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Il risveglio dell'ebraismo in Puglia

BRINDISI - Venerdì mattina, alle 12, ha avuto inizio presso l’Hotel Orientale, lo Shabbat Nachamù, lo Shabbat “di consolazione” intitolato “Aspettando Tu Be Av 5773”.

BRINDISI - Venerdì mattina, alle 12, ha avuto inizio presso l’Hotel Orientale, lo Shabbat Nachamù, lo Shabbat “di consolazione” intitolato “Aspettando Tu Be Av 5773” organizzato dal Dipartimento educazione e cultura dell’unione delle comunità ebraiche italiane, dalla Comunità ebraica di Napoli e del Mezzogiorno, dall’organizzazione no-profit Shavei Israel e dal Comune di Brindisi.

Lo Shabbaton è stato preceduto da un incontro dei massimi esponenti della comunità ebraica con il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, e il vicesindaco, Enzo Ecclesie, per la sottoscrizione di un protocollo d’intesa per l’affidamento di locali comunali alla Comunità ebraica per lo studio e la preghiera collettiva. All’incontro con il Sindaco erano presenti l’avvocato Yehudà Pagliara, membro della comunità ebraica, Rav Pierpaolo Punturello, rappresentante in Italia dell’organizzazione no-profit Shavei Israel, Rav Shalom Bahbout, rabbino capo di Napoli e del Meridione d’Italia con il presidente Pierluigi Campagnano.

Sulla possibilità di avere un luogo dove potersi incontrare per pregare, studiare e discutere dei problemi vari con i maestri, l’avvocato Pagliara afferma “Avere una Bet-haknesèt , una casa dell’assemblea, è importante. Noi non abbiamo l’idea dei luoghi sacri, teniamo alla sacralizzazione del tempo. Lo Shabbat è un giorno dedicato alla preghiera e allo studio. Per noi è importante poter dire che le preghiere si svolgono in quel luogo, un luogo dove incontrarsi con gli altri”.

Sullo sviluppo delle comunità ebraiche nel Meridione Rav Bahbout afferma “Da diversi anni ci sono nuclei di ebrei che da sempre abitano in Sicilia, Calabria, Puglia. A questi nuclei si stanno aggregando persone di origine ebraica, che hanno tradizioni ebraiche, gente che ha mantenuto alcuni usi, che ha fatto un percorso di ricerca per capire da dove provenissero. Le persone interessate ad un ritorno all’ebraismo devono fare un percorso di studio, con seminari come questo. Si parte da Napoli e si spera nella creazione di una comunità pugliese, calabra, siciliana”.

Un percorso di studio per ritornare all’ebraismo e al popolo ebraico, per ritrovare l’identità è possibile grazie all’organizzazione no-profit Shavei Israel. Il suo rappresentante per l’Italia, Rav Punturello, afferma “Shavei Israel ha rappresentanti anche in India, Spagna, Sud America, Cina, Polonia “Mi occupo della formazione identitaria e culturale delle persone interessate al ritorno alle proprie origini ebraiche nel Sud d’Italia”.

Sul “Progetto Sud”, in partecipazione con l’Ucei e la Comunità ebraica di Napoli, Rav Punturello afferma “una volta al mese organizziamo seminari di formazione identitaria in virtù di una conversione formale”.

Tu Be Av è l’ultima festività dell’anno ebraico ed era la festa agricola e dell’amore. Il 15 del mese di Av, penultimo mese del calendario ebraico, rappresentava l’ultimo giorno in cui si poteva tagliare la legna. Dopo questa giornata gli alberi non potevano essere più tagliati sino al mese di Nissan. Nel giorno di Tu Be Av si festeggiava la fine della vendemmia e sempre in questo giorno venne deciso che le ragazze appartenenti ad una tribù avrebbero potuto unirsi in matrimonio con i ragazzi di altre tribù. Questa data fu prescelta anche per riappacificare le famiglie in contrasto. Durante il 15 di Av le ragazze di Gerusalemme indossavano abiti bianchi prestati da altre ragazze in modo tale che, “non provasse vergogna chi non lo possedeva” (Talmud Bavlì. Taanit, 31a )e scendevano nelle vigne, ballavano e chiedevano ai ragazzi di guardarle. Ogni ragazza esortava un ragazzo a guardarla per ciò che possedeva, la bellezza, la ricchezza. Le ragazze meno affascinanti e di condizioni più umili rammentavano invece ai giovani ragazzi quanto fosse degna di lode una donna timorosa di Dio. In questo giorno quindi molti ragazzi si fidanzavano.

Il primo degli momenti di studio dello Shabbaton ha riguardato il “risveglio” dell’ebraismo in Puglia e nel Mezzogiorno con gli interventi di Rav Bahbout e Rav Punturello. Rav Bahbout ha analizzato alcuni punti fondamentali sul futuro dell’ebraismo nel Meridione come la necessità di un programma di recupero dell’identità ebraica e di un’indagine socio-antropologica delle usanze che ancora resistono nel Meridione. Rav Bahbout ha parlato inoltre dell’idea delle sinagoghe locali.

Rav Punturello ha posto l’attenzione sulla mancanza di strutture reali per i piccoli gruppi e del loro rapporto con la società, sull’idea del movimento identitario non solo legato al territorio, della rinascita dell’ebraismo e della sua crescita. Dopo l’intervento sul “risveglio” dell’ebraismo e i programmi per il prossimo anno, Rav Punturello ha parlato della festività di Tu Be Av.Il responsabile per l’Italia di Shavei Israel ha parlato delle due citazioni della Torà riferite alla festività, del significato dello scambio dei vestiti tra ragazze “che riparava l’eventuale disuguaglianza sociale”, dell’elemento matrimoniale come elemento di unità dentro il popolo ebraico “è una festa intertribale” , dello sguardo della società ebraica rivolto al futuro e della predisposizione all’incontro con l’altro come insegnamento del Tu Be Av alle comunità nascenti.

Dopo l’intervento di Rav Punturello e quello di Ilana Bahbout del Dipartimento Educazione e Cultura dell’Ucei, che ha parlato della vicinanza tra il 9 del mese di Av (Tishà Be-Av) giorno di lutto e digiuno perché si ricorda la data della distruzione, a distanza di secoli, dei due santuari di Gerusalemme, con la festa dell’agricoltura e dell’amore, alcune letture e canti corali d’amore dal Cantico dei Cantici di Salomone ad oggi hanno concluso i momenti di studio della prima giornata di Shabbaton terminata con i momenti di preghiera di apertura del sabato.

Anche la giornata del sabato ha visto alternarsi momenti di preghiera e di studio con la lezione sulla Parashà (lettura e spiegazione dei dieci comandamenti del Deuteronomio), la presentazione del saggio dell’avvocato Pagliara e un commento di sui dieci comandamenti.

 

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