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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Turismo: nel 2013 promossa la provincia di Brindisi, ma non il capoluogo

E' un po' strano all'inizio della stagione estiva 2014 fare il bilancio della stagione turistica 2013 nel Brindisino, ma i dati ufficiali delle varie agenzie della Regione Puglia sono disponibili solo da un mese e dicono che lo scorso anno la provincia di Brindisi ha fatto il botto, con quattro città a tirare la volata

BRINDISI – E’ un po’ strano all’inizio della stagione estiva 2014 fare il bilancio della stagione turistica 2013 nel Brindisino, ma i dati ufficiali delle varie agenzie della Regione Puglia sono disponibili solo da un mese e dicono che lo scorso anno la provincia di Brindisi ha fatto il botto, con quattro città a tirare la volata, quelle che hanno più costa e “più Valle d’Itria”, anche se con differenze sostanziali nella qualità dell’offerta. Si tratta di Fasano, Ostuni, Carovigno e Cisternino, mentre cadono Ceglie Messapica e Brindisi dove, nel primo caso, evidentemente non bastano la gastronomia e le nuove strutture per attirare la domanda, e nel secondo si conferma l’assenza di una offerta adeguatamente strutturata perché non sostenuta da un modello culturale e ambientale adeguato.

I dati elaborati dalle agenzie regionali (Regione Puglia, Ufficio statistica, PugliaPromozione, Osservatorio del Turismo), sono stati oggetto di approfondimento da parte di uno dei soggetti che organizzano il settore ricettivo della provincia di Brindisi, il Consorzio turistico Apulia. Il dato generale dello scorso anno dice che gli arrivi sono saliti a 352.526 unità (270.196 i turisti italiani e 82.330 quelli stranieri), mentre le presenze, vale a dire il calcolo degli arrivi per i giorni di permanenza, sono lievitate a  quota 1.521.241 (1.170.714 italiani e 350.527 stranieri).

Un campo da golf a FasanoIn percentuale, fa +11,56% di arrivi e +12,74% di presenze rispetto al 2012, in totale 171.951 presenze in più con oltre 17 milioni di euro in più “quale saldo della bilancia tra comuni che aumentano e comuni che peggiorano le loro performance turistiche”, annota il Consorzio turistico Apulia. Ecco chi è andato meglio tra i territori comunali. Fasano e Ostuni, registrano da sole oltre 912.000 presenze (quasi il 60% dell’intero territorio provinciale) ed entrambe, dice il consorzio Apulia,  rispetto al 2012 sono cresciute anche in arrivi turistici (Fasano +15,41% e Ostuni +12,88%).

Nel caso di Fasano pesa in maniera decisiva  l’offerta di qualita’ di masserie e agriturismi, che sono  una vera risorsa per tutta la provincia e tutta la regione. Le 85.260 presenze in più pesano e valgono in maniera maggiore “che in qualsiasi altro posto dell’intera Regione Puglia, non a caso qui si è magicamente raccolta la più alta concentrazione di 5 stelle e 5 stelle lusso dell’intera Puglia: almeno 15-18.000.000 di euro in più ricaduti su questo territorio rispetto al 2012”, dice il Consorzio turistico Apulia. Un modello turistico intelligente e ben distribuito durante l’anno da aprile a ottobre con quasi il 50% delle presenze frutto di stranieri ad alta capacita’ di spesa.”

Turisti a OstuniOstuni invece, pur rappresentando un modello di turismo più “popolare”,  secondo l’Apulia “va considerata comunque una delle città più visitate di Puglia e d’Italia e rimane quindi un attrattore turistico molto potente anche per il turismo della stessa Fasano e di tutte le città limitrofe. Inoltre Ostuni vanta un offerta praticamente infinita di bar, pub, locali, e ristoranti sia nel centro storico che sulle marine che nelle campagne, ne fanno senz’altro un gioiello del nostro turismo provinciale, che peraltro negli ultimi anni ha saputo anche migliorare la propria offerta turistica: oltre gli storici e frequentatissimi campeggi è nato un nuovo 5 stelle, sono stati realizzati nuovi hotel 4 stelle, è arrivata una stella Michelin per la ristorazione che cerca di riqualificarsi e staccarsi dal modello troppo turistico fin qui perseguito”.

