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Litigi, ma resta il problema-polveri

BRINDISI - Mentre la politica continua a litigare sulle politiche industriali e sugli assetti del polo energetico (che, va ricordato, non si decidono nel territorio ma a Roma, quindi con il governo), e la maggioranza al Comune subisce le pressioni del presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, resta aperto il problema della transizione tra l'assetto attuale della centrale di Cerano - e della termoelettrica Edipower - e quello previsto dai piani industriali. In altre parole, il problema che il sindaco di Brindisi poneva al consiglio comunale del 9 agosto quando parlava dell'urgenza di incalzare Enel per ottenere interventi di mitigazione ambientale anche urgenti.

BRINDISI - Mentre la politica continua a litigare sulle politiche industriali e sugli assetti del polo energetico (che, va ricordato, non si decidono nel territorio ma a Roma, quindi con il governo), e la maggioranza al Comune subisce le pressioni del presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, resta aperto il problema della transizione tra l'assetto attuale della centrale di Cerano - e della termoelettrica Edipower - e quello previsto dai piani industriali. In altre parole, il problema che il sindaco di Brindisi poneva al consiglio comunale del 9 agosto quando parlava dell'urgenza di incalzare Enel per ottenere interventi di mitigazione ambientale anche urgenti.

Questioni che, come dimostrano le foto che ci sono state inviate e che pubblichiamo, non si esorcizzano annunciando costituzioni di parte civile, ma vanno risolte diversamente in attesa dei carbonili coperti e dell'entrata in funzione dei nuovi sistemi di abbattimento delle emissioni. Delle quali bisogna aggiornare le statistiche e renderle pubbliche, cosa che la Provincia non fa da lungo tempo a differenza della precedente amministrazione che periodicamente informava sull'andamento dei quantitativi di CO2 (gas serra) e degli inquinanti locali NOx, Pm10, SOx e altri.

Il nuovo carbonile Enel non sarà disponibile prima di tre anni nelle più ottimistiche previsioni, quello di Brindisi Nord non si sa neppure se si farà davvero. Nel frattempo, qual è il livello del controllo pubblico sulla situazione, e cosa si può fare? Questo si può stabilire solo ad un tavolo tecnico dove si misurino da un lato precise richieste da parte dei governi locali sostenuti da adeguate consulenze, dall'altro le posizioni e le disponibilità di Enel ed Edipower.

Ogni parallelo con le misure adottate per l'Ilva dalla magistratura è aleatorio: se si ferma Ilva si ferma la produzione dell'acciaio con ripercussioni sull'export, la bilancia dei pagamenti e l'occupazione. Se si ferma Cerano, con un sequestro senza facoltà d'uso, si spengono le luci sino a Napoli. Perciò molti si attendono che abbandonati i proclami, la questione degli assetti provvisori del polo energetico riguardo il suo impatto con il territorio sia oggetto di iniziative immediate. Mentre si litiga (con un occhio alla campagna elettorale), Cerano e Brindisi Nord continuano ad emettere polveri. Come dimostrano le tre foto che pubblichiamo, che riguardano la centrale Enel.

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