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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Si sposta a Bari anche il traffico per Valona. Le "nostre navi" sono in Libia

BRINDISI – La disputa politica sulla designazione del nuovo presidente dell’Autorità portuale di Brindisi, oltre a tenere in secondo piano gli ultimi atti dell’inquilino uscente della ex Stazione marittima, Giuseppe Giurgola, non coglie alcuni eventi gravi che stanno cancellando le residue chance per restare un porto di collegamento con l’Albania. Nell’ombra proiettata dalla ricerca del grande pensiero strategico (ma non è detto che Haralambides non sia al contrario un uomo molto pratico, si vedrà) si va consumando inesorabilmente un altro fallimento commerciale che dimostra da un lato l’incredibile disattenzione della poltica dalle vicende portuali, dall’altro l’assoluta mancanza di capacità contrattuali dell’Autorità portuale brindisina nei confronti degli armatori che frequentato questo scalo marittimo. Debolezza legata al trattamento riservato negli ultimi anni alle navi ed ai passeggeri dei collegamenti per Valona, colpa che impedisce all’Authority di pretendere, mettere in chiaro, mettere sull’avviso, sanzionare sempre nell’ambito delle regole.

BRINDISI – La disputa politica sulla designazione del nuovo presidente dell’Autorità portuale di Brindisi, oltre a tenere in secondo piano gli ultimi atti dell’inquilino uscente della ex Stazione marittima, Giuseppe Giurgola, non coglie alcuni eventi gravi che stanno cancellando le residue chance per restare un porto di collegamento con l’Albania. Nell’ombra proiettata dalla ricerca del grande pensiero strategico (ma non è detto che Haralambides non sia al contrario un uomo molto pratico, si vedrà) si va consumando inesorabilmente un altro fallimento commerciale che dimostra da un lato l’incredibile disattenzione della poltica dalle vicende portuali, dall’altro l’assoluta mancanza di capacità contrattuali dell’Autorità portuale brindisina nei confronti degli armatori che frequentato questo scalo marittimo. Debolezza legata al trattamento riservato negli ultimi anni alle navi ed ai passeggeri dei collegamenti per Valona, colpa che impedisce all’Authority di pretendere, mettere in chiaro, mettere sull’avviso, sanzionare sempre nell’ambito delle regole.

Sono spariti nuovamente dai primi giorni di aprile i due traghetti per Valona dell’Agoudimos e della Red Star, dirottati nel Canale di Sicilia per le attività umanitarie legate alla crisi libica. Spariti e non più rimpiazzati: gli armatori evidentemente guadagnano di più in questo modo, salvo poi decidere di rientrare se e quando converrà alle stesse compagnie. Non risulta che qualcuno abbia parlato, obiettato, protestato. Brindisi ha già perso alcuni anni fa i collegamenti per Durazzo passati al porto di Bari, andando a costituirvi il grosso del traffico passeggeri; la stessa cosa sta accadendo per Valona pur essendo Brindisi il porto più vicino a quelli albanesi, e quindi lo scalo di elezione per quelle rotte.

Gli agenti marittimi interessati erano stati facili profeti, denunciando l’assoluta assenza di servizi e l’inadeguatezza strutturale e logistica del Terminal di Levante, costato milioni di euro e diventato non una stazione marittima per i traghetti della rotta per Valona, ma uffici per le Dogane e la Polmare. E i passeggeri albanesi, i camionisti bulgari e macedoni, rumeni e italiani, i turisti? Al sole e alla pioggia in via Spalato, destinati ad estenuanti controlli all’imbarco e allo sbarco. Chi può andare, oggi, a protestare con gli armatori greci o italiani che trovano più conveniente fare la linea tra Sicilia o Malta e Libia? Chi può sfoderare tanta autorevolezza? E cosa sono servite – domanda rivolta all’amministrazione comunale – le varie missioni a Tirana se per andare in Albania un assessore o il sindaco di Brindisi devono imbarcarsi a Bari?

Nulla è cambiato in questi anni nel porto di Brindisi: i rimorchiatori sono sempre lì, le navi carboniere e le gasiere del Gpl anche, mentre per spostare i traghetti (ma tanto non ci sono più) per l’Albania a Costa Morena bisogna giocare a scassaquindici con le navi per la Grecia, perché un porto di 5 milioni di metri quadrati non ha una banchina sufficiente per metterci i traghetti. Paradossale, assurdo, ma vero. E con il progetto dei cinque nuovi accosti a S.Apollinare si sono persi altri lunghi anni per modificarlo, con il risultato di farselo rispedire indietro dal Consiglio superiore dei lavori pubblici. In verità una cosa è cambiata: il porto sta perdendo navi e traffico, Giurgola non ha neppure squadernato i dati del 2010. C’è qualche consigliere comunale che li ha ricevuti, per rendersi conto della situazione? Si sa chi siano i consulenti del dott. Giuseppe Giurgola, come vorrebbe la legge Brunetta, per conoscere anche quali servigi essi hanno reso al porto e alla città?