Sempre secondo il consorzio Apulia, il problema più grosso è la fortissima concentrazione del turismo nei pochi mesi estivi di residenti e di turisti di passaggio, “che senz’altro ne penalizza la capacità spesso di offrire servizi all’altezza del nuovo turismo pugliese, più fatto di stranieri, più ricercato e più internazionale, anche nei canoni di valutazione”.  Poi ci sono Carovigno e Cisternino. Carovigno con 53.727 arrivi e 347.017 presenze ha incrementato nel 2013 del 45,28% gli arrivi e del 39,72% le presenze, che sono state 100.000 in più , per circa 5-6 milioni di euro di fatturato in più per il comparto diretto e “ovviamente una cifra aggiunta simile nelle casse delle attività correlate”.

CisterninoA Cisternino nel 2013 sono calati lievemente gli arrivi (-502) ma le presenze sono aumentate del 10% , ben 42.500 nel 2013, più 3.735 sul 2012). La cittadina si conferma una delle regine della Valle d’Itria con circa 600.000 euro di redditività in piu’ nelle casse degli operatori e dei cittadini della piccola cittadina dove quasi il 50% degli ospiti delle diverse tipologie di strutture ricettive sono stranieri.

In controtendenza, e a sorpresa, Ceglie Messapica: -35,75% di arrivi e -26,54% di presenze rispetto al 2012 dopo anni di incrementi a doppia cifra “sono un dato obiettivamente preoccupante, che con queste percentuali di decremento evidentemente richiama un problema di sistema. Le presenze perse sono state circa 6.000. Nel 2012 nei suoi hotel, agriturismi, bed and breakfast , affittacamere trulli e masserie Ceglie aveva registrato quasi 22.000 presenze, una crescita costante dal 2006 ma nel 2013 le presenze si sono fermate a 16.020 con una perdita di fatturato di 700mila euro.

Ciò nonostante gli sforzi economici messi in campo dall’amministrazione, “ma evidentemente concerti e rassegne non hanno saputo dare una spinta al turismo un pò di nicchia finora raccolto dalla città che si era costruita nel tempo una identità’ precisa puntando su asset quali l’enogastronomia di qualità, la tranquillità del centro storico e della campagna, gli eventi enogastronomici e culturali costanti durante l’anno”, osserva il consorzio Apulia. Secondo il quale “tali nuove politiche di marketing turistico seppur nel lungo periodo hanno probabilmente spostato e forse disorientato i turisti affezionati”.

Ceglie MessapicaTiene la ristorazione, ma qui c’è una vena di amarezza: Ceglie attira ai tavoli dei suoi ristoranti e trattorie anche i turisti che soggiornano nei comuni e province limitrofe. “Quindi si dorme a Ostuni, Fasano, Carovigno e Cisternino (ma anche a Alberobello e Martina Franca) e poi si mangia a Ceglie: un vecchio schema, purtroppo un bel passo indietro, visto l’enorme crescita di offerta di posti letto in città con nuove e prestigiose masserie, trulli,bad and breakfast, nuovi hotel e ospitalità diffusa”.

Ma in controtendenza c’è anche Brindisi, “che nonostante sia la città piu’ popolosa, dotata di aeroporto, stazione ferroviaria, porto turistico e commerciale e nonostante abbia il polo industriale e chimico tra i maggiori dell’intera regione, purtroppo registra un calo di presenze del 6,73% nonostante un incremento del +3,58% degli arrivi. Come dire, ne arrivano di piu’ ma dormono per meno giorni. Anche qui un sistema turistico da ripensare per un rilancio nei prossimi mesi e anni, approfittando magari dello splendido nuovo lungomare”. Paga pure San Vito dei Normanni, la cui ricettività è legata a lavoro e affari, e non alle attrattive turistiche. Malgrado le nuove strutture alberghiere, nel 2013 la città ha perso 3.010 arrivi e 5.705 presenze. Sarebbero necessarie idee forti, per risalire la china.

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