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Venerdì, 26 Aprile 2024
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L'istituto "Ferraris" cambia rotta e diventa una scuola modello. Ecco come

Rita De Vito, preside dell'istituto professionale per l'industria e l'artigianato "G. Ferraris" di Brindisi, sottolinea gli obiettivi posti dalla sua dirigenza, tra progetti d'importanza nazionale e primati regionali

BRINDISI - “Siamo qui non solo per insegnare ai giovani come saldare o aggiustare un impianto elettrico, siamo qui soprattutto per assistere e indirizzarli verso un percorso di formazione interiore” - Rita De Vito, preside dell’istituto professionale per l’industria e l’artigianato “G. Ferraris” di Brindisi, sottolinea gli obiettivi posti dalla sua dirigenza.

La De Vito, in passato professoressa e dirigente scolastica presso diversi istituti della provincia brindisina e leccese, ha, da settembre 2015, preso in mano le redini di uno degli istituti più problematici della provincia, l’Ipsia Ferraris appunto, riuscendo da subito ad invertire positivamente la rotta. Il dirigente scolastico Rita De Vito-2

Un cambiamento che ha portato e porta notevoli risultati, riuscendo ad instaurare tra gli studenti e il corpo professori un rapporto di fiducia e rispetto fino a pochi mesi fa impensabile, e che ha riscosso successi e attestati di stima.

“Vogliamo far nascere in loro quella presa di coscienza, quella convinzione che gli obiettivi, siano essi complicati, non sono irraggiungibili, bisogna credere in se stessi, rispettando gli altri e affrontare i sacrifici” - dichiara a BrindisiReport.it la dirigente scolastica (foto a destra).

E i risultati non si sono fatti attendere, l’istituto ha partecipato, vincendo, a diversi progetti, aggiudicandosi finanziamenti e primati regionali, come la partecipazione al progetto Traineeship, dove gli studenti dell’istituto brindisino divideranno un ambizioso piano di lavoro, promosso da Finmeccanica e Miur (Ministero istruzione università e ricerca, ndr), con 10 istituti professionali italiani, o l’inaugurazione del laboratorio di partecipazione studentesca “Voci in movimento”, uno stabile decadente situato accanto alla scuola interamente ristrutturato dagli studenti grazie al finanziamento, di 20 mila euro, vinto dopo essersi classificata prima su ventidue scuole pugliesi iscritte al bando pubblico promosso da Miur.

Il laboratorio di partecipazione studentesca Ora questo laboratorio aprirà le porte a tutti gli studenti iscritti alle scuole secondarie di secondo grado, uno spazio destinato ai giovani che qui potranno incontrarsi e organizzare le più svariate attività.

Il progetto vede come partner, oltre all’Ipsia Ferraris, il liceo classico “Marzolla” di Brindisi e il “Monnet” di Ostuni”, una cooperazione tra istituti scolastici così diversi, quasi agli opposti, ma che ha dato un risultato straordinario.

“Uno degli obiettivi era quello di far cadere, nei miei ragazzi, quella convinzione di essere diversi dagli altri, di convincerli invece a non accettare le etichette imposte dagli altri. Non che in questo istituto non ci siano esempi estremi, situazioni borderline, anzi il laboratorio nasce proprio come reale alternativa alla strada - spiega la dirigente - per i ragazzi è una fortuna avere a disposizione questo spazio e un’opportunità che non va sprecata. Questo laboratorio metterà lo studente davanti a una scelta: bighellonare in strada o venire qui per scoprire e condividere i propri interessi con i compagni. Io penso che sceglieranno il laboratorio, hanno contribuito a costruirlo, hanno insistito nel dedicare lo spazio al loro compagno Andrea De Nigris (il diciottenne brindisino vittima di un incidente stradale la notte di halloween del 2015)".La targa in memoria dello studente Andrea De Nigris-2

All’interno dell’istituto regna una moderata calma, passeggiando tra i corridoi sono pochissimi gli studenti sorpresi a perdere del tempo e nell’ingresso tre ragazzi, armati di pennello, vernice e mascherina protettiva, tinteggiano le mura sotto lo sguardo attento di un professore.

“Loro hanno ricevuto una sospensione e invece che passare del tempo a casa vengono a scuola e si rendono utili - spiega la preside De Vito riferendosi ai tre studenti - ogni occasione è buona per instillare nei giovani quelle regole, quel rispetto verso il prossimo, ma ancor prima verso se stessi, che sta alla base della convivenza civile”

Nei prossimi giorni gli studenti avvieranno un nuovo progetto: si chiamerà “Teatro in classe”, unica scuola in Italia ad essere scelta, e, oltre ad aver portato a casa un finanziamento da 50 mila euro, l’istituto collaborerà con l’associazione culturale brindisina il TeatroDellePietre, creato da Marcantonio Gallo e Fabrizio Cito nel 2008, questo laboratorio teatrale si avvale della partecipazione dei detenuti della casa circondariale di Brindisi.

Un connubio particolare, quello tra i detenuti-attori e gli studenti, che, secondo la preside De Vito, sarà importantissimo per i giovani del Ferraris: “Un connubio più unico che raro, una sinergia tra enti statali che potrà produrre risultati altrimenti improbabili. Gli studenti dovranno affrontare questo progetto con la massima serietà, il fatto di potersi confrontare con alcuni detenuti, di poter ascoltare le loro storie fatte di sbagli e di riscatti, fa di questa esperienza un vero e proprio percorso formativo, e quindi fondamentale per la crescita interiore”.L'entrata dell'istituto, in via Adamello-2

Naturalmente non sono tutte rose e fiori, i problemi ci sono, alcuni affrontabili, altri non così facilmente. 

“Per quanto riguarda la formazione dei nostri studenti, terremo sempre alta l’attenzione nei loro confronti. Ma ci sono problematiche, come può essere lo stato in cui versa l’intero stabile, che non possiamo risolvere facilmente, servono fondi e serve l’impegno degli enti comunali, provinciali e regionali. Un giorno di questi sarò costretta a chiudere l’intero istituto per questioni di sicurezza, bisogna intervenire al più presto” - conclude la preside Rita De Vito.

E così, se da una parte si può e si deve elogiare lo sforzo di poche persone intente nell’arduo compito di cambiare, in meglio, le cose, dall’altra bisogna prendere atto che ad un certo punto serve l’impegno di tutti, lo sforzo di chi prima si defilava, per voltare definitivamente pagina.

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