mezzogiorno e al Comune di Carovigno fu affidato l’incarico di bandire la gara d’appalto, che fu poi oggetto di un lungo contenzioso amministrativo in seguito a ricorso al Tar. Si persero vari anni. L’opera deve servire a collegare direttamente la rete fognaria di Carovigno al depuratore già costruito, invecchiato (nel frattempo) e poi ristrutturato a Bufalaria, sulla collina tra Specchiolla e Serranova, mentre S.Michele si collegherà a sua volta al tratto tra S.Vito e lo stesso depuratore. Tutti e tre i comuni infatti scaricano da molti decenni nel sottosuolo, sono quindi fuorilegge da quando esiste la legge sulla tutela delle acque e sopravvivono solo perché ottengono ogni anno una deroga da parte della Regione.

Ad opera completata, le acque reflue trattate dal depuratore non finiranno più in alto mare come previsto nel primo progetto, a un km al largo dalla costa tra Specchiolla e Pennagrossa attraverso una condotta subacquea, ma saranno scaricate invece nel Canale Reale, che a sua volta sarà deviato – com’era in origine – nella palude di Torre Guaceto e non più in mare. Ma su questo si dovrà ancora decidere. Al depuratore andranno collegate, come già detto, anche le reti fognarie delle marine (Specchiolla e S. Sabina), attualmente fonti di grossi fatturati per le imprese di autospurgo.

Il progetto iniziale prevedeva un collettore a scivolamento, cioè con una pendenza naturale tra S.Vito e il depuratore. Ma le modifiche apportate a causa delle pressioni politiche (se il collettore fosse stato costruito in linea retta, come previsto, tra S.Vito e Bufalaria, avrebbe attraversato i terreni di molti amici degli amici) hanno comportato la realizzazione dell’opera lungo la strada provinciale S.Vito – Specchiolla, la perdita della pendenza naturale, e quindi una aggravio dei costi perché ora sarà necessario costruire anche le pompe di sollevamento alle periferia di S.Vito, e in quel punto si collegherà anche la condotta che arriva da S.Michele.

Questo è solo un esempio dei danni provocati da una assai criticabile gestione dell’opera da parte della politica. Soprattutto di quella di Carovigno. Nel corso dell’ultimo mandato di Raffaele Fitto come presidente della Regione (esattamente quando a S.Vito c’era la giunta Masiello), da Bari fu inviata un’ispezione al Comune di Carovigno, e fu rilevata addirittura una contabilità incompleta delle opere. Gli ispettori depositarono una relazione sullo stato delle cose, invitando il Comune a mettere a posto le carte, pena la trasmissione delle stesse alla procura della Repubblica. Cosa che però non fui fatta. Invece Fitto, proprio a causa di tali inadempienze da parte del Comune, revocò un finanziamento (uno dei tanti ingoiati dal buco nero di questo cantiere senza fine) e lo dirottò a una ventina di Comuni del Leccese per opere idriche e fognarie.

Un ultimo esempio di una discutibile gestione del cantiere, è il primo tratto della condotta del collettore costruito tra S.Vito e il depuratore di Bufalaria: il tubo messo in opera in subappalto è sottodimensionato nel diametro e in più è in Pvc. Ciò significa che non reggerà mai alla pressione indotta dalle pompe di sollevamento. Quindi bisogna sostituirlo: altri soldi sprecati. E su pende una spada di Damocle: l’AqP (l’Acquedotto Pugliese) prenderà le opere in gestione solo se supereranno il collaudo.

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