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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Zucchero e carbone, vicini di banchina. Bisogna riproporre il problema di un molo combustibili

BRINDISI – La mancanza di programmazione delle opere realmente utili al porto di Brindisi lo ha paradossalmente reso troppo piccolo. E’ il miracolo compiuto da una serie di gestioni del’Autorità Portuale dai bilanci che definire deficitari è eufemistico. La fotografia che sintetizza la situazione è quella del mercantile carico di zucchero di canna greggio per la nuova raffineria Sfir accanto alle navi carboniere dell’Enel. Zucchero e carbone vengono sbarcati “gomito a gomito”. Nel frattempo, il nuovo grande banchinamento di Costa Morena Est è in attesa di pavimentazione e infrastrutturazione: il terzo stralcio dei lavori è stato aggiunto al piano triennale delle opere 2010-2012 dell’Autorità portuale.

BRINDISI – La mancanza di programmazione delle opere realmente utili al porto di Brindisi lo ha paradossalmente reso troppo piccolo. E’ il miracolo compiuto da una serie di gestioni del’Autorità Portuale dai bilanci che definire deficitari è eufemistico. La fotografia che sintetizza la situazione è quella del mercantile carico di zucchero di canna greggio per la nuova raffineria Sfir accanto alle navi carboniere dell’Enel. Zucchero e carbone vengono sbarcati “gomito a gomito”. Nel frattempo, il nuovo grande banchinamento di Costa Morena Est è in attesa di pavimentazione e infrastrutturazione: il terzo stralcio dei lavori è stato aggiunto al piano triennale delle opere 2010-2012 dell’Autorità portuale.

Ma non sarà Costa Morena Est a risolvere il problema. Anche quella, come Costa Morena Ovest, è un’opera a vocazione commerciale e bisognerà fare in modo che rafforzi al più presto l’offerta di spazi attrezzati per la movimentazione delle merci. E’ invece il carbone che va spostato. Ne era convinta la stessa Enel, che progettò un molo combustibili nel porto esterno, tra Costa Morena Est e il molo gasiere Polimeri. Costo preventivato dell’opera, 100 milioni di euro circa. Ma tutto finì poco dopo in archivio, non si sa bene se per carenze oggettive o pressioni non bene identificate: ufficialmente, la giunta regionale Fitto lo bocciò per ragioni tecniche.

Tesi non del tutto convincente, perché della cosa effettuò una lettura ben diversa la prima amministrazione Vendola, che lo ha ripescato e autorizzato qualche anno fa. Enel sembrava, almeno sino al 2007, ancora disposta a farsi carico dell’opera per potervi trasferire la movimentazione del carbone per Cerano. Poi l’operazione è tornata a diluirsi e uscire da tutte le programmazioni, a partire dal già citato piano delle opere 2010-2012 dell’Authority, sino alle bozze di rinnovo delle convenzioni con Enel, Edipower ed Enipower.

Ma se Brindisi non vuole lo zucchero e il carbone vicini di banchina, bisogna fare in modo che il molo combustibili da costruire nel porto esterno – di fronte alla centrale Edipower – ritorni una priorità della politica locale ed entri nell’agenda del confronto sul rinnovo delle convenzioni.

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