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"Il Pd promuova la svolta, ma con scelte condivise"

Al commissario del PD brindisino mi permetto di dire inoltre che i tempi per la ripresa dell’iniziativa politica sono pressoché giunti al termine. Occorre fare in fretta per dare l’opportunità a tutti di costruire assieme programmi e obbiettivi condivisi

“Io credo che il gruppo dirigente che ha governato il Comune di Brindisi, durante tutta l’ultima tornata amministrativa, sia dai banchi del consiglio, sia dalle poltrone dei partiti di maggioranza, farebbe bene a lasciare ad altri la missione di governare questa città. Tra coloro che non hanno governato questa città, e faccio i nomi, Riccardo Rossi, Roberto Fusco, Giovanni Brigante, Michele Errico,  ed ancora aggregazioni politiche come Possibile, Sinistra Italiana, quella parte del Pd che ha sofferto e contestato l’amministrazione Consales, le intelligenze e le esperienze maturate sul campo, e comunque coloro i quali, e sono in tanti,  hanno detto la loro sulle politiche del lavoro, su quelle energetiche, su quelle dei trasporti, su quelle agricole, sulla sicurezza, sulla salute, sulla cultura,  e comunque sul futuro di Brindisi, a tutti costoro corre l’obbligo di cercare l’accordo su una piattaforma comune per dare una svolta chiara e concreta a questa città. Credo anche che una aggregazione simile possa avere numeri e futuro per il governo di Brindisi.”

Così mi esprimevo in un articolo apparso su questo giornale il 23 febbraio scorso. Leggo con piacere, questa mattina, l’appassionato appello di alcuni iscritti al Pd brindisino rivolto ai segretari regionale, provinciale e comunale del Pd, perché promuovano e coordinino una iniziativa in tal senso.  Questo appello che condivido appieno, e che non ho sottoscritto solo perché non sono un iscritto al Pd, nasce dalla certezza che il “centro-sinistra” abbia un futuro a Brindisi ed in Regione. Non ho la stessa certezza per il futuro nazionale del Pd, ma tanto basta.

A Brindisi, la consigliatura Mennitti, ha segnato il punto più alto della rappresentanza del “centro-destra” certamente sul piano dell’autorevolezza e della rappresentanza della città. Sul piano del merito, durante quel periodo particolarmente travagliato per il sindaco Mennitti, la città comunque non è cambiata, non ha fatto particolari passi in avanti, ha mantenuto le posizioni e forse, già questo, può essere ascritto come merito al sindaco Mennitti. Dopo di lui, il vuoto. Sono venuti a mancare gli attori, gli interlocutori ed ovviamente i partiti del Centro-destra. Sono venuti a mancare e mancano ancora oggi. Se mi è consentita una valutazione personale su quest’ultimo periodo del centro-destra e l’esperienza Mennitti, “altri livelli, altra esperienza ed altra cultura”.  

Dopo Mennitti, il centro-sinistra.  Arrivato con il vento in poppa sull’onda dell’avanzata politica del Pd, della sua apertura a esperienze un po’ più “centriste” e certamente favorito dall’assenza di un centro destra autorevole, ha iniziato la consigliatura con i favori delle condizioni generali. Mi spiego: quando si staziona nelle ultime posizioni delle classifiche de IlSole24Ore, dovrebbe essere più facile risalire la china. La città però ha perso posizioni e credibilità. Ha perso occasioni di investimento, ha perso i propri punti di riferimento economico-istituzionali e culturali: Autorità portuale in primis, ma ancora la Camera di Commercio, la Cittadella della ricerca.

Quante “giunte”, quanti “riassetti” politici amministrativi. Tutto finito con l’arresto del sindaco di Brindisi e con la fine anticipata di questa consigliatura. Brindisi ha però ancora spazi e personale politico capace di compiere un atto d’amore nei confronti della città e dei suoi cittadini. Ci sono nuove e vecchie speranze da coltivare. Progetti da cui togliere la polvere e rimettere in circolo. Opportunità vecchie e nuove su cui verificare la possibile concretizzazione.   Il centro-sinistra, a Brindisi, con l’aiuto della Regione, è ancora capace di programmare la città del futuro, riprendendo politiche e sensibilità che fino ad oggi sono state soffocate dalle politiche “ad excludendum” della maggioranza/e di centro-sinistra presente in Comune.

Il PD rappresenta la parte politica più suffragata dall’elettorato brindisino. I suoi attuali dirigenti, credo, abbiano il “dovere” di far si che il Pd diventi parte promotrice di un cambiamento che Brindisi merita e necessita.  Al commissario del Pd brindisino, dott.ssa Antonica, con il rispetto dovuto per il compito gravoso che sta svolgendo, mi permetto di dire che, una persona di centro-sinistra come me, si aspetta dal suo partito, un chiaro atto di discontinuità e la ripresa di una iniziativa politica nella direzione auspicata dai firmatari dell’appello degli iscritti Pd.  Al commissario del PD brindisino sollecito anche la lettura di un altro appello lanciato sulle pagine di questo quotidiano, ossia quello del comitato “Brindisi 2021”. L’appello, oltre alle questioni di merito che sottolinea, fa trasparire, a mio avviso, la voglia di “esserci” di tanta e buona parte del tessuto vitale della città, quella parte di città che si propone come soggetto protagonista del cambiamento.   

Al commissario del PD brindisino mi permetto di dire inoltre che i tempi per la ripresa dell’iniziativa politica sono pressoché giunti al termine. Occorre fare in fretta per dare l’opportunità a tutti di costruire assieme programmi e obbiettivi condivisi.

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