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Un magistrato in scena nell'ex capitale della Scu per ricordare Falcone e Borsellino

MESAGNE - L’Associazione antiracket e antiusura “Legalità e Sicurezza” di Mesagne e l'amministrazione comunale, assessorato Sicurezza e Legalità, organizzano lo spettacolo teatrale: “Chi ha paura muore ogni giorno - I mie anni con Falcone e Borsellino", tratto dall'omonimo libro edito da Mondadori. In scena il magistrato Giuseppe Ayala, già pm a Palermo, e Francesca Ceci.

MESAGNE - L’Associazione antiracket e antiusura “Legalità e Sicurezza” di Mesagne e l'amministrazione comunale, assessorato Sicurezza e Legalità, organizzano lo spettacolo teatrale: “Chi ha paura muore ogni giorno - I mie anni con Falcone e Borsellino", tratto dall'omonimo libro edito da Mondadori. In scena il magistrato Giuseppe Ayala, già pm a Palermo, e Francesca Ceci.

L’evento teatrale, realizzato in collaborazione con l’Amministrazione Provinciale di Brindisi, Confindustria Brindisi, Camera di Commercio Brindisi e Cna Brindisi, si svolgerà con ingresso gratuito presso il Cinema Teatro Ariston di Mesagne, nei giorni 6 e 7 dicembre 2010. Il 6 dicembre lo spettacolo è alle ore 20.30, il 7 dicembre alle 10.30 (ingresso riservato alle scuole).

Dopo quasi vent’anni dal drammatico 1992 - che ha visto la tragica scomparsa di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino - Giuseppe Ayala ha deciso di raccontare la sua verità, mettendosi alla prova con un nuovo mezzo comunicativo: il teatro. La storia di quegli anni e la straordinaria esperienza vissuta al fianco di Falcone e Borsellino (con i quali condivise la vita professionale quotidiana, ma soprattutto una profonda amicizia), danno vita ad un “incontro-spettacolo” che pone l’attenzione sulla Sicilia, su Cosa Nostra, sulla politica e la giustizia italiana di allora… come di oggi.

E’ una storia di vittorie enormi, di alcuni fallimenti, di molte speranze deluse e tanti luoghi comuni, primo fra i quali che “le stragi fermarono il pool anti-mafia”. “Il nostro lavoro non si arrestò per la reazione di Cosa Nostra; noi fummo fermati da pezzi delle istituzioni, dello Stato! E’ venuto il momento di chiarirlo”. (Giuseppe Ayala)

In scena un grande albero di Magnolia, simbolo palermitano della lotta alla mafia. Coadiuvato da musiche originali e dalla proiezione di filmati storici - grazie al contributo di “Rai Trade” – lo spettacolo è idealmente diviso in 3 sezioni: la prima, dedicata ai giudici Falcone e Borsellino e al loro rapporto con Ayala. Per anni condivisero momenti difficili, drammatici ma entusiasmanti allo stesso tempo; un legame cementato dal trascorrere del tempo lavorando fianco a fianco, ma anche dai viaggi e dalle serate trascorse assieme… fino alla loro tragica scomparsa. Nella seconda parte “rivive” in parte lo storico maxiprocesso del quale Ayala fu pubblico ministrero.

Considerata la prima, grande reazione dello Stato a Cosa Nostra, si svolse in un aula bunker costruita appositamente. Il processo terminò dopo quasi due anni, il 16 dicembre 1987. Per leggere interamente la sentenza servì più di un'ora: 2.665 anni di condanne al carcere vennero divisi fra i 360 colpevoli, senza includere gli ergastoli comminati ai 19 boss principali. Durante l’ultima sezione dello spettacolo, il pubblico diventa protagonista. Ayala scende in platea: risponde alle domande, tutte; senza vincoli o argomenti tabù; osserva gli spettatori, il loro stato d’animo, le reazioni, sedendosi in mezzo a loro, come uno di loro.

Del resto, a chi gli ha domandato per anni se si fosse mai sentito un eroe, ha sempre risposto: “Sono solo una persona, come tutti gli altri”. Giuseppe Maria Ayala, magistrato, è nato il 18 Maggio 1945 a Caltanissetta ed abita tra Roma e Palermo. Dopo la laurea in giurisprudenza, conseguita all'Università degli studi di Palermo, esercita la professione di sostituto procuratore della Repubblica. E’ stato Pubblico Ministero al primo maxiprocesso. Nell’aprile 1992 inizia la carriera politica (con il Partito Repubblicano e poi con i Democratici di Sinistra) per due legislature alla Camera e per due legislature al Senato. Ha rivestito il ruolo di Sottosegretario di Stato Grazia e Giustizia dal 1996 al 2000. E' rientrato in magistratura ed oggi esercita presso la Corte d’Appello dell’Aquila.

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