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Auto in corso Garibaldi, test fallimentare

BRINDISI - Riceviamo dal comitato che ha organizzato la manifestazione di questa sera per chiudere al traffico Corso Garibaldi, dopo un anno di sperimentazione della sospensione della zona a traffico limitato, il documento che di seguito pubblichiamo.

BRINDISI - Riceviamo dal comitato che ha organizzato la manifestazione di questa sera per chiudere al traffico Corso Garibaldi, dopo un anno di sperimentazione della sospensione della zona a traffico limitato, il documento che di seguito pubblichiamo integralmente.

Abbiamo superato ampiamente la data del 30 aprile, giorno in cui sarebbe dovuta terminare la sperimentazione dell’apertura al traffico veicolare di Corso Garibaldi. Dopo un anno di sperimentazione imposta in modo unilaterale, si può tranquillamente valutare e capire se l’esperimento fortemente voluto dal Sindaco (ignorando e inveendo contro una straordinaria iniziativa civica che ha raccolto più di quattromila firme contro la riapertura al traffico, a fronte delle due mila e cinquecento che ce ne vollero anni addietro per la sua chiusura) ha effettivamente portato agli effetti tanto promessi.

La circolazione veicolare non sembra aver sortito particolari giovamenti dall’apertura di Corso Garibaldi. La piccola corsia ricavata ha l’effetto di incanalare un lungo e antiestetico serpentone di macchine che devono procedere a passo d’uomo (si spera) per permettere l’attraversamento dei pedoni. La destinazione di questi pochi veicoli rimane, ad oggi, quasi ignota. La conclusione di Corso Garibaldi rende possibile solamente l’imbocco per via Filomeno Consiglio, e Via del Mare, strade già soggette a forte traffico e che potevano (prima della sperimentazione) essere accessibili da Via del Mare stessa, che si presta in modo molto più efficiente allo scorrimento veloce dei veicoli.

L’accesso al parcheggio di Via del Mare, scambiato apposta per incentivare l’utilizzo del corso basolato, non sembra aver avuto una logica sensata, dal momento che sorprendentemente scambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Piazza della Anime e Via Protopapa non sembrano assolutamente esser state liberate dalla presenza costante dei veicoli, provare per credere.

Il Corso è stato relegato una funzione marginale nell’organizzazione di eventi atti a rivitalizzare il centro cittadino. Se Corso Umberto può offrire stand, piccoli spettacoli teatrali e d’intrattenimento, utili ad una possibile visibilità dei locali commerciali lì presenti, Corso Garibaldi ha potuto offrire solo veicoli che emettono CO nei polmoni delle famiglie. Ne sono prova anche le recenti chiusure di alcuni esercizi commerciali. Senza alcuna paura di essere smentiti, Corso Garibaldi si è mostrato nelle ore soprattutto serali, come un lungo viale mortificante senza attrattive e con pochissima gente, sintomo che il passaggio dei veicoli motorizzati, non si traduce in aumento di pedoni.

Contrariamente a lungimiranti previsioni, sono bastati pochissimi mesi per far cedere le già tanto delicate chianche di Apricena in più punti. La prova ci arriva dai lavori effettuanti nel tardo inverno quando si è provveduto a sistemare la pavimentazione danneggiata, costringendo i veicoli (e i pedoni) ad un nevrotico slalom tra le fioriere. E visto che a Brindisi non ci facciamo mancare niente, possiamo già ammirare altre zone in cui la pavimentazione sta cedendo e che verrà riparata con le nostre tasse, ovviamente.

Purtroppo con le aperture di nuove strade ai veicoli, non si fa che incentivare ancora di più quelle abitudini dannose che contribuiscono ad allontanare la nostra città dagli standard europei. Una minuscola parte di Brindisi, sempre coerente a se stessa che si dà la zappa sui piedi, volendo proporre un insensato baratto tra il lungomare pedonale e Corso Garibaldi aperto al traffico,vorrebbe offrirci malinconicamente un serpentone di lamiere ingorgate che hanno preso il posto ad un bel viale, storico, signorile, simbolo di una città dai grandi fasti. La Porta d’Oriente.

 

 

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