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Precari sanità e pazienti: la protesta

BRINDISI – Il direttore generale della Asl di Brindisi, Paola Ciannamea, ha ricevuto nella tarda mattinata odierna le fisioterapiste con contratti a termine licenziate in conseguenza della sentenza della Corte Costituzionale che aveva annullato le stabilizzazioni dei precari della sanità, decise dalla giunta regionale pugliese. In seguito alla sentenza stessa, la Regione Puglia aveva poi dovuto varare una nuova norma che accoglieva le prescrizioni della Corte Costituzionale. La sentenza era giunta su ricorso del governo Berlusconi.

BRINDISI – Il direttore generale della Asl di Brindisi, Paola Ciannamea, ha ricevuto nella tarda mattinata odierna le fisioterapiste con contratti a termine licenziate in conseguenza della sentenza della Corte Costituzionale che aveva annullato le stabilizzazioni dei precari della sanità, decise dalla giunta regionale pugliese. In seguito alla sentenza stessa, la Regione Puglia aveva poi dovuto varare una nuova norma che accoglieva le prescrizioni della Corte Costituzionale. La sentenza era giunta su ricorso del governo Berlusconi.

La general manager Asl ha assicurato a paziente e lavoratrici che farà il possibile per la ripresa piena dei servizi di riabilitazione, e per riattivare quei contratti di 36 mesi interrotti prima del termine dalla lettera di licenziamento recapitata l’1 agosto alle interessate. Lettera che non solo ha avuto conseguenze sulle operatrici interessate ma, come hanno ricordato i pazienti stessi, su quello speciale rapporto che si determina tra una fisioterapista e l’assistito nel corso degli anni, creando disorientamento e disagio.

Il paradosso della norma resa obbligata dal ricorso del governo nazionale contro la legge della Regione Puglia, è che quei posti di lavoro non saranno cancellati: infatti alle terapiste licenziate dopo anni di qualificata attività e di accrescimento professionale, subentreranno nuove unità sempre a tempo determinato. Cioè, l’operazione non comporterà alcun risparmio per la pubblica amministrazione, ma solo disagio per gli operatori licenziati e per pazienti particolari, come gli ammalati oncologici e i portatori di patologie respiratorie gravi.

L’incontro odierno è avvenuto poco dopo una manifestazione organizzata presso la sede della direzione della Asl di Brindisi, in via Napoli al quartiere Casale, dalla Cgil Funzione Pubblica. “I lavoratori interessati e i pazienti (numerosi e soprattutto affetti da gravi patologie tumorali e respiratorie) hanno deciso spontaneamente di rompere gli indugi, manifestando presso la sede amministrativa della Asl Br il loro dolore per la grave situazione che si ripercuote sulla loro pelle”, si legge in una nota della Fp Cgil firmata dal segretario generale Antonio Macchia.

Per la Cgil “la soluzione che potrebbe essere adottata immediatamente dalla Asl  per dare – si ribadisce - continuità lavorativa  ai dipendenti e ai servizi, nelle more delle decisioni  che dovrebbero essere  intraprese in tal senso (Tremonti permettendo) al previsto tavolo tecnico dai governi nazionale e regionale, è il ricorso all’attuale normativa: in particolare con l’art. 1 e l’art. 5 comma 4 bis del predetto D.lgs. n°368/2001 - come riformato dalla legge 24 dicembre 2007 numero 247, che ammettono la stipula e/o proroga di contratti in deroga assistita oltre i 36 mesi, con l’assistenza di  rappresentanti sindacali presso la Direzione Provinciale del Lavoro”.

Sarà una strada praticabile anche per la parte delle lavoratrici che non saranno reintegrate per concludere i 36 mesi stabiliti? Oltre ad Antonio Macchia, all’incontro con la general manager Paola Ciannamea ha partecipato anche il consigliere regionale di Sel, Toni Matarrelli: “La colpa della situazione attuale ricade interamente sul governo nazionale, che malgrado il rigore applicato dalla giunta regionale Vendola nella formazione del piano di rientro, ripaga questa responsabilità istituzionale con una catena di ricorsi alla Corte Costituzionale, che creano gravi problemi ai lavoratori della sanità e ai cittadini utenti “.

Matarrelli ricorda che il governatore del Molise, che è di centrodestra, ha sfidato il governo sui tagli agli undici ospedali della piccola regione, provocando il previsto commissariamento ma passando ad organizzare nella società e nei territori la protesta di base contro le politiche del governo Berlusconi nel settore. “La Puglia è stata sin qui ossequiosa delle sentenze e delle indicazioni pervenute, ma questo filo, come dimostrano casi come quello di Brindisi, prima o poi potrebbe spezzarsi. La gente è stanca di pagare l’intero prezzo della crisi”.

Lo aveva detto anche Macchia nella nota del sindacato: “Servono interventi urgenti e risolutivi, capaci di dare continuità lavorativa ai dipendenti e ai servizi sanitari, anche per contrastare concretamente, come Regione Puglia, con idonee politiche gestionali, le decisioni governative adottate con la lunga sequela di manovre economiche (l’ultima che sta per determinarsi sarà la peggiore in assoluto) che penalizzano proprio i lavoratori dipendenti, i pensionati e il sistema di protezione sociale, invece di colpire gli evasori fiscali, i grandi patrimoni e le rendite finanziarie”.

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