Brindisi è una delle pochissime città portuali italiane che in realtà si comporta come se il porto non ci fosse e come se non avesse disoccupati, quindi rinunciando a giocare la partita dello sviluppo e del lavoro legata ai traffici marittimi. Non dovrebbero essere un giornale o una tv a ricordare che una nave da crociera non comporta posti di lavoro in più tra gli ormeggiatori, i rimorchiatori, e tanto meno le imprese dei servizi, mentre una portacontainer, una portarinfuse, una nave ro-ro e un traghetto sì, e una piattaforma logistica ancora di più. E assieme a questo, la caratterizzazione di porto integrato nella rete logistica disegnata dall’Unione europea. Lo ricorda, con una lettera che BrindisiReport.it ha ricevuto stamani, uno spedizioniere brindisino che ha scelto di parlare a titolo personale.

Una analisi semplice ma efficace, quella di Desiderio De Giorgio, sulla sparizione delle navi per l’Albania: “E' la seconda volta che accade; appena un mese fa, i primi del mese di marzo, è successa la stessa cosa, per circa due settimane. Da quello che dicono le agenzie raccomandatarie delle due navi, non si sa quando queste rientreranno in linea. Tenendo presente che l' Albania è l' unico paese extra-Ue che ha linea diretta con l'Italia, nel nostro caso il porto di Valona, è una grossa e una delle poche fonti di lavoro per noi doganalisti: le merci in arrivo e/o in partenza da e per l' Albania, giunte a Brindisi, sono oggetto di pratiche doganali di importazione od esportazione. La mancanza di questa linea, ci sta producendo notevoli problemi in ambito lavorativo”.

“I doganalisti che si occupano di questo tipo di traffico commerciale sono ormai fermi, non si effettuano pratiche doganali da due settimane. Si tenga presente che a partire dal 2009 il traffico, già scarso, ha avuto un calo di circa il 30% per motivi sicuramente di crisi commerciale. Porti come quello di Bari hanno costantemente le navi in linea, da e per Durazzo: né a marzo, né tantomeno adesso, alcuna nave ha abbandonato quella linea. Tutto il poco traffico (di Brindisi, ndr) si è spostato sul porto di Bari, solo pochi preferiscono arrivare in Albania facendo scalo ad Igoumenitsa, per proseguire via terra per l' Albania”.

Dunque per il nuovo presidente dell’Autorità portuale brindisina non si porrà il problema del punto da cui cominciare: è chiaro, riconquistare subito quote di traffico e collegamenti con Durazzo e Valona. Potrebbe anche farglielo presente il senatore Michele Saccomanno, che pare sia colui che ha ricevuto la dritta su Hercules Haralambides, e che oggi difende il fatto di aver contribuito alla scelta di un papa straniero ribattendo al collega avversario Salvatore Tomaselli, e all’intervento pubblicato nella nostra rubrica Focus: “Tomaselli ritorna sul tema dell'Autorità Portuale mettendo in carico a Mariani anche il lavoro di Affinita, non voluto a Brindisi dalla sinistra regionale e poi nell'excursus dei nomi già Autorità a Brindisi attribuisce tutto al centrodestra. Rilegga i nomi citati e ricordi I metodi con cui la sinistra ha scelto non brindisini. Forse metodi uguali ad oggi, ma inclusi nel calderone dei risultati negativi lamentati. Oggi, apprezzati da opinioni di destra e sinistra abbiamo allargato l'orizzonte per permettere a Brindisi e operatori che su Brindisi vogliono operare un incentivo di possibilità e risultati. Ognuno poi crei sinergia operativa e disinteressata più che adulazioni”.

Ma per i bilanci, come lascia intendere lo spedizioniere De Giorgio, non si può aspettare quattro anni. Può farlo la politica, se vuole, non il sistema-porto ridotto allo stremo, con una Autorità portuale dalla capacità di autofinanziamento pari alla copertura delle spese per il personale, senza ufficio commerciale (gravissimo, lo sottolineava uno dei candidati locali, Roberto Serafino), in conflitto con molti operatori.

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