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Caliandro: "La Provincia tassi il fotovoltaico". Dimentica che gli incentivi sono finiti

BRINDISI - Mentre le procure e le forze dell’ordine di Brindisi e Lecce sono impegnate nell’inchiesta che promette di scoperchiare i doppi e tripli fondi, la faccia sporca dell’affaire fotovoltaico, il consigliere provinciale di maggioranza Vitantonio Caliandro, batte cassa. “Royalty per la Provincia”, invoca Caliandro, in nome di un regolamento di dubbia legittimità sulle rinnovabili varato dall’ente, su materia di esclusiva competenza regionale. Insomma, piuttosto che intensificare i controlli, affiancando le unità di polizia provinciale alle defatiganti attività della guardia di finanza – ciascuno per le proprie competenze, naturalmente – l’ex sindaco di Villa Castelli lancia l’idea in forma di mozione, che sarà presentata il 27 aprile prossime nelle assise provinciali.

BRINDISI - Mentre le procure e le forze dell’ordine di Brindisi e Lecce sono impegnate nell’inchiesta che promette di scoperchiare i doppi e tripli fondi, la faccia sporca dell’affaire fotovoltaico, il consigliere provinciale di maggioranza Vitantonio Caliandro, batte cassa. “Royalty per la Provincia”, invoca Caliandro, in nome di un regolamento di dubbia legittimità sulle rinnovabili varato dall’ente, su materia di esclusiva competenza regionale. Insomma, piuttosto che intensificare i controlli, affiancando le unità di polizia provinciale alle defatiganti attività della guardia di finanza – ciascuno per le proprie competenze, naturalmente – l’ex sindaco di Villa Castelli lancia l’idea in forma di mozione, che sarà presentata il 27 aprile prossime nelle assise provinciali.

“L’amministrazione provinciale di Brindisi con proprio provvedimento – precisa il consigliere – ha disciplinato, in un quadro di compatibilità con leggi nazionali e regionali in vigore, gli impianti destinati alla produzione di energia alternativa. Da un censimento condotto, si evince che la quasi totalità delle società beneficiarie  di incentivi statali, non strutturate sul territorio provinciale, usano porzioni di terreno sottraendoli alla loro vocazione naturale e disincentivano la competitività nei settori strategici, con ricadute negative sull’agricoltura  biologica ed il turismo, oltre che a risultare improduttive sul piano dell’occupazione e dell’indotto”.

Alla premessa segue la proposta: “Con la presente mozione, si chiede al consiglio provinciale di introdurre nel redigendo bilancio un regolamento che preveda l’introduzione di una royalty o, alternativamente, una tassa di scopo affinché le ditte operanti - beneficiarie di incentivi statali contribuiscano attivamente allo sviluppo  del territorio con particolare riferimento alla viabilità, alla sicurezza e all’ambiente in genere”. C’è materia a sufficienza non solo per i consiglieri chiamati ad esprimersi sulla mozione, ma anche per gli uffici legali dell’ente, chiamati a valutare le questioni di legittimità. Inutile dire che Caliandro dimentica, evidentemente, che gli incentivi statali non ci sono più e che proprio per questo da un paio di mesi aziende, sindacati e Confindustria sono in guerra con il governo contro i tagli.

Fra gli altri argomenti all’ordine del giorno una interrogazione del consigliere Sel Francesco Fistetti sulla situazione politica in Provincia, una ulteriore interrogazione dello stesso consigliere su tematiche di natura occupazionale al quale seguirà un ordine del giorno del consigliere Miglietta sulla crisi economica e occupazionale nel nostro territorio, le determinazioni sull’ammodernamento della linea ferroviaria Sud-Est.

E per finire, dulcis in fundo, la revoca delibera del consiglio provinciale 13 luglio 2010 che – come avvertiva lo stesso presidente Massimo Ferrarese – violando la legge regionale in materia, nominava tre componenti della Provincia di Brindisi destinati all’assemblea del consorzio Asi (ex Sisri). Revoca necessaria alla conseguente nomina di un solo componente in rappresentanza dell’ente. Lo stesso dovrà fare il Comune,entro e non oltre fine mese. Dopodiché per il consorzio per la zona industriale di Brindisi, dovrebbe avere inizio una nuova era, dopo oltre tre lustri di commissariamento

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