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Liste d'attesa, Cgil: "Solo la punta di un iceberg nel caos sanità"

Michela Almiento, segretaria generale della Spi: "Sono tante, anche troppe le criticità che attendono una risposta"

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Michela Almiento, segretaria generale della Spi Cgil Brindisi

Medici in fuga dal 118 e dai reparti, interventi rimandati per la cronica emergenza estiva di sangue, tempi biblici in coda ai pronto soccorso, liste d'attesa infinite, impossibilità di prenotare delle visite perché ai Cup (Centri unici di prenotazione) per determinate prestazioni (eco-addome, otorino, gastroenterologia, urologia, oculistica…) le agende sono bloccate, e i tempi sono lunghi anche per pazienti oncologici. Sappiamo che tutto ciò è illegittimo, ma come si arriva a risolvere una situazione che era già difficile prima della pandemia e ora è diventata drammatica?

Sono tante, anche troppe le criticità che attendono una risposta. Ieri, 8 giugno, in una iniziativa organizzata unitariamente da Cgil, Cisl, Uil Regionali con la partecipazione dell’Assessore alla Sanità Palese e il management del dipartimento salute, ci è stato illustrato il progetto, che dovrebbe cambiare la Sanità pubblica pugliese grazie alla risorse del Pnrr. Ma se sul piano programmatorio può convincere ciò che si vuole realizzare in termini di strutture per la medicina territoriale e per l’integrazione con quella ospedaliera, nessuna risposta concreta ci è stata data rispetto al bisogno di cura dei cittadini pugliesi, e di quelli brindisini in particolare, per cui urge un serio e serrato confronto a livello regionale con l’Assessorato, e territoriale con la direzione generale della Asl. Come Spi Cgil di Brindisi, a tutela di quella fascia tanto bistrattata che rappresentiamo, gli anziani, abbiamo bisogno di misure urgenti che incidano, prioritariamente, nel ridurre le liste d’attesa. E chiediamo: è un problema regolamentare le prestazioni istituzionali dei medici con la libera professione svolta in intramoenia?

Sta diventando un problema di carenza di figure specialistiche, perché non c’è stato il necessario turn-over, e ora rischiamo le chiusure se non c’è un piano di assunzioni che tenga conto delle emergenze? Le competenze e le capacità, magari, di guardare un po’ come hanno affrontato tale criticità altre regioni, deve mettere in condizioni gli attuali addetti ai lavori a trovare soluzioni adesso, non nel 2026, o a seguire, perché nel frattempo chi non ha la possibilità economica di rivolgersi al privato, è costretto a rinunciare a curarsi! Ed è quello che purtroppo registriamo in un numero sempre più alto di persone anziane. Vivere più a lungo deve significare poterlo fare in buona salute, e il più possibile nella propria casa, non rassegnarsi a morire perché non ci si può curare.

Non crediamo inoltre che si possa continuare a tollerare quanto accaduto nelle scorse ore presso il CUP di Fasano, con gli utenti costretti a ritornare a casa senza aver ricevuto assistenza dopo file di ore sotto il sole. Gente che si sente male e ha bisogno di essere soccorsa dal 118 per via del caldo.

E a proposito del servizio del 118, con i medici in fuga perché il personale è sempre più provato dalle carenze di organico, la soluzione illustrata ieri dal Direttore del dipartimento regionale Promozione Salute Vito Montanaro, sarà quella più efficace? E’ quello che auspichiamo, ma non depone bene se per far funzionare il 118 chiudiamo i punti di primo intervento, specie in estate e in comuni ad alta presenza turistica. Ed è intollerabile la mancanza di tanti medici di Pronto soccorso in ogni ospedale pugliese come denuncia il Cimo Puglia (solo in provincia di Brindisi 24 unità).

Inoltre, negli ospedali dell’Asl di Brindisi aspettiamo che si attivino tutti i posti letto previsti dal piano di riordino, non dimenticando che siamo   la provincia più penalizzata nei rapporti numerici abitanti/posti letto, e, nonostante ci siano punte di eccellenza nel nostro sistema, grazie all’impegno di tanti seri professionisti, sappiamo anche che tanti interventi vengono rimandati, per varie cause, che vanno approfondite per porre rimedio. Infine il Pronto Soccorso…sai quando arrivi ma non sai quanto ci rimani!
Abbiamo ascoltato ieri le analisi del perché la sanità pubblica sia stata ridotta in queste condizioni, apprezzato tanti buoni propositi, ma come Spi Cgil rivendichiamo che la salute è un diritto costituzionale che va reso esigibile per chiunque, ogni giorno e in ogni parte della nostra amata Puglia. Quindi come Sindacato continueremo a fare la nostra parte, che oggi, dopo la pandemia, significa che non siamo disposti a continuare ad aspettare.

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